La sega elettrica colpisce ancora

La sega elettrica colpisce ancora

Non si può dire che la pubblica amministrazione dia il buon esempio in fatto di verde pubblico. Non solo perché è in deficit di 200 ettari di verde, ma soprattutto perché ha ampiamente fatto uso della sega elettrica per abbattere piante secolari e non. C'è poco da stupirsi allora se qualcuno decide di tirare giù dei grandi pini e l'assessore all'Ambiente non ne sa niente. Ambientalisti sul piede di guerra, ma non tutti e non sempre ugualmente pronti a denunciare le "malefatte ambientali" del Comune.

Antonio Brandi, vicepresidente del WWF Rimini, a nome delle associazioni ambientaliste Rimini (ANPANA Rimini, dnA Rimini, Fare Ambiente, Fondazione Cetacea, Italia Nostra, Legambiente, L’Umana Dimora e WWF Rimini) ha inviato un comunicato stampa il cui esordio è questo: «Ennesima strage di alberi in città fra lunedì e martedì, in Via Dario Campana, angolo Via Italo Flori. Cinque grandi pini (non 7/8; ndr) sono stati abbattuti da un privato, FORSE senza neppure l’autorizzazione del Comune. E in palese violazione del Regolamento del Verde che vieta abbattimenti e potature in primavera estate, fra Marzo e Luglio, periodo di sviluppo della vegetazione e di nidificazione degli uccelli».

Prima che le seghe elettriche entrassero in azione.

Vado sul luogo degli abbattimenti, avvisato da un amico che abita poco distante. Scatto decine di fotografie per documentare la dolorosa sequenza con cui cadono le cinque chiome. Le persone che passano sbarrano gli occhi, ma in questa strana città piena di “visionari”, la “visione” del verde urbano non è mai stata tra le priorità dei nostri amministratori. Il vicepresidente WWF Rimini afferma e si chiede: «In Via Dario Campana gli interessati hanno dichiarato di avere tutte le autorizzazioni, che però non abbiamo visto, e dall’Ufficio Verde del Comune dicono di non saperne niente e di non avere autorizzato nessun taglio. Dunque, chi avrebbe legittimato l’abbattimento? Un altro ufficio del Comune, diverso dall’Ufficio Verde che ne ha la competenza, senza neanche informare l’Assessorato all’Ambiente?». Il ragionamento non fa una grinza.

Sarà curioso sapere, se mai ci forniranno spiegazioni, quale sia stato il percorso che ha portato alla condanna dei pini. È anche curioso che in un viale frequentato e centrale come quello in oggetto, non sia passata nemmeno per sbaglio una pattuglia di vigili urbani durante le due giornate di “canto” delle seghe elettriche. Quando abitavo da quelle parti non passava giorno in cui, e i residenti mi sono testimoni, alcune auto in sosta non trovassero in dono un allegro tagliando “verde” sotto il tergicristallo.

È singolare, nessuno ha visto, ma è andata così. È assai meno comprensibile che Ufficio verde e Assessorato all’Ambiente fossero all’oscuro delle manovre, a meno che non sia intervenuto qualche altro servizio comunale (Ufficio concessioni Edilizie?) che ha concesso l’autorizzazione all’abbattimento senza poi comunicarlo ai sopra citati uffici preposti alla tutela del verde. Oppure ancora, ove fosse stato compito del privato darne comunicazione, ma questi non lo avesse fatto. Se il caso fosse il primo, sarebbe difficile non rilevare come ci sia stata un’evidente falla di comunicazione tra gli uffici comunali coinvolti. In tutti i modi, seguiremo gli sviluppi della faccenda.

Come puntualmente rilevato da Antonio Brandi, c’è anche la questione che l’eliminazione degli alberi è “caduta” proprio nel periodo di riproduzione dell’avifauna”. Se non c’erano i presupposti di particolare pericolosità per poterli tagliare, è stato ignorato anche il regolamento al riguardo. Che poi questa, come altre normative nazionali, vengano sistematicamente disattese, in primis dal comparto pubblico, è riprovevole, ma non ne inficia l’importanza. Indagando a fondo, come rileva un amico ornitologo, si aprirebbero scenari incresciosi. Riassumendo: sono stati segati 5 pini all’interno di un’area privata. Il WWF Rimini nel comunicato stampa ha motivo di dichiarare che l’Ufficio Verde non ha dato permessi per il taglio dei pini. L’Assessorato all’Ambiente, coglie la rima: non ne sa niente. Se un terzo soggetto comunale ha dato il benestare al taglio, questo doveva essere comunque autorizzato dall’Ufficio Verde. Il mese di luglio non è ancora finito, ma il regolamento a tutela dell’avifauna dev’essere rimasto in un cassetto. Alla fine, sapete di chi sarà stata la colpa? Di mastro Geppetto!

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