La “pezza” al ponte di Verucchio: ecco come ha riaperto

La “pezza” al ponte di Verucchio: ecco come ha riaperto

Siamo andati sul posto. Per vedere il "miracolo" compiuto a una settimana dal voto. Auto in fila al semaforo per attraversare il ponte ad una sola corsia, vietato ai mezzi di peso superiore alle 3,5 tonnellate. Da un mese e mezzo i disagi sono enormi.

In fila al semaforo. Piccole file oggi che è domenica, ma domani? Eccoci al riaperto ponte di Verucchio. Riaperto come? Una sola stretta corsia, a senso unico alternato, regolato da semafori. Rosso, verde, rosso, verde, poi ancora rosso e verde e rosso e gli automobilisti, ma anche i ciclisti (oggi forse più numerosi di chi viaggia su quattro ruote), attendono pazienti il turno. Non si può fare diversamente. Chi è al volante di mezzi che non superano le 3,5 tonnellate passa. Chi le supera no, compresi i bus che trasportano gli studenti. Per costoro il ponte resta chiuso e non si sa bene fino a quando. Si vive alla giornata. Si attendono gli annunci del proprietario e custode di questo ponte, che a sua volta le indicazioni le riceve probabilmente da qualcun altro.

Domenica 19 gennaio 2020. Fra una settimana si vota. Riziero Santi (è lui il proprietario e custode in quanto presidente della Provincia di Rimini) ha fatto fare le corse alle imprese e ai tecnici, li ha fatti lavorare anche nei weekend, per arrivare a questo mezzo risultato che lascia sul terreno enormi disagi a chi deve spostarsi nella Valmarecchia. Poi i conti si faranno alla fine. Tanto pagano sempre i cittadini.

Ha dovuto trasformarsi improvvisamente in comandante in capo del ponte, Riziero Santi (toccano tutte a lui, anche mettere in movimento il Metromare), dopo che si è accorto (lui e il suo entourage) che al ponte si erano scoperti i grandi piedi, e le pur robuste “gambe” e la strada sospesa a venti metri d’altezza avevano cominciato ad andare in crisi. Era il 20 dicembre quando scattava il blocco totale. Ma dal 4 dello stesso mese si viaggiava a senso unico alternato con un lasciapassare per i mezzi fino a 40 tonnellate. Ben più del limite attuale, che ha tutta l’aria di una “pezza”.

Domenica 26 gennaio si vota. Stefano Bonaccini e tutti i colonnelli di grado inferiore sono impegnati pancia a terra per mantenersi nel fortino, sempre più assediato. Nel mondo Pd e dintorni la preoccupazione c’è, eccome se c’è. Sperano nella pesca delle sardine. Ma chissà se sarà una pesca miracolosa oppure no. Salvini & Borgonzoni in tenuta “cavallino rampante” che da Maranello lanciano segnali di sfratto a chi abita nel palazzo da mezzo secolo, paralizzano di paura lo stato maggiore del Pd. Andare al voto col ponte serrato, avranno pensato il generale e i colonnelli, proprio no, non ce lo possiamo permettere.

Il Riziero frettoloso ha fatto la segnaletica cieca. Stamattina c’erano in giro addetti che ricoprivano con cellophane nero i cartelli stradali ormai superati, ma quelli che descrivono l’attuale stato dell’arte (chiuso fino a 3,5 tonnellate) sono molto rari. In compenso restano le indicazioni per seguire le direzioni consigliate e non appesantire i tratti più critici.

Il ponte di Verucchio e l’alveo interessato dai lavori chissà per quanto tempo ancora, restano cantieri in piena attività. Le ruspe sono sul posto. Il fiume è come una signora provata dagli anni e da interventi non proprio riuscitissimi realizzati da qualche chirurgo estetico. Il suo corso d’acqua appare “violentato”, piegato ai voleri dell’uomo. La pila messa peggio è stata circondata da cemento e massi. Le briglie non sono mai troppe in questo fiume. Si costruiscono e crollano a ciclo continuo. Ne manca ancora una, pare.

E l’intervento principale atteso sul ponte, che risente della attrazione fatale dei due opposti versanti e che lo stanno piano piano accartocciando? Lo scopriremo solo vivendo. Passate le elezioni, forse potrà diventare più trasparente la cartella clinica del ponte di Verucchio.

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