La statua di Cesare a rischio danneggiamenti: «sul Comune gravano precise responsabilità»

La statua di Cesare a rischio danneggiamenti: «sul Comune gravano precise responsabilità»

Restituita alla città di Rimini dall'amministrazione militare oltre un anno fa, versa in stato di completo abbandono. La lettera di Aries al sindaco, recapitata anche a prefetto e soprintendenza.

La lettera che segue, a firma del presidente e del segretario coordinatore dell’associazione Aries, rispettivamente Francesco Paolo Raggi e avv. Gaetano Domenico Rossi, oltreché degli associati, è stata recapitata al sindaco del Comune di Rimini, che ricopre anche la delega alla cultura, e per conoscenza al prefetto, al soprintendente per i Beni Culturali, al presidente della Commissione consiliare cultura del Comune di Rimini e alla stampa locale. Si parla dell’ancora irrisolto tema della statua bronzea di Giulio Cesare, sola e soletta nella caserma ormai da tempo deserta, in attesa che diventi la nuova “cittadella della sicurezza“.

In relazione alle sorti della statua di Giulio Cesare, delle quali la nostra Associazione Culturale si è fatta specificamente carico per averne promosso e caldeggiato la restituzione alla città dall’Amministrazione Militare, si ricorda che il 14 maggio del 2021, quindi oltre un anno fa, la statua era stata finalmente, dopo 70 anni, formalmente restituita al legittimo proprietario: il Comune di Rimini.
Dopo aver in precedenza pubblicamente assicurato che a restituzione avvenuta la statua sarebbe ritornata fra le mura della città (v. Resto del Carlino 14 aprile 2019!) come d’altronde auspicato da moltissimi cittadini riminesi, di cultura e non, delle più varie estrazioni ed opinioni, e dopo aver confermato che si sarebbe previamente proceduto al suo restauro, asseritamente necessario prima del promesso trasferimento, accorre invece a tutt’oggi lamentare il fatto che ad oltre un anno di tempo quella Statua – bene soggetto a tutela del Ministero, di proprietà del Comune e nella attuale disponibilità del Demanio Civile – langue ancora all’interno della abbandonata ed armai fatiscente ex Caserma Giulio Cesare.
Al di là delle assicurazioni date ma non mantenute dalla precedente Amministrazione, preme quindi sottolineare il fatto che continuare a lasciare quel pregevole monumento bronzeo in quel luogo incustodito – o quanto meno non continuativamente vigilato – esposto alle ingiurie del tempo ed al rischio di vandalismi e danneggiamenti da parte di chi accedesse furtivamente al complesso – che versa in stato di completo abbandono – rende oggettivamente prevedibile l’eventualità di un possibile danneggiamento e comunque certo il suo progressivo degrado.
Sulla S.V. gravano responsabilità ben delineate dal Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, approvato con Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (G.U. n. 45 del 24 febbraio 2004, s.o. n. 28).
Nello specifico, il Cadice (Artt. 27, 29 e 30) sancisce infatti le responsabilità connesse agli obblighi conservativi che alle SS.LL. fanno capo a pur diverso titolo, laddove ricorda che lo Stato, le Regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro Ente ed istituto pubblico (e chi per essi) hanno l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza ed il dovere di porre in essere interventi quand’anche provvisori indispensabili per evitare danni al bene tutelato al fine di limitare le situazioni di rischia connesse al bene culturale nel suo contesto.
In adempimento del dovere di prevenzione e cura connesso al contesto nel quale quel bene tuttora si trova, si auspica quindi che, stanti le responsabilità che per quanto di rispettiva competenza gravano sulle Autorità preposte, verranno finalmente presi i più opportuni provvedimenti al fine della doverosa preservazione, restauro e recupero del bene oggetto di tutela, dandone assicurazioni alla collettività, che di quel bene è legittima proprietaria ancorché di esso resti ancora ad aggi ingiustamente privata.

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