I “parcheggi scambiatori” alle fermate del Trc: la grande promessa mancata

I “parcheggi scambiatori” alle fermate del Trc: la grande promessa mancata

Aree di sosta dove i passeggeri potranno lasciare il proprio mezzo privato e salire su quello pubblico. Questa la rassicurazione contenuta nei progetti e ribadita dai teorici del trasporto rapido di costa come soluzione capace di attrarre utenza e migliorare il traffico caotico della riviera. Ma ecco qual è la situazione effettiva dopo oltre due anni dalla inaugurazione.

«Il trasporto costiero va supportato da un insieme di politiche di viabilità e riqualificazione urbana da parte dell’amministrazione: se, ad esempio, ci sarà la possibilità di parcheggiare vicino alle fermate del TRC, questo darà un notevole impulso. Altrimenti il rischio è quello di affondare ulteriormente il coltello nella piaga del bilancio economico di un’opera destinata, come proprio di questo tipo di servizi di trasporto, a non arrivare al pareggio, ma a necessitare del sostegno pubblico». Non sono le parole di uno, dei tanti, critici sull’opera del trasporto rapido costiero, ora Metromare. Ma dell’ing. Ermete Dalprato, che fanno parte di una dichiarazione a La Voce di Rimini del 19 maggio 2007 (notare l’efficace titolo).

L’intervista pubblicata sulla “Voce di Rimini” il 19 maggio 2007.

Il tema, teorico, dei cosiddetti parcheggi scambiatori ha accompagnato la progettazione e poi la realizzazione del Trc. Davanti ai comitati che davano battaglia, contestando le cifre idilliache fornite dagli enti pubblici, Provincia, Comune e Consorzio Tram (al quale nel 1988 l’accordo di programma per la realizzazione del Trc affidava la gestione e la costruzione delle opere pubbliche connesse) rassicuravano facendo leva sostanzialmente su questo argomento: il traffico privato, soprattutto in estate, si è fatto insostenibile e la “metropolitana di costa” contribuirà enormemente, insieme ad un potenziamento più ampio del trasporto pubblico, a risolvere il problema, grazie anche alla rete delle aree di sosta in prossimità delle 17 fermate del Trc che invoglieranno chi abitualmente si sposta in auto a salire sul mezzo pubblico. E giù numeri a conforto di questa tesi: «180mila auto che circolano in provincia di Rimini, più 60mila tra motorini e moto, un veicolo ogni residente maggiorenne…». Dando per scontato che una tratta di filobus, quindi con un numero ridotto di posti e corse (altroché metropolitana), in affiancamento alla ferrovia, avrebbe determinato una svolta. Naturalmente venivano garantite anche nelle sedi istituzionali in cui avvenivano i confronti, le famose «1.500 persone ogni ora» (nel 2021 sono stati 420mila i passeggeri totali), come accadde nel consiglio provinciale del 29 maggio 2007, di cui riferisce l’articolo qui sotto.

Circa un anno prima delle parole di Dalprato – che, ricordiamolo, è stato responsabile unico del procedimento del Metromare, il vero “pilota” del progetto dal punto di vista tecnico – il 29 marzo 2006, nella delibera Cipe che reca le firme di Mario Baldassarri e di Silvio Berlusconi, veniva formalizzato che le fermate erano state ridotte da 26 a 17 per consentire «di diminuire i tempi di sosta, di distanziare le fermate, permettendo ai mezzi di raggiungere la velocità massima consentita, e di individuare le fermate laddove effettivamente è presente un’utenza significativa e soprattutto dove è possibile realizzare, anche in futuro, parcheggi scambiatori per rendere più fruibile il servizio di trasporto pubblico».

La linea del Metromare. Diciassette fermate parallele alla ferrovia, incastrate in una delle zone più densamente abitate.

