60 milioni per trasformare la caserma Giulio Cesare nella cittadella della sicurezza

60 milioni per trasformare la caserma Giulio Cesare nella cittadella della sicurezza

A tanto ammonterà l'investimento a carico dell'Agenzia del Demanio per ospitare al civico 66 di via Flaminia tutte le forze dell'ordine. L'immobile resterà di proprietà dello Stato e non sarà previsto alcun canone di locazione. Si avrà un risparmio, rispetto agli affitti attualmente pagati ai privati, di circa 1,6 milioni all'anno. L'obiettivo è quello di ultimare la nuova sede nel 2027.

Qualche giorno fa ci siamo occupati del bando promosso dalla Agenzia del Demanio dell’Emilia Romagna, finalizzato a realizzare «indagini ambientali, geognostiche, geofisiche, caratterizzazione amianto, relazione geologica ed archeologica finalizzate alla progettazione del piano di razionalizzazione» sul perimetro (circa 70mila mq di superficie) della ex caserma “Giulio Cesare” che dallo scorso giugno è tornata in consegna allo Stato, dopo la dismissione dalla Difesa. Si tratta di rilievi preliminari alla riqualificazione di tutta la struttura. E partiamo proprio da qui per aggiungere nuovi elementi.
In base alle informazioni raccolte dalla Agenzia del Demanio, sarà necessario procedere con una nuova gara perché quella indetta il 13 agosto 2021 e chiusa il 6 settembre, ha visto la presentazione di offerte che, al momento delle verifiche dei requisiti, non sono risultate idonee. Sull’espletamento della gara non si hanno ancora certezze ma si sa che avrà tempi brevi.
Vediamo invece i punti fermi sostanziali. Anzitutto è attivo da circa un anno un “tavolo tecnico operativo” presso l’Agenzia del Demanio che vede la presenza di tutti i rappresentati delle Amministrazioni dello Stato coinvolte (Prefettura, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Carabinieri) e del Comune.
L’intervento sarà a carico dello Stato e bello sostanzioso: circa 60 milioni di euro, interamente finanziati dall’Agenzia del Demanio. Qui il pensiero non può non andare per un attimo alla ex questura di via Bassi, costata anch’essa una montagna di soldi: 30 milioni la costruzione (con uffici, alloggi, palestra, cucine e mense, poligono di tiro sotterraneo, eliporto, sala operativa) ma sommando tutto, compreso il valore dei terreni, si è sempre parlato di circa 50 milioni. Per un nulla di fatto. In quel caso a sganciare fu un privato, la società Da.Ma di Gian Franco Damerini, ma sempre soldoni erano. E c’è chi si chiede se con 60 milioni non avrebbe potuto essere rimesso a nuovo anche l’ecomostro, come lo ribattezzò l’ex questore di Rimini Maurizio Improta.
Nascerà così la tanto attesa, e decisamente necessaria, “cittadella della sicurezza”, «con i più alti requisiti in termini di efficientamento energetico, risposta sismica e confort organizzativo». Si eviterà anche di avere un bene dismesso che col tempo non potrebbe che trasformarsi in un rudere cadente all’interno del tessuto urbano della città, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili e purtroppo già viste. Nella ex caserma Giulio Cesare troveranno posto il Comando provinciale della Guardia di Finanza, la sezione della Polizia Stradale e i Carabinieri Forestali ma anche gli uffici di Prefettura e Questura.
Non resta che l’ultima questione da affrontare: quando prenderà forma la cittadella, ovvero quando potrà essere ultimata? Le previsioni parlano del 2027. Cinque anni per voltare pagina rispetto alla storia infinita della ex questura, alla frammentazione delle sedi degli addetti alla sicurezza a Rimini e ai costi esorbitanti connessi, ma anche tenendo conto che ci avviamo ad ormai tre anni dal commiato del gruppo artiglieri.

Per l’immobile di via Grassi che ospita la Guardia di Finanza viene pagato un canone di oltre 310mila euro (dato aggiornato al 31.5.2021). Poi ci sono i canoni versati per i vari uffici della polizia di Stato e dei Carabinieri. Una vera fortuna. Qualche anno fa avevamo calcolato che solo per i primi lo Stato spendeva ogni anno quasi 750mila euro. Per le location dei Carabinieri circa 150mila euro (dato riferito all’anno 2020), comunque meno di quello che costano le sedi della Benemerita a Riccione (inferiori come numero a quelle di Rimini: 203mila euro) o ai 160.735 dell’unica sede di Morciano.

La sprecopoli degli affitti per gli uffici pubblici e la nuova questura

Nel frattempo è entrata in funzione la sede di piazzale Bornaccini e anche qui è un privato ad incassare, dopo avere ristrutturato la palazzina: oltre 500mila euro ogni 365 giorni.
Riunire le forze dell’ordine al civico 66 di via Flaminia, con la rifunzionalizzazione della ex caserma, comporterà un risparmio non da poco per lo Stato: circa 1,6 milioni di euro all’anno rispetto ai canoni attualmente corrisposti.
Non ci sarà cessione dell’immobile riqualificato, che resterà di proprietà dello Stato e non sarà previsto alcun canone di locazione perché si tratta di “uso governativo” e, pertanto, gratuito.

Fotografie: Lussi Pagammo.

COMMENTI

DISQUS: 0