In alto(metro)mare: allarme per il cantiere del Trc

In alto(metro)mare: allarme per il cantiere del Trc

Rassegna dai quotidiani oggi in edicola

Slitta il varo del metrò di costa o Metromare, e lungo il tracciato vedremo qualche mezzo nuovo insieme agli attuali filobus. E si parla del "concreto rischio di veder deperire uno dei maggiori investimenti del territorio”. Gli operai bloccano i tir diretti all’Scm. Il 44enne pakistano aveva già tentato uno stupro. Un'altra lettera di Verdi in dono al Comune. Fellini, amarcord amaro a 25 anni dalla morte, "ora tornerà a casa".


“Falsa partenza per il Trc: si viaggerà sui vecchi filobus” (Carlino Rimini).
“Slitta il varo del metrò di costa o Metromare, come lo si chiamerà. Non solo. Nei primi mesi di attivazione correranno lungo il tracciato anche gli attuali filobus perché solo alcuni dei nuovi mezzi saranno disponibili, cosa che costringerà il futuro gestore a utilizzare veicoli che già oggi solcano le strade tra Rimini e Riccione. Da anni il giorno della prima corsa viene rimandato a data da destinarsi. Ieri in assemblea dei soci il presidente di Pmr, Patrimonio mobilità Rimini, Massimo Paganelli, è stato chiaro. «Il nostro obiettivo era essere pronti per la stagione estiva e questo rimane. Potrebbe essere il primo giorno di giugno, o il primo di luglio». L’ultima previsione dava l’entrata in servizio del metrò nei primi mesi del 2019. (…) C’è un problema con la fornitura dei mezzi. (…) Si chiamano Exqui.city18, sono veicoli all’avanguardia, ma «l’azienda ha commesse da tutto il mondo e quelli destinati al Metrò non saranno tutti pronti per l’estate, quanto sarà attivato il servizio», spiega il presidente. (…) L’inciampo dei veicoli non è l’unico punto interrogativo sulle tempistiche. Infatti che si tratti dei nuovi Exqui.city18 o dei vecchi filobus, i nuovi mezzi dovranno superare le forche caudine e i tempi della burocrazia imposti dai collaudi del ministero dei Trasporti”.
“L’opera in sé è stata ultimata tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. Questo doveva essere l’anno dei collaudi e delle autorizzazioni tecniche per partire nel 2019”.
E adesso Paganelli spera (nel bilancio di previsione 2019 di PMR si parla di “auspicio”) “che tutti gli attori interessati (Regione, Enti locali e Amr) collaborino fattivamente affinché si realizzino tutte le condizioni per accendere i motori del MetroMare nei tempi prestabiliti, evitando il concreto rischio di veder deperire uno dei maggiori investimenti del territorio”.

Un padre di troppo per i gemelli. La Procura chiede il test del Dna (Carlino Rimini). “Due padri per due gemelli? Per la procura di Pesaro non se ne parla proprio. Al massimo uno, e solo dopo la prova del Dna che dimostri il legame biologico con i bimbi. Altrimenti anche quella eventuale paternità singola sarà rimessa in discussione. Nella memoria depositata dal pm Silvia Cecchi al giudice civile Giuseppe Fanuli, chiamato a stabilire se la trascrizione dell’aprile scorso allo Stato civile di Gabicce mare dei due gemellini nati in America abbia presupposti veri o falsi (sentenza prevista il 4 dicembre prossimo), non sembrano esserci molti margini di ‘tolleranza’. In altre parole, il pm Cecchi chiede chiarezza sulle origini dei bambini perché questo è un loro diritto insopprimibile. Per arrivare a questo, la prova del Dna è un passaggio irrinunciabile”.

Gli operai bloccano i tir diretti all’Scm (Corriere di Rimini). «La protesta – spiegano Rocco Marino e Tiziano Loreti del sindacato – è stata organizzata per tutelare alcuni lavoratori (circa una trentina) che lavorano per una cooperativa esterna alle fonderie Scm. L’azienda ha avviato, al momento, una trattativa sugli incentivi per l’esodo solo con i dipendenti diretti. Ma nessuno, finora, sembra interessarsi delle sorti dei dipendenti che lavorano attraverso la cooperativa». La protesta ha creato caos in strada, a causa dei tir bloccati, ed è intervenuta anche la polizia. Ma «oggi torneremo in strada a manifestare».

Aveva già tentato uno stupro (Corriere di Rimini). “Per il 44enne pakistano bloccato domenica la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per un altro identico episodio”.

“Un’altra lettera di Verdi in dono al Comune” (Corriere di Rimini). “Il primo scritto è stato affidato al Comune di Rimini da un donatore anonimo in occasione dell’inaugurazione del teatro Galli, dopo essere stato rintracciato a Vienna da un antiquario. Questa volta, invece, la lettera spunta direttamente dall’archivio epistolario della famiglia Lega Baldini, i conti che ospitarono Giuseppe Verdi in occasione della sua esibizione al teatro Amintore Galli, quando nel 1857 eseguì l’Aroldo per celebrare la nascita dell’opera polettiana”.
Il conte Luigi Maria Lega Baldini, discendente diretto di Ruggero a cui il compositore scriveva: “E’ da sempre nell’epistolario di famiglia, un atto giusto e morale: così i due scritti staranno insieme”.

Fellini, amarcord amaro a 25 anni dalla morte, “ora tornerà a casa” (Carlino nazionale). “Venticinque anni senza Federico Fellini: il grande regista riminese se ne andò il 31 ottobre 1993 e il mondo si accorse di un vuoto che non riguardava solo la storia del cinema, ma una idea dell’arte che rimanda ai geni multiformi della creazione come Picasso. Un artista assoluto, capace di vedere il mondo attraverso un filtro tanto personale quanto universale. Quasi impossibile rintracciare un’eredità condivisa che vada oltre Fellini. La sua presa sul cinema mondiale è tanto forte da aver spinto un’intera generazione di registi americani a farne un’icona e un modello più o meno dichiarato. Ma Rimini, la sua città, che Fellini ha reinventato facendone a sua volta un’icona, oggi recita il mea culpa: non lo abbiamo ricordato abbastanza. Ecco allora, per farsi perdonare, il progetto del grande museo. E stasera, al Fulgor, il ritorno de ‘I Vitelloni’”.
“Nel frattempo Rimini «ha deciso che non bastava più uno spazio convenzionale, per contenere la straordinaria eredità di Fellini». Ecco allora il grande progetto del museo diffuso tra il Fulgor, il castello e piazza Malatesta, «i cui lavori – assicura Gnassi – partiranno nel 2019».”
Poi però bisognerà farsi perdonare la decisione di avere trasformato l’opera di Brunelleschi in contenitore felliniano.

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