E sono stati tanti, nel corso del tempo, i riferimenti a questo tassello descritto come indispensabile a sostenere l’intera impalcatura del Trc. Ecco ad esempio cosa veniva messo per iscritto da Agenzia Mobilità nel 2011 accompagnando il piano economico finanziario del Trc: «Il sistema TRC è orientato alla valorizzazione delle aree di parcheggio attualmente esistenti in prossimità della linea ferroviaria e in generale al potenziamento dell’offerta di sosta lungo il tracciato prescelto. Tale l’intervento, infatti, è impostato nell’ottica di garantire una integrazione efficace con il nuovo sistema sotto il profilo funzionale e tariffario, ritenendo di dover attribuire al sub-sistema sosta, soprattutto durante i mesi caldi, la funzione di “filtro” del traffico automobilistico in penetrazione nella fascia a mare della ferrovia, anche in relazione a possibili provvedimenti di restrizione della circolazione veicolare».
Ma, visto che furono ritenuti fondamentali, sono stati creati questi parcheggi scambiatori, senza i quali sarà difficile sperare in un utilizzo maggiore del Metromare?
Abbiamo percorso l’intera linea dalla stazione di Rimini a quella di Riccione, con questi risultati.

Non mancano i parcheggi alla partenza da Rimini, ma sono aree di sosta che vivono di vita propria, di proprietà privata, e ampimente utilizzate indipendentemente dal Metromare.

Alla partenza da Rimini i posti in cui lasciare l’auto non mancano ma sono privati: Metropark ne gestisce due per circa 330 stalli. Nei pressi c’è anche il “Clementini” e quello del “Settebello” (quasi 600 stalli, ospita anche camper e bus). Il Metropark è del gruppo Ferrovie dello Stato, il Clementini di Start Romagna, il Settebello di Rimini Parking, e sono nati indipendentemente dal Metromare. C’è poi un’area di sosta, privata, all’altezza della fermata Pascoli, mentre per rinvenire un parcheggio degno di nota occorre arrivare alla fermata  Toscanini, all’altezza del centro congressi Sgr. Ma anche in questo caso si tratta di un parcheggio già esistente, di proprietà comunale: i posti auto complessivi sono 320 di cui 290 riservati nel periodo estivo alla Associazione albergatori di Rimini.
Proseguendo verso Riccione, le fermate Alba e Dante a ridosso del muro del Metromare, mettono a disposizione un centinaio di posti auto. Lungo viale Rimini, fra viale Misano e viale Marzabotto se ne contano una trentina, fra viale Saludecio e viale Emilia una settantina. Si tratta però di un peggioramento notevole rispetto alla situazione pre-Metromare. Il viale Rimini e il viale Portovenere sono stati “massacrati” dall’infrastruttura del Metromare, ridotti rispetto alla loro originaria ampiezza, privati delle storiche alberature (col sacrificio di pini e magnolie) e anche di molti stalli, all’ombra, per auto e pullman. Sostanzialmente snaturati rispetto ad una preziosa funzione da “asse di scorrimento” abbastanza veloce e nei due sensi di marcia, che svolgevano all’interno della città, permettendo di preservare il lungomare dall’ingolfamento.
Il contesto urbanizzato nel quale è stato “incastrato” il Trc, una delle zone più densamente abitate fra Rimini e Riccione, è tale che sarà molto difficile poter ricavare parcheggi aggiuntivi. A tutto questo si deve aggiungere che il lungomare di Rimini è in corso di totale pedonalizzazione e a come risolvere il problema della sosta l’amministrazione comunale ha cominciato a pensarci adesso, per ora solo ipotizzando due parcheggi interrati in piazzale Fellini e piazzale Tripoli.
Le immagini che seguono offrono il contesto nel quale sono posizionate le fermate del Metromare fino a Riccione.

Fermata Kennedy.

Fermata Pascoli.

Fermata Lagomaggio.

Fermata Toscanini.

Fermata Bellariva.

Fermata Marebello.

Fermata Rivazzurra.

Fermata Fiabilandia.

Fermata Miramare station.

Fermata Miramare airport.

Fermata Marano.

Fermata D’Annunzio nord.

Fermata Alba.

Fermata Dante.

Fermata porto.

Fermata Riccione stazione.

COMMENTI

DISQUS: 0