Il ‘faccendiere’ “presentato da Funelli al settore lavori pubblici condizionava i dipendenti comunali”

Il ‘faccendiere’ “presentato da Funelli al settore lavori pubblici condizionava i dipendenti comunali”

Acquarena e Tecnopolo: l'ex assessore Biagini in commissione controllo e garanzia

"Mi è stato presentato dal capo di gabinetto del sindaco nel contesto di un invito a pranzo: Funelli mi ha detto che tale soggetto poteva dare una mano all'amministrazione comunale per le grandi partite che erano sul piatto dei lavori pubblici". Nuovi, e anche un po' inquietanti, risvolti della vicenda che coinvolge il progetto Acquarena (lavori mai partiti) e l'opera del Tecnopolo già inaugurata. Il ruolo del "facilitatore" e quello di Sergio Funelli. Con le minoranze che reclamano chiarezza e trasparenza: "Il sindaco venga in consiglio comunale a spiegare". E si preparano a convocare Funelli e il presidente del Car in commissione.

“Nel 2015 venivo contattato dal presidente del Consorzio Artigiani Romagnolo, Marco Bellocchi, il quale chiedeva di potermi parlare riservatamente fuori dall’edificio di via Rosaspina perché doveva raccontarmi determinate situazioni che rivestivano per lui una certa delicatezza”. Chiamato in audizione nella commissione “controllo e garanzia”, ieri l’ex assessore Roberto Biagini ha iniziato così il suo racconto dei fatti che lo portarono in seguito a presentare una memoria alla procura della Repubblica di Rimini, che ha avuto presumibilmente un peso nelle indagini e nella richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm, che coinvolge una ventina di persone, fra le quali anche tre funzionari del Comune di Rimini. Sul tema fummo i primi a dare la parola nel dettaglio a Biagini, il 16 febbraio scorso.
L’affaire, che ha tutte le caratteristiche di un ciclone, è quello che coinvolge due opere importantissime: il Tecnopolo e Acquarena. La prima già inaugurata e la seconda che, a due anni di distanza dalla consegna del cantiere al raggruppamento di imprese che avrebbe dovuto realizzare (entro il 2018) il polo natatorio, di fatto non è mai partita.

L’incontro fra Bellocchi e Biagini ci fu: “La prima domanda che mi pose fu se il nome di Mirco Ragazzi mi dicesse qualcosa. Aggiunse che creava problemi all’interno del Car per i rapporti che aveva con determinati imprenditori, tecnici e con il settore lavori pubblici del comune di Rimini. Bellocchi mi disse anche che questa persona venne presentata al direttore dei lavori pubblici da Sergio Funelli, capo di gabinetto del sindaco, come soggetto che avrebbe dato una mano all’amministrazione comunale per le prossime partite di opere pubbliche da appaltare o realizzare”. Non solo: “Ragazzi condizionava i dipendenti comunali nei suoi comportamenti e atteggiamenti”, sempre secondo il racconto fatto da Bellocchi a Biagini. E qui l’ex assessore non si è spinto oltre. Lasciando però intendere che di materiale da approfondire potrebbe essercene molto: in che senso condizionava? “Per adesso me lo tengo per me”, sono state le parole di Biagini in commissione. “A quel punto ho detto a Bellocchi: ricordati che io sono un pubblico ufficiale e nel momento in cui mi hai già resocontato certe cose che possono avere la verosimiglianza di fatti penalmente rilevanti, il mio dovere mi impone di chiederti di venire con me alla procura della Repubblica oppure, se mi vuoi raccontare determinati fatti, sulla base di una mia piccola istruttoria interna andrò io in procura e farò nomi e cognomi”. E così in effetti andarono le cose. “Bellocchi mi disse anche che già alcuni imprenditori e alcuni tecnici si erano rivolti alla autorità giudiziaria per determinati fatti attinenti a questo personaggio”.

Ed è stata la narrazione (fondata su una memoria depositata in procura l’11 agosto 2015) delle vicende relative al personaggio in questione, per ora solo fra gli indagati, e dei suoi rapporti con la politica e la struttura comunale, che ha permesso a Biagini di delineare uno scenario un po’ inquietante. Quando l’ex assessore, all’epoca in quota Pd, cominciò a chiedere informazioni ai funzionari comunali del suo settore circa i rapporti con Ragazzi, notò “atteggiamenti di imbarazzo e paura nei dipendenti comunali nel momento in cui ponevo loro la domanda”. Imbarazzo e paura, cioè? Anche su questo aspetto, sollecitato dall’intervento del consigliere Simone Bertozzi (“Imbarazzo e paura derivano da una lettura personale dell’ex assessore Biagini…”), Biagini non ha nascosto che “uno si è messo a piangere”.

