Il consiglio tematico sulla alternativa al ponte di Tiberio si è chiuso senza alternative

Il consiglio tematico sulla alternativa al ponte di Tiberio si è chiuso senza alternative

La giunta in carica mette le mani avanti e spiega che se fino ad oggi non ha partorito soluzioni, la colpa è delle amministrazioni precedenti ed anche di «una serie di criticità fisiche che altre città non hanno». Bocche cucite sul ponte che verrà, secondo Morolli è oggetto di confronto con la Provincia, secondo l'assessora Frisoni i progetti sono in corso di definizione.

Cercasi Teseo in grado di districarsi fra i piani del traffico e condurci fuori dal labirinto della mobilità «sottosopra». Il labirinto è quella realtà costruita «per confondere gli uomini», secondo la celebre definizione di uno che ha avuto titolo per parlarne: Jorge Luis Borges.
Nel consiglio comunale tematico che si è svolto ieri sera (tema: “la paralisi della viabilità veicolare dopo la chiusura del ponte di Tiberio, quali alternative”) grazie alla mozione che porta la firma di Gioenzo Renzi, una cosa è risultata chiara: siamo parecchio confusi. Manca il filo da seguire per uscire dal labirinto. Non c’è proprio. Tortuosi sono i ragionamenti e le ipotetiche soluzioni che gli assessori (il sindaco era assente) hanno affastellato continuando a girare intorno al problema e promettendo la luna mentre i residenti del rione Clodio vengono quotidianamente soffocati dai fumi di scarico e mentre, invece, nel Borgo fortunato al di là del ponte, questi problemi non ce li hanno.
Per chi volesse andare alla fonte della notizia, sfrondando via ogni orpello aggiuntivo, risulta molto istruttivo seguire dall’inizio alla fine il consiglio comunale e lo si può fare a questo link.
Dall’opposizione è venuta una proposta concreta per limitare i danni e migliorare nell’immediato anche la vita dei residenti del rione Clodio, in attesa che si manifesti il miracolo (chissà fra quanti anni) della viabilità alternativa al ponte di Tiberio reso off limits alle auto dal maggio 2020. L’ha snocciolata lo stesso Renzi e prevede, sostanzialmente, la riapertura al traffico del ponte e la reintroduzione del senso di marcia monte-mare in via bastioni Settentrionali, interrompendo il serpentone di mezzi che si incuneano nelle stradine del rione. Nel dettaglio le richieste sono:
l’attivazione e ampliamento della Ztl su Corso d’Augusto e via Ducale, dalle 8 ore previste ad almeno 16 (diurne e notturne), come reclamato dai residenti, alla luce del carico di traffico, «visto che nel Borgo San Giuliano, che pure non rientra nel Centro storico, vige una Ztl di 24 ore (come in via IV Novembre e in via Garibaldi)»;
il ripristino dell’originario senso di marcia monte-mare lungo via bastioni Settentrionali, evitando l’attraversamento del traffico su Corso d’Augusto e via Ducale ed eliminando almeno una delle due Circonvallazioni che assediano il Rione Clodio;
la eliminazione dell’immissione su Corso d’Augusto e via Ducale, contemplando, per la percorrenza mare-monte, due alternative, attuabili anche sinergicamente, ovvero: «il temporaneo ripristino della precedente percorrenza su via Matteotti, viale Tiberio, con attraversamento sul Ponte di Tiberio, in attesa della realizzazione del ponte alternativo; attuando la percorrenza su via Roma, con accesso mare-monte su via Bastioni Orientali, quest’ultima con doppio senso di marcia, in modo da creare un’alternativa a via Tripoli».
Davanti a queste proposte, le risposte dell’assessora Roberta Frisoni (ed anche di Mattia Morolli) si sostanziano in due capitoli: il primo è un atto di sottomissione alla volontà del precedente regnante, che partito da una sperimentazione ha poi deciso di renderla “per sempre” senza mai portare dati oggettivi a supporto della scelta. Si sostanzia nel comandamento indiscutibile «il ponte non si riapre». Secondo solo al primo: non avrai vita facile se ti ostinerai a venerare altre divinità (leggasi automobile) che non siano la bicicletta e lo Shuttlemare. A questi due pilastri dal valore (ri)educativo, si aggiungono una serie di mezzi interventi o di progetti di là da venire.
La parte più avvincente della discussione ha riguardato la pellicola kolossal che da anni al botteghino batte forse anche i film di Fellini: il ponte sul (nostro) fiume fiume Kwai, che si chiama Marecchia. Al riguardo gli assessori non hanno svelato nulla, mantenendo il segreto su quello che hanno in mente. E qui incrociando le dichiarazioni dei due assessori coinvolti nella problematica, si scopre che si contraddicono a vicenda. Per Morolli (Lavori pubblici), «per non sbagliare investimento» sarebbe in corso un confronto serrato con la Provincia, «per capire quali possibilità offre il Ptcp (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ndr) sulla collocazione del ponte». Quindi tutto sarebbe ancora avvolto dentro la nuvola di un dialogo con l’ente a guida Riziero Santi. L’assessore si è anche avventurato in un esempio che l’ha portato ad infilarsi in un altro labirinto senza uscita: la città è in cambiamento e muta anche i suoi servizi, quelli pensati ad esempio in via della Fiera un po’ di anni fa sono stati rivisti. Come la piscina comunale, che infatti è stata dirottata a Viserba. Questa la narrazione di Morolli, ma la realtà è ben diversa: il polo natatorio è finito in un vicolo cieco a seguito del fallimento della ditta che avrebbe dovuto realizzarlo, però questo intervento ha “giustificato” i metri cubi di residenziale e di commerciale che, a differenza della piscina, hanno visto la luce. E in più ci sono anche le vicende giudiziarie. Da qui la svolta, molto contestata, in zona Cesarini nel parco don Bello.
