In via Bramante continua l’abbattimento dei tigli?

In via Bramante continua l’abbattimento dei tigli?

Dopo tutti quelli andati giù per spianare la strada alla realizzazione del supermercato, un bell'esemplare in ottima salute sembra prossimo a fare la stessa fine.

Fin da bambino, allorché scolaretto elementare, mi hanno sempre insegnato la grande utilità degli alberi per le loro funzioni di ossigenazione, per la nidificazione e il decoro di un paesaggio quale esso sia. Ed è per questo che si devono rispettare, tutelare e pure incrementare. Ricordo pure che annualmente si celebrava la festa dell’Albero, con piccole ma significative iniziative che vedevano impegnate le scolaresche di allora. Bei principi ma che, evidentemente, a Rimini valgono nulla.
Qui vige la riprova dell’esatto contrario manifestatasi spesso con potature “creative”, abbattimento di piante centenarie o in alcuni casi una sorta di disboscamento selvaggio ai lati delle strade collinari. A Rimini evidentemente gli alberi costituiscono un problema, un fastidio; quando non li si curano, ed è la regola, li si eliminano, e poi – diciamocelo – ostacolano il radioso progresso che nostro malgrado ci tocca.

Tralasciando tutta la lunga serie di esempi già vissuti, ritorniamo su ciò che è accaduto in via Bramante con la strage dei tigli (qui); tigli credo, perché non mi intendo di essenze arboree più di tanto. In verità quel giorno avrei voluto chiederlo a qualche ambientalista che si spende proteggendo gli alberi ma, purtroppo, non ho trovato nessuno.

Ma ancor sempre in quella zona oggi un caso sospetto, un povero tiglio – credo – circondato da una recinzione metallica; per proteggerlo? Non direi dato che si presenta con la base piuttosto scalzata, e a ben guardare al centro di un prossimo tratto terminale di un camminamento ciclopedonale, di cui i cordoli laterali ne anticipano la realizzazione.

Spero che qualcuno si muova affinché l’ipotetico nuovo taglio non avvenga, ma che si usi finalmente il buonsenso di lasciarlo laddove è magari circondato da un’aiuola, perché gli attuali indicatori lasciano presagire il contrario.
Ed è quantomai indispensabile che se esiste chi tutela queste inermi creature, batta finalmente un colpo; ora. È solo un albero, ma candidato ad essere l’ultimo (per ora) dei tanti sacrificati sull’altare di un discutibile progresso che si appropria del suolo, non adattandosi allo stesso ma modificandolo a piacimento.

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