Mercato coperto: scoppia il caos in consiglio comunale

Mercato coperto: scoppia il caos in consiglio comunale

La maggioranza vanifica la richiesta della minoranza di discutere in consiglio comunale del controverso argomento dell'affidamento in concessione del nuovo mercato coperto. E, al dunque, fa mancare il numero legale. «Vergognatevi» ha ripetuto più volte Gioenzo Renzi rivolgendosi ai dirimpettai. Il problema rischia di esplodere in altre sedi perché l'opposizione non è intenzionata a mollare la presa.

La minoranza consiliare ha chiesto di mettere all’ordine del giorno del consiglio comunale la procedura aperta per l’affidamento in concessione del nuovo mercato coperto. È una facoltà stabilita dal Testo unico degli enti locali, pienamente legittima e più volte adottata, e prevede che un quinto dei consiglieri possa chiedere di riunire il consiglio comunale inserendo all’ordine del giorno le questioni richieste. L’argomento è quindi entrato nella scaletta dei lavori ma… di fatto la minoranza ieri sera non ha potuto affrontare il tema perché al momento dell’inizio della trattazione, il capogruppo del Pd, Matteo Petrucci, ha chiesto la parola ed ha reclamato il rinvio, con la motivazione che sarebbe «ancora in essere un procedimento inerente la gara che vede protagonista il nuovo mercato coperto». Una volta messa ai voti la proposta, la maggioranza ha fatto pesare il proprio predominio numerico, accogliendola con 18 voti favorevoli. Ma poi è arrivato anche un altro colpo di scena che ha messo in luce l’obiettivo di chi governa la città: quando il capogruppo di Fratelli d’Italia, Gioendo Renzi, ha acceso il microfono per il suo intervento, la maggioranza ha fatto mancare il numero legale, e Renzi ha più volte ripetuto «vergognatevi». Fuggi fuggi generale, in un’aula che vedeva parecchie assenze anche tra le fila della giunta, sindaco compreso. Che problema c’è sul mercato coperto? Perché questo comportamento abbastanza inspiegabile?
Il consigliere di Fratelli d’Italia, Carlo Rufo Spina, ha sparato alzo zero, anzitutto sul segretario generale: «Trovo veramente sgradevole e del tutto irrituale la presa di posizione del segretario comunale, con valutazioni indebite peraltro contrarie a legge. Lo devo dire e lo trovo offensivo anche nei confronti del sottoscritto». Cosa ha sostenuto il segretario generale? Ad esempio che non rientra tra le prerogative di competenza del consiglio comunale l’adozione di provvedimenti di revoca o di annullamento in autotutela degli atti amministrativi. Ma Rufo Spina ha respinto al mittente: «Perché, forse l’ordine del giorno di questa sera pone in votazione la revoca o l’annullamento di atti amministrativi? E perché si deve mistificare dicendo cose contrarie a quelle che vengono richieste al consiglio comunale?». Spina ha spiegato che l’ordine del giorno «non prevede né prevederà mai la revoca o l’annullamento, competenze dell’organo amministrativo», e che si voleva solo «fare un ragionamento di natura politica sulla sussistenza o meno dell’interesse pubblico votando un documento che impegna il sindaco e/o la giunta eventualmente a porre in essere i provvedimenti di autotutela». Ed ha ulteriormente chiarito: «La revoca, se mai fatta, la farà il sindaco e/o la giunta e non questo consiglio comunale. Peraltro ricordo al segretario comunale che gli ordini del giorno sono dei provvedimenti non vincolanti per l’amministrazione, quindi non soltanto noi stasera non andiamo a votare una revoca o annullamento di un provvedimento ma impegneremmo il sindaco eventualmente a valutare l’opportunità di farlo». La minoranza, insomma, vista anche l’importanza della operazione che riguarda il mercato coperto, avrebbe voluto «dare una possibilità di ripensamento e soprattutto di valutazione ulteriore al sindaco e alla giunta principalmente per quanto riguarda l’interesse pubblico che spesso in quest’aula viene tenuto quasi come uno sgradito ospite».
Ma a giudizio della maggioranza di centrosinistra non si può, perché c’è una gara in corso, gara che però aveva come termine per la presentazione delle offerte il 14 aprile, quindi ben più di un mese fa. Attualmente, stando agli atti presenti sul sito del Comune, è già stata nominata la commissione giudicatrice e ieri è stato pubblicato il provvedimento di ammissione dell’unico concorrente che ha partecipato, Renco Valore (capogruppo), insieme ad altri tre soggetti (mandanti). Si sa anche «che si è reso necessario attivare la procedura di soccorso istruttorio prevista dall’art. 83, comma 9 del D.Lgs. 50/2016 nei confronti del concorrente sopra indicato» perché «si è riscontrata l’irregolarità di alcuni elementi della documentazione presentata», e che la stessa documentazione è stata regolarizzata entro il termine stabilito del 15 maggio.
Spina ha rincarato: «Il segretario comunale non è tenuto ad esprimere raccomandazioni o opportunità ma soltanto pareri di legalità e la richiesta del consiglio comunale tematico non vìola alcuna norma di legge», ed ha ricordato come il ministero dell’Interno abbia chiarito perfettamente che «per giurisprudenza consolidata», le convocazioni dei consigli comunali ai sensi dell’art. 39 del Tuel, devono sottostare alla sola «verifica formale della richiesta (prescritto numero di consiglieri)», senza «sindacarne l’oggetto, salvo che non si tratti di oggetto che, in quanto illecito, impossibile o per legge manifestamente estraneo alle competenze dell’assemblea in nessun caso potrebbe essere posto all’ordine del giorno».
La minoranza sembra determinata a dare battaglia sollevando il caso in altre sedi.

