La maggioranza ha scoperto la Complanare (nuova Statale 16)

La maggioranza ha scoperto la Complanare (nuova Statale 16)

Dopo dieci anni di silenzio nei quali la bussola è stata il "fila dritto", è scoppiata la fretta. Ma devono essere approfonditi i collegamenti tra questa nuova arteria e la rete stradale esistente, l'impatto sull'ambiente e sulle attività agricole, e tanto altro.

Circa sei mesi fa scrissi una lettera denunciando che erano ormai più di dieci anni che non si parlava di Complanare (nuova Statale 16). Pochi giorni dopo Riziero Santi, Presidente della Provincia, confessava che non c’era neppure un tracciato condiviso, perché nei comuni interessati erano molti i distinguo.
Oggi nel caos conclamato della mobilità cittadina, una maggioranza persa nel nulla amministrativo (vedi retromarcia sul tracciato Trc stazione-Fiera, parcheggi, alternativa alla chiusura del ponte di Tiberio, eccetera), pensa di nascondersi dietro la Complanare affermando che bisogna fare presto, quando la colpa di dieci anni senza fare letteralmente nulla è in buona parte da addossare a chi ha governato la città.
Una colpa che ha origine nel semplicismo dell’amministrare, di chi pensava, con tanto di totem pubblicitari, che i nodi della mobilità cittadina si sarebbero potuti sciogliere attraverso il famoso “fila dritto”.
Questa premessa ha il duplice scopo di raccontare la storia nella sue verità autentiche e nel contempo cercare impedire che il suddetto semplicismo amministrativo continui allo stesso modo. Con riferimento specificatamente alla Complanare, significa pretendere un quadro di questa arteria che vada ben oltre ad una riga tracciata con un evidenziatore su una cartina.
Penso in particolare ai collegamenti tra questa nuova arteria e la rete stradale esistente, dove occorre creare un omogeneizzazione che finisca per riflettersi in tutta la mobilità cittadina, che significa in primo luogo definire in termini puntuali quanti sono e dove esattamente vengono pensati i punti di “intersezione”, con tanto di progettazione preliminare per verificarne la loro reale fattibilità ed utilità in rapporto alle strade cittadine che ovviamente dovranno essere adeguate a questo grande sistema stradale, che dovrà poi fare parte fondante del Piano Urbanistico Generale.
Se questo è il quadro di massima, entrando nel merito delle tante specifiche sono moltissime le questioni su cui sarà necessario approfondire il dibattito, compresa l’aggiunta della strada Igea Marina e S. Giustina, dimostrando in primo luogo la sua utilità con apposito calcolo trasportistico ed in ragione di questo anche le possibili soluzioni alternative.
Saltare questa prassi è praticamente un assurdo al cubo, in primis perché dieci anni li hanno persi loro, poi non si può parlare continuamente di consumo del suolo zero e poi permettere che si distrugga un intero ambiente, infine la motivazione del diniego, ossia scade l’autorizzazione ambientale che dimostra che per qualcuno, al di là delle liturgie, l’ambiente è qualcosa a geometria variabile.

Giulio Grillo

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