Ma è la figura di Funelli (al momento non compreso fra i 18 indagati), capo di gabinetto del sindaco Gnassi, quella che è finita particolarmente sotto i riflettori. Perché ad introdurre il “facilitatore” o “faccendiere” o “consulente” (secondo le diverse definizioni circolate) all’interno della macchina comunale, stando a quanto raccolto da Biagini, fu proprio Funelli. “Venne presentato al direttore del settore lavori pubblici dal capo di gabinetto del sindaco Gnassi”, secondo Bellocchi. E’ “un referente del capo di gabinetto del sindaco, ha dato una mano per l’appalto della scuola Villaggio Primo Maggio e per l’appalto della scuola Gaiofana”, spiegò il dirigente Totti a Biagini. E alla domanda, cosa significa referente di Funelli, questa fu la risposta del dirigente: “Deve essere un uomo di fiducia del partito di Modena o di quelle parti, che conosce molte imprese della zona alle quali indica che a Rimini ci sono delle gare a cui partecipare …” Un altro funzionario: “E’ uno che circola negli uffici, millanta amicizie con il sindaco e il capo di gabinetto Funelli”. Dal direttore dei lavori pubblici Biagini apprende che “Ragazzi mi è stato presentato dal capo di gabinetto del sindaco nel contesto di un invito a pranzo e Funelli mi ha detto che tale soggetto poteva dare una mano all’amministrazione comunale per le grandi partite che erano sul piatto dei lavori pubblici: teatro Galli, Tecnopolo, Acquarena ecc. Ho capito che si trattava di un ‘faccendiere’ legato al partito“. Alla struttura amministrativa è stato presentato “dalla politica”, “indicato dall’amministrazione”. “Dal momento che mi è stato presentato da Funelli, cioè dalla politica, ritenevo che tu come assessore ai lavori pubblici fossi stato informato di chi fosse tale soggetto”. Così il direttore lavori pubblici a Biagini.

Biagini ha anche tirato fuori altro. Ovvero il testo del messaggio che ricevette sul suo cellulare da Mirco Ragazzi nei giorni in cui aveva già cominciato a “sondare” i funzionari: “Buongiorno sono Mirco Ragazzi ho provato a contattarla sul cellulare in quanto se possibile mi farebbe piacere conoscerla avendo già rapporti con altri assessori della giunta di cui lei la fa parte, se gentilmente mi contatta, il mio cellulare è… in attesa di riscontro le auguro buona giornata”. Scrive esplicitamente che aveva già rapporti con “altri assessori”. Biagini risponde al messaggio: “Mi scusi per quale motivo vuole conoscermi, con quali colleghi di giunta ha avuto rapporti?” Ma colui che si era fatto avanti non fornisce “nessuna risposta”. Il facilitatore aveva libero accesso agli uffici. E già questo avrebbe dovuto accendere qualche lampadina. “La prima volta che sono andato in via Rosaspina non mi hanno fatto entrare perché non mi conoscevano, poi mi sono presentato … quindi esiste un primo filtro”, ha sostenuto ieri in commissione il segretario generale Luca Uguccioni che ha preso servizio dal primo dicembre scorso. Perché quel filtro è scattato per il segretario e non per una figura totalmente esterna?

Se l’assessore Brasini anche ieri in commissione (l’aveva fatto anche in consiglio comunale) ha tenuto a ribadire che l’indagine in corso coinvolge tre dipendenti e nessun amministratore pubblico sul Tecnopolo, mentre per quanto riguarda Acquarena “il Comune è parte lesa”, oggettivamente i fatti denunciati da uno che all’epoca faceva parte della giunta, hanno scatenato le reazioni della minoranza, interessata a far luce sulle “responsabilità politiche”.