Ma, se per Morolli il tentativo di disegnare il nuovo ponte sulla cartina stradale, sarebbe ancora una procedura nascosta nella nebbia, da affrontare «senza fretta», da accordare con gli strumenti urbanistici sovracomunali, che dovrà transitare attraverso l’ascolto delle opposizioni e della città, per l’assessora Frisoni le prospettive sono molto più chiare. Anzitutto c’è il Pums (piano urbano della mobilità sostenibile), che fra gli obiettivi molto ambiziosi enuclea anche quello di «allontanare il traffico dal centro storico, spostandolo sulla Statale 16, realizzare un nuovo ponte, parallelo a quello della Statale 16, con una viabilità alternativa che crei un nuovo percorso di congiunzione nord-sud della città». A riprova che la giunta comunale ha già ben chiari i paletti sulla collocazione del nuovo ponte, l’assessora ha aggiunto che «non porterà nuovo traffico nel quartiere dell’INA casa», che «le progettualità sono in corso di definizione e approfondimento, e che segue il mio collega ai lavori pubblici Morolli, … saranno rese pubbliche e supportate da un processo di partecipazione e condivisione con la città». Ha poi ulteriormente spiegato che «le opzioni che sono in discussione, proprio perché si pongono l’obiettivo di allontanare il traffico dal centro, non intendono portare traffico in quartieri residenziali». Quindi si sa ma non si dice dove sorgerà il ponte sul fiume Kwai, anzi Marecchia. E gli assessori hanno continuato a fare i misteriosi nonostante la minoranza li avesse messi in guardia: non solo con la mozione generale, ma anche con diversi interventi che hanno battuto proprio sulla necessità di scoprire le carte in tavola, all’insegna della trasparenza: «La domanda chiara che vi rivolgo è la seguente: qual è l’alternativa al ponte di Tiberio? Dite che state verificando più opzioni, quali sono? Ci sono studi ambientali che impediscono la realizzazione del tunnel sotterraneo (che risale alla giunta Ravaioli, ndr)? Se non avremo una riposta chiara equivarrà a dire che non sapete cosa fare», ha incalzato Luca De Sio della Lega. La risposta non è arrivata.
C’è un altro tassello di cui bisogna dare conto. L’assessora alla mobilità Robert Frisoni ha messo le mani avanti, della serie: «L’organizzazione della viabilità nella nostra città, non solo nel centro storico, è una questione molto complessa, perché abbiamo ereditato una pianificazione urbanistica tutt’altro che favorevole». E’ colpa di Ravaioli e Melucci, insomma, se adesso non riescono a levare un ragno dal buco. E poi «abbiamo dei vincoli fisici, penso al mare che ci crea una barriera longitudinale, penso al Marecchia, all’Ausa, ci sono una serie di criticità fisiche che altre città non hanno, e che creano difficoltà nel proporre alcuni interventi». E’ qui, pare di capire, sia colpa di Rimini.
Mentre nei fatti i progetti di una viabilità organica in grado di rispondere alle esigenza reali, non avanzano, corrono invece veloci gli obiettivi ideologici: «ci siamo posti l’obbiettivo di ridurre al 50% – rispetto al 73% circa di partenza – l’utilizzo dell’auto, facendo in modo che l’altro 50% avvenga con modi più sostenibili: trasporto pubblico, ciclabile, ecc. In primis è necessario cercare di orientarsi su modalità di spostamento assolutamente più sostenibili». Il tunnel è stato scartato, hanno ribadito sia Morolli che Frisoni, «perché avrebbe riportato traffico nel centro storico», come se adesso il centro storico fosse un’isola felice. L’amministrazione sta poi lavorando ad un «nuovo asse parallelo a viale Tripoli, utilizzando la via dello stadio, la zona della ex questura e che collega via Ugo Bassi con via Flaminia; ad una nuova rotonda all’altezza di Bigno, in progettazione e i cantieri partiranno nei prossimi mesi, più alcuni approfondimenti in corso su altre due o tre situazioni critiche: una migliore gestione e del traffico sia veicolare che pedonale all’altezza dell’Arco d’Augusto, dove troppa promiscuità sta creando degli ingorghi all’intersezione di via XX settembre, rotatoria e attraversamenti pedonali, ed anche nell’asse di via Roma deve essere migliorata la rotatoria esistente che crea un intoppo. Stiamo anche studiando la realizzazione di un sottopasso ciclopedonale di fronte al Settebello con passaggio di fianco all’anfiteatro, per fluidificare il traffico su via Roma», per finire con «la messa a regime della Ztl del centro storico». Quando tutto questo? «Nell’arco del triennio ci impegniamo a fare tutto quello che vi ho elencato», ha tenuto a precisare Roberta Frisoni.
Nel frattempo ci proponiamo di organizzare una visita guidata al labirinto del Masone, che potrebbe essere d’aiuto per inserire qualche elemento di realtà nel confronto e trarre ispirazione per la soluzione dei problemi del traffico a Rimini.
La mozione di Renzi è stata bocciata dalla maggioranza.

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