Via Ducale e porta Galliana: i problemi della viabilità figli del tunnel mancato

Via Ducale e porta Galliana: i problemi della viabilità figli del tunnel mancato

«La pedonalizzazione del Ponte Tiberio è stata da sempre una priorità per la città. Ma dato che costituiva un passaggio nevralgico doveva essere attentamente preparata per non creare situazioni irrazionali. Ci pensò il progetto del 2010, rimasto però lettera morta». Ma nel decennio in cui ha prevalso l'ossessione "Rimini volta pagina", in Comune l'hanno tenuto nel cassetto. Lettera.

La questione della viabilità che affligge la Via Ducale, rappresenta di fatto l’estemporaneità con cui si è affrontata quella cittadina, materia assai complicata e, quindi, bisognosa di mani – veramente – esperte. Ora maggiormente afflitta dalla pistociclabilemania che non tiene conto delle necessità di coloro che, per motivi oggettivi, non possono muoversi in auto o con mezzi pubblici. Penso ai tanti anziani e famiglie con bimbi piccoli, specie in periodi invernali.
Ma in una città “green” sembra che siano sacrifici da sostenere, come pure quelli relativi al massiccio e indiscriminato taglio di alberi, ed alla profusione di calcestruzzo un po’ dovunque.
Oggi se si fossero attuati progetti e considerazioni passate elaborate in un periodo “ante Gnassi”, non si sarebbe giunti né alla situazione che vive Via Ducale, né in quella caotica che riguarda la zona di Porta Galliana.
La pedonalizzazione del Ponte Tiberio è stata da sempre una priorità per la città. Ma dato che costituiva un passaggio nevralgico da monte verso la città, doveva essere attentamente preparata e progettata per non creare situazioni irrazionali.
Ed ecco al proposito il progetto del 2010 caldeggiato dall’allora Amministrazione, che vedeva un tunnel costruito con le più moderne tecnologie, anche per l’abbattimento delle polveri sottili, che avrebbe risolto il problema. Lo stesso assessore ai lavori pubblici del tempo, Juri Magrini, ne era entusiasta, tanto da dichiarare di lasciare il progetto “fattibile e non una chimera” in eredità alla futura nuova amministrazione, aggiungendo che non si trattava di un project o altro ma di un’opera pubblica pura.
Il progetto era poi integrato alle circostanze, tanto che l’annuncio si completava in tal modo: “sarà inoltre compatibile con il progetto di sistemazione definitiva del parco, che distinguerà le funzioni di fruizione del verde con quelle idrauliche, mantenendo la presenza di un flusso d’acqua continuo per garantire l’ossigenazione del bacino“. Un bel progetto quindi, che oggi, alla luce dei fatti, si sarebbe rivelato indispensabile, anche perché era pensato in modo tale da non creare disagi ad alcuno in fase di esecuzione. Lungi invece da quelli attuali in quella zona, in cambio di un …banale nulla.
L’odierna idea che si debba creare un percorso da mare a monte passando per Porta Galliana, che condurrà al fantastico mondo felliniano, ha creato non pochi problemi di mobilità; ma questi saranno accentuati maggiormente quando la Via Bastioni Settentrionali diverrà a senso unico mare–monte.
Chi vorrà recarsi nella zona della marina, sarà quindi costretto al caos di Via Tripoli se non della Via Roma e della Stazione, già fortemente provate ed appesantite dal traffico.
Oggi se ci fosse quel tunnel, il cui completamento era stato ipotizzato per lo spirato anno 2014, saremmo dinnanzi ad una ben altra situazione. L’idea felliniana, seppure discutibile, sarebbe stata comunque salva, il traffico poteva parimenti continuare in direzione mare, passando per Borgo San Giuliano e per il Ponte dei Mille, con nessuno o minimo incremento di flusso. E il Ponte Tiberio sarebbe stato così veramente liberato in modo indolore per tutti.
Invece assistiamo a scelte improbabili, raffazzonate e prive di logica, forse travisate da un’ossessiva avversione ai mezzi di trasporto che non siano biciclette o monopattini. Questa è la situazione, data dal fatto che l’Amministrazione insediatasi in seguito non ha saputo/voluto cogliere questa grande opportunità, perché con il tormentone del “Rimini volta pagina” ha di fatto gettato alle ortiche ciò che di valido era stato precedentemente progettato; e questo non è stato l’unico caso in questione, ma la perla di una lunga collana inanellata da chi voleva smarcarsi da un passato che oggi per certi versi e argomenti si rimpiange.
È quindi prevalsa con molta leggerezza la presunzione di essere capaci di affrontare indistintamente qualsiasi argomento, anche quelli che necessitano invece di grande competenza, e nel caso in questione il progetto era stato precedentemente opportunamente valutato e soppesato. Questo è avvenuto in ogni campo, dove la perizia e la specializzazione è stata soppiantata da una improvvisata tuttologia invadente e senza risultati logici. E le conseguenze oggi sono sotto gli occhi di tutti, peseranno sulla città per molti anni futuri e la stessa le pagherà care.
Oggi oltre alla pedonalizzazione del Ponte si sarebbe potuto fare di tutto; ciclabili, marciapiede ed ogni altra cosa si ritenesse necessaria, rispettando la viabilità ma soprattutto senza creare criticità e disagi.
Perché, come si dice, a spendere i soldi pubblici tutti sono capaci, come pure passare per il sindaco del “fare”; ma poi bisogna vedere cosa e quali siano o saranno i risultati attuali e futuri.

Salvatore de Vita

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