La pandemia non ferma le «idi di marzo»

La pandemia non ferma le «idi di marzo»

Cerimonia ridotta, ma la Legio XIII Gemina non ha mancato di onorare la memoria di Cesare nemmeno in tempi di Covid.

A causa del virus, i legionari della Legio XIII Gemina (associazione culturale di rievocazione storica e archeologia sperimentale), come tutti i cittadini di Ariminum confinati nelle proprie abitazioni, sono temporaneamente relegati all’interno del “castra hiberna”.

Ma quest’anno però, alle “idi di marzo” non hanno mancato di onorare la memoria di Gaio Giulio Cesare, il più grande condottiero della storia romana e d’Italia, colui che ha reso famosa Rimini nel mondo. Lunedì scorso, dopo una visita alla locale caserma di via Flaminia e una foto davanti alla statua del “dictator” con il tenente colonnello Danilo Gallo, insieme con ARIES (Associazione Ricerche Iconografiche e Storiche) la Legio XIII Gemina – Rubico ha deposto una corona di alloro ai piedi del cinquecentesco cippo di piazza Tre Martiri.

Il tenente colonnello Danilo Gallo e il centurione (in borghese) Michael Tebaldi in rappresentanza della Legio XIII Gemina-Rubico, nella Caserma Giulio Cesare, dove è stata deposta una corona di alloro.

La stele, eretta a ricordo dell’arringa tenuta dal primo dei “dodici Cesari” in quel fatidico gennaio del 49 a.C. è posizionata al centro del foro romano di Ariminum, fulcro strategico civile e militare per l’Urbe. Dal 58 avanti Cristo, la Legio XIII Gemina è al fianco di Cesare in innumerevoli battaglie. E non lo abbandona. Nemmeno per la pandemìa.

Rimini 2.0 si augura che anche la Città, per esprimere pari reverenza a Cesare e diciamolo chiaramente, anche in rispetto del proprio decoro, si armi non più di flebile “scotch” per sistemarne la statua con indegne rappezzature, ma di bronzo, come si conviene al cospetto di un grande generale.

Le «idi di marzo» del 2019, davvero un’emozione.

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