Rufo Spina (Forza Italia): “Un faccendiere o facilitatore, uomo di fiducia del Pd di Modena che avrebbe il compito di fare in modo che le società amiche del partito si prendano gli appalti importanti in giro per la regione, probabilmente in quei comuni dove ci sono amministrazioni targate Pd, beh, questa ricostruzione è abbastanza inquietante. Poi è accaduto l’imponderabile, ovvero che ad un certo punto Axia fallisce… Vero che l’amministrazione è parte lesa ma potrebbe essere che qualcuno a livello politico abbia agito per fare arrivare a Rimini questa persona”.
Marzio Pecci (Lega): “Biagini ha riferito fatti e circostanze precisi, adesso il sindaco deve venire in consiglio comunale e fornire delle spiegazioni. Perché Ragazzi si muoveva con tanta facilità negli uffici comunali? Perché ad introdurlo è stato il capo di gabinetto? Che rapporti aveva il “facilitatore” con la società che ha vinto l’appalto di Aquarena? Il direttore dei lavori pubblici citato oggi da Biagini è lo stesso che ha avuto il ruolo di presidente della commissione di gara per l’appalto della piscina comunale? Da quello che mi risulta l’indagine di Acquarena non è ancora chiusa e sembra sia in mano alla Dia di Bologna. A tutto questo si aggiunge il fallimento di Axia che sta costando al Comune 300mila euro”.
“Fatti di una gravità estrema”, anche secondo Gennaro Mauro (Movimento Nazionale per la Sovranità), che ha chiesto di fare chiarezza e di aprire “una indagine interna per cercare di appurare dal punto di vista amministrativo il corretto funzionamento degli uffici rispetto a quanto è stato segnalato, che getta un’ombra sul funzionamento della macchina amministrativa”. Ed anche di valutare la “sospensione del capo di gabinetto”.
Gioenzo Renzi (Fratelli d’Italia): “Riconosco la correttezza politico-amministrativa dell’ex assessore Biagini, che ha informato la procura sui rapporti fra Ragazzi e i dirigenti e funzionari dell’amministrazione. Una lettura politica ci deve essere consentita: porta a rilevare che è quanto meno anomalo che il capo di gabinetto del sindaco presenti un facilitatore agli uffici. C’è l’esigenza di fare trasparenza, e in tempi veloci, perché sono comportamenti anomali che adombrano tutti i pensieri possibili e immaginabili”. Sempre Renzi ha fatto notare che “il Car faceva parte della associazione temporanea di imprese che aveva vinto l’appalto di Acquarena, ma poi è uscito”.
Dai consiglieri di maggioranza, invece, la sottolineatura di “supposizioni e non fatti”, “teoremi e molta confusione tra responsabilità penale e politica” (Kristian Gianfreda, Rimini attiva).

E’ stato chiesto a Brasini se, in quanto componente di giunta, fosse mai venuto a conoscenza del ruolo di Ragazzi e della sua presentazione alla struttura comunale da parte di Funelli: “Io che nel primo mandato avevo anche la delega al personale non ho mai avuto da parte dei dirigenti alcun riferimento ad eventuali situazioni di disagio da parte dei dipendenti su questa vicenda”.

A Biagini infine, è stato chiesto di spiegare le ripercussioni politiche della sua decisione di scoperchiare il pentolone. “Il clima nei miei confronti in quel momento, soprattutto dopo i due articoli usciti sulla stampa nel marzo 2016, si era fatto molto molto pesante, e io non potevo dire altro che ‘ho fatto il mio dovere da pubblico ufficiale e quindi non chiedetemi niente’, ma erano anche molto insistenti. Confermo che in una riunione politica, nel momento in cui il circolo Pd di Viserba aveva chiesto la mia candidatura all’interno delle liste del Pd, confermata dal segretario provinciale, in occasione delle ultime amministrative, Andrea Gnassi in una riunione, presente anche il segretario regionale Calvano, ha detto urlando: se c’è lui (Biagini, ndr) io non firmo la candidatura a sindaco…, ha tirato due libri, ha sbattuto la porta ed è andato via. In seguito sentivo poi delle voci anche all’interno del partito, come se io mi fossi inventato tutto per una questione di ritorsione, quando invece l’indagine era cominciata già molto prima”. Sempre Biagini: “Bellocchi mi aveva detto di avere informato anche altri soggetti che ricoprivano ruoli istituzionali”. Chi? Non si sa. “Altri imprenditori legati agli appalti del comune di Rimini per determinate partite, e un paio di tecnici fra cui un noto architetto, mi hanno cercato per parlarmi di determinate situazioni”, ha detto ancora Biagini. “Un imprenditore mi ha parlato del Valgimigli perché era legato ad un appalto del Car…” Insomma, un bel calderone. Probabilmente ancora destinato a riservare sorprese.
Tanto per cominciare, ieri Spina e Pecci hanno chiesto un aggiornamento della commissione: “E’ doveroso che vengano convocati Funelli e Bellocchi”. Alla prossima puntata.

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