Il partito dell’ombrellone addomestica anche i Draghi

Il partito dell’ombrellone addomestica anche i Draghi

Il ddl concorrenza che arriva nel consiglio dei ministri di oggi non contiene il capitolo balneari. Se pure SuperMario ha un occhio di riguardo per la categoria, allora Frits Bolkestein e tutti i suoi sostenitori possono mettersi il cuore in pace.

Qual è l’unico partito che in Italia vince sempre, senza nemmeno il bisogno di inventarsi un simbolo e dei candidati (perché può contare già sui tanti sparsi in tutti i partiti che contano)? «Via al cronometro» direbbe Mike Bongiorno. Ma no che non serve il re dei quiz per fornire questa risposta facile facile!
Molti anni fa è stato definito il partito dell’ombrellone, di volta in volta tenuto sotto l’ala protettiva dai partiti più diversi e anche fra loro alternativi. I repubblicani, i comunisti, i democristiani… nella prima Repubblica, il Pd, la Lega, Forza Italia, Italia Viva eccetera eccetera, ai giorni nostri.
Tengono famiglia i bagnini, e numerosa: 30mila imprese titolari di concessione e si calcola intorno a 300mila lavoratori. Votanti. E così i partiti, da sempre in ascolto delle lobby, alzano la voce e minacciano il premier di depotenziarlo da Drago a Grisù qualora non dovesse prestare orecchio alla solita politica del rinvio in fatto di concessioni.
Morale: siccome nemmeno Draghi vuole finire anzitempo nel Recovery per anziani oppure ai giardinetti, il ddl concorrenza che approda nel consiglio dei ministri di oggi è stato anticipato in bozza con una assenza che non passa inosservata e che fa un po’ d’ombra al “gigante d’Europa” (così il New York Times definì SuperMario al momento di insediarsi a palazzo Chigi).

Ma come, anche l’ex capo della Bce, lodato unanimemente per la sua serietà e determinazione, decisionista e pragmatico, chiamato da Mattarella nientemeno che per salvare l’Italia, uscito a testa alta dal recentissimo G20, prende altro tempo e rinvia prima di decidere di schiantarla sulla Bolkestein? Pure lui, così in linea con Bruxelles? E’ sì, sembra proprio di sì. E Mauro Vanni (Confartigianato imprese demaniali) festeggia: «Una decisione diligente e seria perché normare superficialmente su un tema come questo rischia di adottare provvedimenti iniqui». Non ci vuole fretta, insomma. Calma con l’applicazione della direttiva dell’Unione europea che risale al 2006.
Attende che il primo passo per spazzare via le ombre della successione ereditaria sul demanio pubblico e far risplendere il sole della concorrenza sugli arenili, lo faccia il Consiglio di Stato. Che a sua volta, notizia di due settimane fa, però prende tempo.
L’unica certezza annunciata un po’ da tutti i quotidiani oggi in edicola è che alla tavola rotonda dei ministri oggi si parlerà certamente di promuovere lo sviluppo della concorrenza, garantire l’accesso ai mercati da parte delle imprese anche di minori dimensioni, avendo come faro i principi dell’Unione europea, il rafforzamento della giustizia sociale, il miglioramento della qualità e l’efficienza dei servizi pubblici … Ma il tutto applicato ai servizi pubblici locali, ai trasporti, alle società partecipate, ai poteri di antitrust ed altro.
Concessioni balneari e ambulanti? Stralciati. Fuori dal ddl concorrenza. Ma sarà vero? Ma davvero davvero? Proprio lui che aveva dato segnali chiari duettando con l’Antitrust? Se i bagnini sono riusciti ad addomesticare anche il Drago che va a braccetto con l’Europa, beh, allora non sono solo una lobby, ma la Divina lobby, che move il sole e l’altre stelle.

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