Roberto Ricci da cinque anni (al secondo mandato) è presidente dell'Ordine degli architetti della provincia di Rimini. Gli abbiamo chiesto come vede
Roberto Ricci da cinque anni (al secondo mandato) è presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Rimini. Gli abbiamo chiesto come vede il blocco dell’urbanistica e dell’edilizia e come uscire dalla grave crisi che attanaglia il settore delle costruzioni.
Di recente Unindustria, sindacati e Anci hanno lanciato un vero e proprio allarme sulla drammatica situazione dell’edilizia a Rimini e hanno chiesto di passare finalmente dalle idee ai fatti in materia urbanistica, “per non rischiare di vedere implodere il nostro sistema”.
La situazione è sicuramente drammatica ed è il settore a livello nazionale ad essere pesantemente colpito dalla crisi. E’ chiaro però che le città lungimiranti, capaci di programmare il superamento della crisi che stiamo attraversando, se la passano meglio di Rimini. Le soluzioni sono tanto più vicine e praticabili quanto più si dimostra lungimirante la politica e la pubblica amministrazione nel porre le condizioni per un cambiamento di rotta. Dove manca questa lungimiranza e le istituzioni pubbliche non sono in grado di cogliere le esigenze che vengono dalla classe imprenditoriale e dai professionisti, la crisi può essere senza ritorno.
Un segnale positivo viene dallo “Sblocca Italia”, ora approvato anche al Senato, un provvedimento che rappresenta un forte e positivo segnale.
Il sindaco di Rimini e l’onorevole Petitti hanno però sollevato parecchie critiche e riserve sui condhotel.
Quel che conta è che lo “sblocca Italia” sia stato approvato senza stravolgimenti. Adesso anche il tema dei condhotel dovrà essere recepito, ovviamente con declinazioni locali, anche dalla nostra amministrazione comunale. All’interno dello “sblocca Italia”, che sta molto a cuore anche a noi professionisti, assume particolare importanza il regolamento unico edilizio unico, con lo scopo di uniformare le norme e gli adempimenti fra tutti i Comuni. E’ una priorità assoluta quella di snellire il corpo normativo, perché quando ci si deve misurare con centinaia di pagine di regolamenti si lascia ampia discrezionalità a chi deve esaminare la pratica, e questo non va bene.
Quindi lei è fiducioso sulle opportunità che potrebbe aprire il decreto.
Sono fiducioso proprio a partire dall’imput dato alla semplificazione, ma adesso bisognerà vedere cosa faranno le Regioni. In Italia siamo maestri nel non concludere anche dopo avere identificato i percorsi virtuosi, e sullo “sblocca Italia” il rischio di stravolgimenti c’è tutto. Speriamo proprio di no, perché sarebbe controproducente e un colpo mortale per la nostra economia.
A Rimini l’urbanistica sta vivendo un blocco preoccupante.
Più d’una volta ho detto che c’è la necessità di sbloccare la strumentazione urbanistica e approvare il Psc, perché in questo momento, trovandoci in regime di salvaguardia, abbiamo una doppia regolamentazione e per chi deve operare e investire è un campo minato. Senza la chiarezza delle norme il mercato dell’edilizia è destinato a morire e a Rimini rischiamo di fare scuola sulla poca chiarezza.
Qual è la ragione principale del blocco in atto, che sta uccidendo la progettazione e l’edilizia a Rimini?
Stiamo pagando lo scotto dell’ultimo atto, che mi permetto di definire scellerato, della giunta Ravaioli-Melucci, che ha voluto adottare a tutti i costi un Psc (Piano strutturale comunale) che già all’epoca era fuori dal tempo. La nuova amministrazione comunale si è resa ben conto che la previsione di quel Psc è anacronistica e sta cercando di coniugare la scelleratezza di quel documento adottato con la vision della rigenerazione urbana del nostro territorio contenuta nel piano strategico, ma non è facile uscirne.
Piano strategico che da molti viene visto come un problema anziché come una soluzione.
A mio parere il piano strategico è invece una linea di regolamentazione di tutte le strumentazioni esistenti molto importante. Anche nel decreto “sblocca Italia” viene ripreso in modo chiaro il concetto del riuso e della rigenerazione urbana, lo stop al consumo del territorio in termini di speculazione edilizia su nuove aree non edificate, concetti centrali nella vision legata al piano strategico di Rimini.
Converrà però che fino ad oggi il piano strategico ha partorito poco della sua vision più importante.
Il piano strategico ha una grossa pecca ed è quella di non comunicare in maniera chiara all’esterno quello che sta facendo. Io l’ho fatto anche presente a Maurizio Ermeti e come me altri componenti della Agenzia del piano strategico. Ma le voglio citare solo qualche caso a supporto della concreta utilità del piano strategico.
Via Diredaua a Torre Pedrera, da 50 anni aspettava lo “sfondamento” su via Tolemaide, con tutte le problematiche del caso: una viabilità compromessa, una zona che non si sviluppa e quindi una economia in seria difficoltà e con numerose attività che chiudono. Il piano strategico ha previsto lo sfondamento di via Diredaua e una serie di azioni da mettere in campo e se oggi l’intervento si farà (con 3 milioni e mezzo di investimento già reso disponibile dal Comune di Rimini che porterà anche alla creazione di 250 posti auto), superando in corsa un problema che avrebbe bloccato definitivamente la possibilità di realizzare questo intervento (legato al progetto di sviluppo di Sol et Salus, ndr), lo si deve solo al piano strategico. Inoltre, grazie al piano strategico sono stati intercettati grossi finanziamenti relativi al piano fogne e il Comune ha potuto ottenere gratuitamente il lungomare di Rimini dal Demanio.
Quali sono le priorità nella pianificazione a Rimini?
Approvare rapidamente gli strumenti urbanistici perché è chiaro che senza il Rue (Regolamento urbanistico edilizio) non si può fare nulla, è tutto fermo, anche se a Rimini gli ambiti di intervento sono tanti, a partire dalla messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente: quanto lavoro si potrebbe fare semplicemente agendo sul risparmio energetico e sul versante sismico, sul centro storico e la zona alberghiera?
Ma prima di tutto chiediamo chiarezza e rapidità delle decisioni alla pubblica amministrazione, per uscire da uno stallo mai visto prima a Rimini.
Si parla spesso della morìa di imprese dell’edilizia ma gli studi tecnici come se la passano?
Solo qualche giorno fa si sono cancellati dall’Ordine quattro architetti. Ci sono giovani architetti che sono aiutati dai genitori a pagare le bollette.
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