Il fiuto speciale di Donny e Jaina: ecco i magnifici cani ausiliari della Guardia di Finanza di Rimini

Il fiuto speciale di Donny e Jaina: ecco i magnifici cani ausiliari della Guardia di Finanza di Rimini

Il primo è un pastore tedesco, otto anni, utilizzato per le attività antidroga e antivaluta. La seconda è un pastore belga Malinois, due anni, antidroga. Insieme ai loro conduttori formano le unità cinofile in servizio alla Guardia di Finanza di Rimini. Come vengono preparati, come trascorrono le loro giornate, in quali interventi sono stati impiegati. E come avviene la "taratura" del fiuto. Importantissima, come ha dimostrato il recupero di circa 9,7 milioni di euro dell'operazione "Free Credit". Intervista al comandante provinciale, Colonnello Coscarelli, e a chi lavora in squadra con Donny e Jaina.

Stessa divisa in estate e in inverno, niente anfibi, elmetto, armi o attrezzature particolari se non quella più importante, ricevuta da Madre Natura, il fiuto. Lo stipendio? Vitto, alloggio confortevole, cure costanti e magari qualche premio alimentare extra, ma sicuramente molto affetto e infinita riconoscenza. Questo, il profilo che accomuna centinaia di cani ausiliari che affiancano giornalmente le forze dell’ordine italiane in operazioni di vario genere lungo la penisola. All’inizio di settembre vengo ricevuto dal Colonnello Coscarelli che con gentilezza e cordialità mi fa accomodare nel proprio ufficio. Siamo all’interno della caserma della Guardia di Finanza di Rimini in via Augusto Grassi. C’è forse un rapporto tra il nome della strada in cui ha sede il corpo delle Fiamme Gialle e i cani che qui prestano il loro prezioso servizio all’uomo? Augusto Grassi (1837–1918), il riminese a cui è intitolata la via, è stato un ufficiale garibaldino. E garibaldino, regolarmente arruolato, lo era un bulldog. Durante la 3a guerra d’Indipendenza condotta dal Regio esercito italiano, in forza al Corpo Volontari guidato da Giuseppe Garibaldi figura anche il cane Caffaro, così rinominato dopo la battaglia (vinta) di Ponte Caffaro, che si distinse per il coraggio e per avere strenuamente difeso e salvato la vita al proprio padrone, un sottufficiale veneto. È singolare come i militari e i cani trovino collaborazione e reciproca affezione proprio in questa strada dal percettibile richiamo storico. Affascinanti parallelismi a parte, il Comandante (titolato Scuola di Polizia Tributaria) Alessandro Coscarelli è a capo del locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza. Autore di svariate pubblicazioni specialistiche in materia giuridica ed economica di taglio universitario, il Colonnello ricopre il proprio ruolo a Rimini da poco più di un anno. Appena due mesi dopo essersi insediato, egli assiste alla cerimonia di pensionamento di una preziosa ausiliaria molto “in zampa”, in forza alla caserma: la femmina di pastore tedesco Ulla, poi sostituita a pochi mesi di distanza da una valida nuova entrata di cui dirò a breve.

Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Colonnello Alessandro Coscarelli.

Comandante, dopo il pensionamento di Ulla, quanti cani avete ora presso la caserma?
«Premetto che il binomio composto da un conduttore e un cane (ausiliare) è detto “unità cinofila”. Ora, in servizio ne abbiamo due. Un cane è antidroga e antivaluta e l’altro (o meglio, l’altra poiché è una femmina), unicamente antidroga. È l’ausiliaria che ha sostituito Ulla, andata in pensione, con grande rammarico di tutti noi, dopo più di 13 anni di preziosa attività. Consola però sapere che il conduttore ha voluto tenerla a casa sua dove trascorrerà il meritato riposo. Va peraltro precisato che la Guardia di Finanza considera il cane in pensione come se fosse ancora in servizio, quindi provvede al cibo, alle visite veterinarie e alle cure».

Recentemente, l’alacre attività dei due cani in servizio ha portato a risultati eclatanti.
«È vero, l’operazione denominata “Free Credit” del 31 gennaio scorso. Durante perquisizioni nelle abitazioni di alcuni indagati, oltre ai termoscanner sono state impegnate anche le nostre due unità cinofile che hanno dato un contribuito fondamentale per il recupero di circa 9,7 milioni di euro. Ciò significa che la tecnologia e i mezzi informatici sono fondamentali cosi come lo sono le banche dati, ma non va dimenticato che alla base di tutto c’è l’imprescindibile componente dell’essere vivente, inteso come uomo e come cane».

