Il progetto del mercato coperto negli anni Venti: bello e non a ridosso del Tempio malatestiano

Il progetto del mercato coperto negli anni Venti: bello e non a ridosso del Tempio malatestiano

Un intervento di iniziativa privata, datato 1926, e firmato dal geometra Alessandro Perilli, aveva visto giusto. La superficie commerciale di 4.165 metri quadrati, veniva tenuta a debita distanza dal Duomo e dall'ex convento di San Francesco. Ecco i documenti pressoché inediti. Peccato che poi negli anni '60 si cambiò impostazione, la stessa che viene confermata anche nel rifacimento della struttura ad opera di Renco.

Il Mercato coperto di Rimini, come si è abbondantemente appreso dai mezzi di informazione locale, verrà demolito a breve per far posto ad una nuova struttura ad opera di un soggetto privato. La storia, in generale, ricorre spesso nel tempo, e l’epilogo di questa istituzione commerciale ha un precedente accaduto nel 1926, di cui si possono conoscere i particolari nel carteggio conservato presso l’Archivio di Stato di Rimini, nella busta b.16.0019 facente parte della raccolta dell’Archivio Storico del Comune di Rimini.
In quell’anno il Sindacato Circondariale di Rimini, facente parte della Corporazione del Commercio e dell’Industria, il 16 gennaio presenta un progetto di iniziativa privata per costruire un Mercato Coperto. Nella domanda accompagnatoria indirizzata al Sindaco, si dichiara che l’opera si costruirà “sull’area Dolci e limitrofe”, che in seguito localizzeremo; essa, come di norma, era corredata dagli elaborati grafici e da una relazione tecnica illustrativa.
Nella predetta Relazione, della quale accenneremo le parti salienti, innanzitutto se ne individua il luogo:
“L’area sulla quale sorgerà la costruzione è costituita da:
I° – dal terreno Dolci, limitato dalla Via Clementini, o Via Dante, dalla prima traversa del nuovo quartiere Anfiteatro (attuale Via Aponia)… Quest’area viene ad essere compresa fra la Via Clementini, la via Castelfidardo in parte…”. Il sito era costituito quindi da proprietà private, nelle quali era prevista la demolizione delle case esistenti, e una pubblica del Comune di Rimini.

Particolare della Tavola di progetto – Pianta scala 1:2000.

Oltre ad addurre per l’operazione motivi igienici e sanitari, si riteneva pure importante il fatto della posizione facilmente raggiungibile in quanto perimetrato da strade anche principali, oltreché la vicinanza alla Stazione Ferroviaria e quella delle Ferrovie Padane; ma pure avrebbe inciso “il prossimo passaggio della linea tranviaria sulla fronte del fabbricato”. Inoltre la Fossa Patara che attraversava la zona, fungeva in maniera congeniale per lo smaltimento delle acque reflue.
Il progetto a firma del geometra Alessandro Perilli prevedeva una superficie commerciale di 4.165 metri quadri, di cui 1.000 destinati a negozi, ed il resto “a disposizione del vero mercato”. Altra superficie era destinata a strade e piazzali di manovra per carico e scarico, al fabbricato frigorifero e a quello del custode. Per giustificare tale ampiezza, si portava a supporto la considerazione che la città di allora composta da circa 30.000 abitanti, in estate raddoppiava le presenze e che era comunque in un crescente sviluppo.

IL PROGETTO

Tavola di progetto – Pianta scala 1:2000.

Lungo il fronte principale su Via Clementini, era previsto un porticato sul quale si affacciavano quattro negozi con al centro l’ingresso principale della struttura commerciale, e due vani scala che servivano d’accesso ai due appartamenti del piano superiore. Altri dodici negozi erano previsti lungo l’attuale laterale Via Aponia, dove si prevedevano anche altre tre accessi in altrettanti vani scala, che permettevano anch’essi di accedere ad ulteriori sei appartamenti al piano primo. Tutte le predette unità immobiliari erano corredate di locali “sottotetti di altezza libera di m. 2 da servire per locali di sgombero e di deposito”. Un’iniziativa mista tra commerciale e residenziale quindi; una sorta di progetto di finanza “ante litteram”.
Questa commistione di destinazione d’uso veniva spiegata con la seguente motivazione: “La costruzione che si è ideata non riveste i semplici caratteri del mercato coperto in quanto si sono aggiunti sul fronte e sul lato nord-est (attuale Via Aponia ndr) dei negozi che prospettano all’esterno, e che comunicano anche coll’interno, e per la creazione di locali ad uso abitazione posti sui negozi stessi.
Ciò si è fatto per evitare un fabbricato di carattere specificatamente industriale, la cui architettura sarebbe riuscita indubbiamente poco armoniosa con quella delle esistenti che comprendono anche opere d’interesse artistico e storico, e le nuove del quartiere anfiteatro …”.
Le categorie merceologiche di vendita nel campo alimentare erano al completo, con la pescheria a parte. Come si evince dalla planimetria del Mercato, l’area interna era organizzata con banchi di vendita ed ai lati due file di negozi, il tutto suddiviso da ampi ed agevoli percorsi per il flusso della clientela; un modello poi attuato nell’attuale complesso degli anni ‘60 in via di demolizione.
Il progetto si sarebbe completato con la realizzazione di bagni pubblici, locali per i vigili, pronto soccorso, della direzione e dazio, dell’ufficiale sanitario, ma anche del telefono, vani tecnici e di deposito.
La struttura si prevedeva completata anche di “un vasto vano sotterraneo suddiviso in dieci locali disimpegnati dal corridoio” che servivano da magazzini dei box interni, accessibili da una scala esterna.

