Piazzare una sessantina di pale eoliche al largo di Rimini produrrebbe un danno e nessuna utilità reale. Lo dice il docente di chimica dell'ambiente all'università di Modena. «Siamo davanti a una grande e costosa illusione collettiva». Intervista.
«Mettere 60 pale eoliche al largo di Rimini significherebbe distruggere l’economia della costa romagnola. Perché una cosa è piazzarle nel mare del Nord, ma da voi equivarrebbe ad uccidere tutto…, chi vuole che venga a vedere l’orizzonte trasformato da quei “corpi estranei”? Ma poi le pale eoliche sono inutili…» Chi parla è il professor Franco Battaglia, che insegna chimica dell’ambiente all’università di Modena.
Secondo le recenti modifiche al progetto iniziale, avanzate da Energia Wind 2020, le pale non sarebbero più 59 ma 51, e leggermente più distanziate dalla costa. Ma la sostanza non cambia.
Allora professore, perché inutili?
Sono inutili e anche una grande disgrazia, a mio parere. La ragione è semplice: per funzionare queste pale avrebbero bisogno che il vento soffiasse come la tecnologia vuole, invece succede esattamente il contrario: il vento soffia come vuole o non soffia proprio. Ho scritto un libro che s’intitola L’illusione dell’energia dal sole, e a distanza di 13 anni quello che sostenevo si è puntualmente verificato. Siamo davanti a una grande illusione collettiva. Le cosiddette energie alternative, che provengono dal sole e dal vento, hanno quattro caratteristiche che le rendono inutili: hanno una bassa potenza, essendo diluite nel tempo; hanno necessità di spazi enormi, essendo diluite anche nello spazio; sono intermittenti proprio perché il sole non brilla sempre e il vento non soffia sempre; e da ultimo sono inaffidabili perché il vento ad un certo punto smette di soffiare ma naturalmente non lo fa mandandoci un alert. Stando così le cose, non si può pensare di chiudere una centrale a carbone perché installo tante pale eoliche, non si può fare a meno neanche di un watt a carbone…
Quindi…
Il carbone produce elettricità quando decidiamo noi, il fatto è che di elettricità abbiamo bisogno quando occorre e non quando soffia il vento, ma lo stesso ragionamento vale per il fotovoltaico. In Italia abbiamo 20 gigawatt fotovoltaici la cui reale produzione è poco più di 2 gigawatt; 20 gigawatt fotovoltaici ci sono costati 100 miliardi ma per produrre 2 gigawatt elettrici basta spendere mezzo miliardo, ad esempio, in due impianti a gas. O, volendo proprio essere spendaccioni, 5 miliardi in due impianti nucleari, ma non 200 miliardi in pannelli fotovoltaici. Qual è la differenza sostanziale? Che mentre i due impianti nucleari consentono la chiusura di due impianti a carbone, i 20 gigawatt fotovoltaici (che ne producono 2 perché il sole non brilla sempre), non consentono la chiusura di un solo watt a carbone. Mentre noi stiamo parlando al telefono (ore 19 di ieri sera, ndr) il sole non c’è ma si registra il picco massimo di assorbimento elettrico in Italia ed è questo il motivo per il quale non possiamo fare a meno degli impianti a carbone, a gas …
In più le energie alternative le paghiamo tutti, e in maniera salata, in bolletta…
Esattamente. I costi sono esorbitanti, il grosso di quello che paghiamo con la bolletta elettrica è indipendente dal consumo, e dipende dalla politica energetica che è stata compiuta soprattutto negli ultimi 15-20 anni dal governo italiano.
In passato uno studio dell’Authority per l’energia aveva calcolato che 6,5 miliardi di euro l’anno se ne andavano in Cip6 (dal nome della delibera del Comitato interministeriale dei prezzi adottata nel 1992), ovvero la voce che nelle bollette dell’energia elettrica riguarda il finanziamento delle energie pulite e che pagano tutti gli italiani.
Il fotovoltaico e l’eolico si diffondono, contro ogni logica economica e utilità effettiva, solo grazie ai contributi pubblici che ricevono. Mentre chi ci governa ci sta tenendo impegnati col finto problema del Covid, e tutta l’informazione dalla sera alla mattina si occupa solo di questo, si attuano e si perpetrano scelte sbagliate e pericolose.
Finto? Ci sono gli ospedali che si stano riempiendo e i morti aumentano.
Finto problema non perché non esista, ma perché ha soluzione, mentre ci troviamo nella situazione in cui siamo a causa della totale inefficienza del sistema sanitario nazionale e della incompetenza dei decisori. Sono sei mesi che si parla di una presunta seconda ondata, ma mica si sono preparati per affrontarla…
Quindi cosa si sente di dire davanti al progetto che avanza a Rimini e sul quale l’ultima parola non ce l’avrà il territorio ma il governo centrale?
Mi auguro per voi che non si faccia nulla, gli abitanti di Rimini e principalmente chi opera nel turismo, farebbero bene ad opporsi con decisione. Impatto a parte dal punto di vista della centrale ultimata, va considerato anche tutto il periodo di durata dei lavori. Questi impianti fanno bene alle tasche di chi li installa, non certo a chi li ospita.
Fotografia: Andreas Haunold da Pixabay
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