La formazione e la definizione delle caratteristiche attitudinali del cane dove avvengono?
«Abbiamo un centro di allevamento e addestramento cinofilo della Guardia di Finanza a Castiglione del Lago, nel perugino, attivo da circa 70 anni. Il centro, un’eccellenza a livello europeo, coniuga l’attività di addestramento e allevamento dei cani fin dalla nascita. Ma più tardi i conduttori le daranno altri ragguagli».

Ho visto filmati in cui è chiaro che i cani partecipano emotivamente alle operazioni in corso.
«Ogni cane è un vero e proprio appartenente al corpo che con il conduttore costituisce una unità cinofila che non è soltanto una mera denominazione, ma un modo per sottolineare il connubio anche affettivo che si crea tra l’uomo e il cane. Tanto è vero che quando quest’ultimo va in pensione il conduttore può chiedere di tenerlo a casa per accudirlo per il resto della vita. Questo, non a caso, è ciò che accade più spesso».

Dunque, da quanto mi dice, la connessione all’interno dell’unità si può definire quasi simbiotica.
«Consideri che il rapporto tra conduttori e cani è quotidiano e l’impegno di entrambi pure, compresi i periodi di licenza in cui è inevitabile che i militari si debbano alternare. Da veri soldati, i cani vanno addestrati e allenati ogni giorno. Quando i conduttori non hanno possibilità di farlo, nei loro box gli animali hanno a disposizione perfino un piccolo “tapis roulant”».

È possibile avere qualche dato statistico circa gli interventi sul territorio?
«Lo scorso anno abbiamo sequestrato quasi 7 chili di sostanze stupefacenti tra eroina, hashish, marijuana e altre droghe, verbalizzato 21 soggetti, intendendo sia coloro che hanno avuto la sanzione amministrativa per “modica quantità” (quindi per uso personale) sia denunce a piede libero, ed effettuato un arresto. Quanto alla prima parte dell’anno in corso, siamo già a 24 soggetti verbalizzati, numericamente in incremento, ma nel totale, in possesso di minori quantità di droga (principalmente hashish, marijuana e cocaina). I numeri sono però molto relativi. A rivestire un ruolo fondamentale è infatti la prevenzione. Dove c’è una sorveglianza assidua del territorio, direi quasi giornaliera e con le nostre unità antidroga, va da sé che i traffici tendano a indebolirsi. Logisticamente, Rimini e la costa romagnola non sono rilevanti zone di smercio. È difficile che si effettuino considerevoli sequestri di droga come invece mi è capitato di rilevare in altri centri nodali quali porti o scali aeroportuali importanti. Diciamo che si fanno tanti piccoli fermi. C’è da dire che l’attività delle unità cinofile è quotidiana e costantemente impegnata con colleghi di altre forze di polizia nel controllo locale».

Affiatamento e intesa fra i due militari con il grado di “Appuntato Scelto Qualifica Speciale” e gli ausiliari dal sofisticato apparato olfattivo.

A questo punto, il Comandante mi presenta i due conduttori cinofili. Entrambi hanno il grado di “Appuntato Scelto Qualifica Speciale”. Per praticità, riduco a una sola voce le loro risposte alle mie domande poiché ho avvertito che tra loro c’è assoluta sintonìa di vedute. Gli ausiliari sono Donny (pastore tedesco, maschio di otto anni, antidroga e antivaluta) e Jaina (pastore belga Malinois, femmina di due anni, antidroga) che ha sostituito l’anziana Ulla. Nel tempo, i due finanzieri hanno incontrato diverse scolaresche della nostra regione per illustrare l’importanza della legalità economica e della prevenzione, in particolare quella antidroga, e raccontare loro la collaborazione e l’affiatamento che hanno con i cani.

Come inizia la vostra giornata tipo?
«Anzitutto con la cura del cane. Entriamo nel box (il loro appartamento è di 25 metri quadrati ed è riscaldato), li facciamo uscire e controlliamo che stiano bene, poi passiamo alla pulizia dei locali che avviene due o tre volte al giorno. È compito nostro, occuparci di tutto questo. Terminata la pulizia, i nostri speciali “colleghi” sono fatti salire in auto: da quel momento sono operativi. A seconda delle esigenze del reparto o del cane, si parte per una giornata di lavoro. Ad esempio, si può cominciare con le esercitazioni di routine dopo di che andiamo a effettuare controlli su strada, perquisizioni domiciliari, ispezioni in aeroporto o in stazione. Diciamo che il servizio è a largo raggio di azione, svolto sia per i reparti interni che esterni, ma anche Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Polizia Municipale che peraltro ultimamente si è dotata anch’essa di cani».