Tavola di progetto degli appartamenti – Pianta scala 1:2000.

La eloquente Relazione tecnica poi proseguiva con notizie più tecniche entrando nel merito delle strutture di fondazione, e fuori terra, comprendendo la descrizione dei materiali da utilizzarsi per le stesse, e indicando anche quelli per le finiture interne. Oltre all’aspetto già accennato della regimazione fognaria, anch’esso ben descritto, si prevedeva pure quello antincendio con in tutto tre “bocche da incendio”.
Due di esse collocate all’interno del Mercato ed una nella Pescheria, sarebbero servite quotidianamente per il lavaggio degli ambienti; mentre la provvista d’acqua sarebbe stata assicurata, mediante la perforazione di “due pozzi da cm. 12. mediante sollevamento meccanico…”.
L’elaborato tecnico terminava infine con una nutrita serie di dati tecnici a supporto del progetto e di tutti i suoi componenti.

L’ASPETTO ARCHITETTONICO
Il progetto aveva un aspetto importante, sontuoso, solenne – specie nell’ingresso – ricercato direi, e non banale se rapportato al suo tempo, caratterizzato da un’architettura di stile classico.

Tavola di progetto – Prospetto su via Dante.

Contraddistinto dall’impiego di colonne, lesene e fregi, si potrebbe definire in stile “art déco” di pregevole fattura.
La costruzione nasceva in un periodo in cui per vari motivi, si tendeva al miglioramento della situazione igienica generale, ma ad essa si voleva anche associare un certo decoro cittadino. Soluzioni come celle frigorifere, fognature, pronto soccorso ed altri accorgimenti, costituivano un’innovazione importante per quei tempi compresa la valutazione logistica e gli aspetti legati alla fruibilità ed accessibilità della struttura.
Tutto sommato un bel progetto razionale e funzionale per l’epoca, poi ripreso nel suo concetto negli anni ’60 con un goffo involucro costruito nelle vicinanze. Con una riserva però, circa la presenza di unità residenziali in un luogo assai trafficato, rumoroso immagino, e con i “profumi” delle mercanzie vendute nel piano sottostante.

PERCHÈ NON SE NE FECE NULLA?
Ma come finì? Nonostante le ricerche compiute, non sono emersi documenti storici che hanno permesso di comprendere il perché l’enarrata operazione non giunse mai a realizzazione.
Nonostante il fatto che in realtà il progetto fu approvato, come vergato nella risposta resa a seguito dell’esito dell’esame, che così recita:

La notifica di approvazione del progetto.

«L’8 Febbraio 1926
Oggetto = Progetto per un mercato coperto a Rimini.

LA GIUNTA COMUNALE

Visto il progetto del Geom. Alessandro Perilli per la costruzione di un mercato coperto su terreno di proprietà Dolci Virgilio fra la Via Clementini, la prima traversa del quartiere Anfiteatro e la via Castelfidardo;
Visto che l’opera verrà costruita da privati con capitale privato;
Vista la decisione in massima favorevole emessa dalla Commissione Edilizia nell’adunanza del 9 febbraio corrente

DELIBERA

di approvare il progetto del mercato coperto in linea di massima con le riserve fatte dalla Commissione Edilizia».

La riserva opposta dalla Commissione edilizia, annotata a tergo della domanda di costruzione, era attinente alla “estetica della pescheria” (immagine sotto).

Vi è infine da notare che quell’ubicazione era collocata in una zona di nessun interesse storico, cosa che in seguito non avvenne nei già citati anni ’60 di cui parleremo nella prossima puntata.

1-continua

Fotografia d’apertura: in rosso la collocazione del mercato coperto prevista negli anni Venti, che aveva anche il pregio di non essere a ridosso del Tempio Malatestiano, e in blu quella attuale ma anche quella che ospiterà il nuovo mercato targato Renco.

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