L'ente che gestisce il patrimonio immobiliare dello Stato, sede emiliano-romagnola, già lo scorso agosto ha indetto una gara che appare propedeutica alla cessione del bene. Si è chiusa il 6 dicembre e l'appalto prevede una serie di indagini (ambientali, geognostiche, archeologiche, ecc.) «finalizzate alla progettazione del piano di razionalizzazione del compendio demaniale Caserma Giulio Cesare». E non è un mistero che il Comune di Rimini abbia ormai accantonato l'ex questura come contenitore della "cittadella della sicurezza" in favore delle strutture che hanno ospitato a lungo l'Artiglieria Controaerei.
Nel settembre del 2019 si era tenuta la cerimonia di commiato del 121° Reggimento Artiglieria Controaerei dalla caserma Giulio Cesare. Lo scorso mese di giugno il bene è passato dalla disponibilità del ministero della Difesa alla Agenzia del Demanio dell’Emilia Romagna. La notizia (qui) era stata comunicata ufficialmente dal Comune di Rimini. Poi non si è saputo più nulla, ma novità importanti sul futuro utilizzo della sede che ha ospitato l’esercito per oltre ottant’anni potrebbero concretizzarsi in tempi non troppo lunghi.
La sede regionale dell’Agenzia del Demanio ha infatti già promosso una procedura negoziata esplorativa per l’affidamento di un appalto (importo circa 141mila euro) col seguente contenuto: «indagini ambientali, geognostiche, geofisiche, caratterizzazione amianto, relazione geologica ed archeologica finalizzate alla progettazione del piano di razionalizzazione del compendio demaniale “Caserma Giulio Cesare” di Rimini» e che dovranno essere eseguite in 90 giorni rispetto alla data di consegna.
L’Agenzia del Demanio non ha perso tempo e l’estate scorsa, in agosto, ha indetto la gara fissando il termine di chiusura per la presentazione delle offerte al 23 novembre 2021. Per un problema tecnico di manutenzione del sistema informatico “acquisti in rete PA” che ha occupato quattro giorni, dal 19 al 22 novembre, è stata concessa una proroga fino al 6 dicembre. Ma adesso la procedura è in fase avanzata: hanno partecipato sette operatori economici e due sono stati esclusi per mancanza di alcuni requisiti (uno di questi ha presentato ricorso al Tar, che proprio oggi ha deciso sull’istanza cautelare rimandando al 20 gennaio un ulteriore esame, evidenziando un profilo di inammissibilità del ricorso stesso in quanto notificato all’Agenzia del Demanio dell’Emilia-Romagna e non all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Bologna).
Il piano di razionalizzazione, così come accaduto anche per altri beni di proprietà dell’Agenzia del Demanio, ha lo scopo di procedere in una direzione ben precisa: il trasferimento nella ex caserma di «funzioni pubbliche, ottimizzando l’efficacia e l’efficienza delle attività amministrative, nonché generare al contempo un risparmio di finanze pubbliche», si legge nei documenti di gara.
La Giulio Cesare occupa una superficie di oltre 70mila mq e l’amministrazione comunale uscente aveva detto chiaramente di volerne fare la sede delle forze di polizia e Guardia di finanza. Si è trattato di una inversione ad “u” rispetto a quanto sostenuto per anni, in quanto era sempre stato ripetuto da palazzo Garampi – contraddicendo la minoranza che invece proponeva la caserma Giulio Cesare per queste funzioni – che non si ravvisava altra location per la “cittadella della sicurezza” che non fosse quella dell’ex questura. Per il destino di quest’ultima però, le prospettive sono cambiate, come lascia intendere ciò che è accaduto intorno alla vendita dell’ecomostro aggiudicato alla società Ariminum Sviluppo Immobiliare.
L’operazione avviata dall’Agenzia del Demanio è propedeutica alla cessione della “Giulio Cesare” e, a quanto è dato capire, alla sua destinazione pubblica di avamposto della sicurezza.
E che ne sarà della statuta di Cesare che ancora giace solitaria in quel sito, dopo che l’esercito l’aveva riconsegnata al Comune di Rimini a metà maggio? Secondo gli annunci dell’amministrazione sarebbe stata rinchiusa nel lapidario romano all’interno del Museo anziché ritornare in piazza Tre Martiri. Vuoi vedere che rimarrà al suo posto, in barba agli appelli, in compagnia delle divise che con ogni probabilità andranno ad insediarsi in via Flaminia 66?
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