Gli “alloggi” di Donny e Jaina. Misurano 25 metri quadrati e sono dotati di riscaldamento.

È possibile portare il cane a casa propria?
«In tutta Italia i cani vivono nei loro spaziosi box all’interno delle caserme. Gli unici cani della GdF autorizzati ad andare a casa con il proprio conduttore, per motivi di improvvise emergenze operative, sono quelli del Soccorso Alpino che possono essere prelevati a qualsiasi ora, spesso con gli elicotteri, per intervenire tempestivamente in montagna».

Quando è nato il Corpo Cinofilo della GdF? E a Rimini?
«L’istituzione del Servizio Cinofili della Guardia di Finanza risale al 1952, mentre a Rimini, ai primi anni ’90. All’interno delle unità cinofile ascritte alla Guardia di Finanza esistono varie specialità: antidroga, anticontrabbando, antiterrorismo, ritrovamento in superficie e ultimamente, in relazione a quest’ultima branca, anche per ritrovamento cadaveri a seguito degli interventi fatti nei giorni del terremoto dell’Aquila. I cani provenienti da Castiglione del Lago sono stati attori di primo piano nella ricerca di persone sotto le macerie causate dal terremoto in Abruzzo e sono sempre i determinanti protagonisti per l’attività di soccorso alpino».

Qual è l’iter per diventare finanzieri cinofili?
«Si fa domanda; se si è selezionati si va a Castiglione del Lago per un paio di settimane di affiatamento con i cani e testare le attitudini all’interazione con loro. La sintonia tra uomo e animale è di grande importanza. A seguire, gli esaminatori stilano una graduatoria di merito, si passano sei mesi complessivi alternati tra scuola di addestramento e reparto di appartenenza. Una volta fatte le associazioni con le sostanze stupefacenti, i cani sono avviati al reparto per abituarsi al loro ambiente operativo. In questa fase è vitale l’abilità del conduttore per far superare all’ausiliario eventuali timori durante le operazioni, rassicurarlo in taluni ambienti che potrebbero avvertire come ostili e prendere confidenza con varie situazioni. Terminato il ciclo di addestramento (diviso tra droghe leggere e pesanti), vengono fatti vari esami e tra questi quello finale per certificare la specializzazione (antivaluta, antidroga e così via). Terminato l’iter e certificato il binomio, l’unità cinofila va al reparto di appartenenza dove comincia il vero lavoro sul campo».

Donny. Agli ordini!

Mi incuriosisce la ricerca della valuta. Com’è avvenuta la formazione di Donny?
«Per l’addestramento, la Banca d’Italia ci fornisce un trito di banconote. In base alla normativa valutaria si cerca di “tarare” il fiuto del cane alla soglia dei 10.000 euro con la grammatura giusta. È una quantità che indicativamente può essere percepita al fiuto. Le dimensioni della mucosa olfattiva canina arrivano fino a 150 cmq. con ben 150mila recettori per centimetro quadrato. Nell’uomo, la stessa mucosa, se dispiegata, è di soli 3 o 4 cmq. I cani allenati a rintracciare le tracce di esplosivi sono in grado di rilevare un picogrammo di TNT, vale a dire un millesimo di miliardesimo di grammo. L’intero apparato olfattivo del cane è un organo estremamente sofisticato, tuttavia non è infallibile. Semplicemente perché non è una macchina. Ma resta un amico meraviglioso».

Al termine dell’intervista si va tutti dai due cani, a far loro feste e riceverle, ma prima, per l’ennesima volta, i conduttori tengono a ribadire, per chi ancora non lo sapesse, che per svolgere l’attività antidroga i cani non vengono drogati, ma semplicemente indotti a giocare per riceve in premio una pallina o un manicotto di spugna. Bene, ringrazio di cuore i due simpatici conduttori, esaurienti e molto disponibili. In particolare vorrei ringraziare il maresciallo (una gentile signora, a capo della Sezione Operazioni e Programmazione del Comando Provinciale) e naturalmente il Comandante Coscarelli che ha reso possibile l’interessante e piacevolissimo incontro. Ma un saluto speciale va a Donny e Jaina: arf!

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