Domani s'inaugura un importante punto informativo e multimediale nell'ex chiesa di Santa Maria ad Nives. Destinato a mettere in luce i gioielli della
Domani s’inaugura un importante punto informativo e multimediale nell’ex chiesa di Santa Maria ad Nives. Destinato a mettere in luce i gioielli della “piccola Roma sull’Adriatico”. Insieme allo scandaloso “buco nero” del monumento simbolo della Romanità, ancora sepolto da una scuola. In cinque anni l’amministrazione Gnassi non ha messo mano nemmeno ad uno studio preliminare per trasferirla.
Viene inaugurato domani (ore 17,30 in Piazza Tre Martiri la Legio XIII propone una rievocazione storica e la celebre arringa di Cesare, e alle ore 18.30 taglio del nastro alla presenza dell’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini) il Visitor Center della Rimini Romana nella ex chiesa di Santa Maria ad Nives, in corso d’Augusto 235. Si tratta in un bel progetto espositivo e multimediale, Arimini Caput Viarum, finalizzato alla “scoperta” del patrimonio culturale della Rimini Romana.
“Se l’antica Ariminum era Caput Viarum primario durante le epoche Romana e Malatestiana, il Visitor Center si pone l’ambizioso obiettivo di diventare Caput Viarum di un’esperienza culturale e turistica, candidandosi ad essere una “lente di ingrandimento” sulle bellezze culturali del territorio ed una prima tappa introduttiva ai molti itinerari culturali che la Rimini Romana offre”, spiega l’amministrazione comunale.
“Quello che da domani entrerà a far parte del patrimonio dei riminesi e dei turisti è uno strumento parte di un progetto di sviluppo della città. Un cammino che, giorno dopo giorno, ci vede impegnati nell’attivare i potenti motori culturali capaci d’attrarre, accanto ai percorsi verso le città d’arte più tradizionali, numeri importanti di visitatori con le bellezze di una città che, per la sua storia e per i suoi monumenti, è e rimane un esempio di romanità, una “piccola Roma sull’Adriatico” come l’ha definita non più tardi di un anno fa la rivista Bella Italia”. Così il sindaco Gnassi.
Il percorso inizia all’altezza dell’Arco di Augusto e si sviluppa lungo il decumano attraverso quattro “stazioni narranti”: un avatar che interpreta Giulio Cesare accoglie il visitatore e, prendendolo idealmente per mano, lo trasporta nella realtà dell’epoca. Quindi il viaggio prosegue lambendo alcuni dei principali capisaldi della Rimini Romana e le proiezioni si attivano al passaggio del visitatore: da una ricostruzione della tipica domus romana, al rapporto della città con il suo mare e infine ad una lettura di come l’antico abbia ispirato la grande architettura rinascimentale che nel Tempio Malatestiano ha il suo manifesto.
Il percorso è arricchito da una serie di reperti archeologici (frammenti di epigrafi, un capitello, un frammento di sarcofago, una stele) parte dei quali esposti per la prima volta al pubblico, messi a disposizione dai Musei Comunali con il consenso della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna.
Il percorso multimediale conduce davanti ad una grande parete multimediale interattiva, un touch wall nel quale viene rappresentata la ricostruzione ideale di Ariminum in età imperiale ed i punti di interesse della città: le domus, le vie principali, i monumenti, itinerari e percorsi da scoprire attraverso testi di approfondimento, immagini e giochi. Il visitatore potrà creare proprie personali wishlist contenenti gli itinerari selezionati e inviare il relativo pdf al proprio dispositivo mobile confezionando, direttamente all’interno del Visitor Center, l’itinerario di proprio gradimento, pronto a diventare una guida personalizzata alla Rimini Romana.
C’è anche una webcam collocata sopra ad un leggio che scatta una foto e, attraverso un software di riconoscimento facciale, “estrapola” i suoi connotati facciali e li inserisce all’interno del tema scelto (gladiatore romano, coppia di romani, ancella).
E una sala polifunzionale pensata soprattutto per le scuole e le esigenze didattiche degli studenti, ma anche come area ludico ricreativa.
Il Visitor Center (sarà anche un Ufficio di Informazioni Turistiche) è costato 146 mila euro, realizzato dalla Provincia di Rimini e finanziato interamente attraverso i Fondi Europei del Programma Ipa Adriatic – Cross Border Cooperation 2007-2013 all’interno del progetto “HERA- TOURISM OF ADRIATIC HERITAGE“ quale iniziativa pilota per lo sviluppo di nuove strategie indirizzate alla valorizzazione, alla promozione e alla sostenibilità del turismo culturale nell’area adriatica.
Nelle immagini in 3D della Rimini romana fa bella mostra di sé anche l’Anfiteatro Romano. Sembra lì, pronto da visitare nella sua imponenza (117,72 x 88,08 mt), nella sua struttura ad anello di forma ellittica. Invece il visitor che non si accontenterà della Rimini romana virtuale ma vorrà toccare con mano, avrà la brutta sorpresa che i riminesi ben conoscono. Pochi resti e poi il nulla, anzi un asilo, che copre l’Anfiteatro.
Il sindaco Gnassi in conferenza stampa ha ricordato la piccola Roma sull’Adriatico. Ma basterebbe che si andasse a leggere il sintetico volumetto realizzato dai Musei comunali (a cura di Angela Fontemaggi e Orietta Piolanti) nel lontano 1999 (nell’introduzione l’allora Soprintendente per i Beni archeologici dell’Emilia Romagna, Mirella Marini Calvani, scriveva “persiste tra l’altro, l’occupazione, mediante una serie di prefabbricati, di un settore dei ruderi, da parte di un Centro Educativo, assai incongruente con la visibilità e la valorizzazione del monumento”) per capire qual è il valore dei ruderi che anche la sua amministrazione comunale non ha fatto nulla in cinque anni (nemmeno uno studio preliminare) per riportare alla luce: “Fu forse l’imperatore Adriano, munifico promotore dell’edilizia pubblica, che, prima della metà del II secolo, volle omaggiare Ariminum di un monumento simbolo della Romanità, l’Anfiteatro, luogo deputato allo svolgimento dei giochi gladiatorii che, sulla base delle nostre conoscenze, rappresenta anche l’ultimo importante intervento urbanistico prima della decadenza”.
L’impegno a trasferire il Ceis e a recuperare l’Anfiteatro romano tutto intero, sottoscritto dal Comune di Rimini (che nomina tre suoi rappresentanti nel cda del Ceis, attuale presidente compreso) e mai onorato, è uno scandalo che la Rimini romana non merita. Una inettitudine a farsi carico del “problema” Anfiteatro, ancora un alieno a Rimini, che adesso anche il Visitor Center illumina e testimonia davanti alla città e al mondo.
Puccio Carlini
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