Renzi porta il caso del nuovo mercato coperto davanti alla Corte dei conti e all'Antitrust
«L’impossibilità di parlare in Consiglio Comunale mi costringe a rivolgermi alla Corte dei Conti e all’Antitrust con un esposto denuncia». Gioenzo Renzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, non si adegua alla decisione del gruppo di maggioranza, che ha impedito all’opposizione di esercitare una propria prerogativa di legge, cioè di affrontare il tema del nuovo mercato coperto nella sede istituzione preposta. Come Rimini 2.0 aveva anticipato, la minoranza è decisa a dare battaglia e porterà la questione davanti ai giudici contabili e all’Autorità per la concorrenza e il mercato. Renzi aveva presentato due emendamenti aggiuntivi segnalando la «difformità sostanziale fra quanto esposto nel Disciplinare di Gara, in cui è indicato che il fabbricato ove opera il Mercato è di proprietà comunale, e la Determina del Comune di Rimini che riconosce, in conformità alla proposta di Renco, il diritto di superficie per 49 anni sul fabbricato alla stessa società». Dell’argomento Rimini 2.0 si era occupato a più riprese e in particolare con l’intervista a Mario Ferri. Gioenzo Renzi è dell’idea che «la procedura di gara attuata dal Comune di Rimini presenta aspetti di dubbia legittimità» e «il diritto di superficie, valutato dal Comune in 5.908.073,99 euro, viene concesso a titolo gratuito su di un bene appartenente al Demanio comunale, in assenza di ogni atto di sdemanializzazione». Ed è questa la ragione per la quale viene chiamata in causa la Corte dei conti. Morale, su una operazione tanto importante per la città, per scelte discutibili e per mancanza di confronto si finisce con l’aprire una vertenza che non si sa come potrà concludersi. Gioenzo Renzi ribadisce la «contrarietà politica a questa operazione, in quanto ad una struttura come il Mercato Centrale Coperto di interesse pubblico e di rilevante interesse sociale, dovrebbe succedere un Centro commerciale con l’inevitabile scomparsa degli attuali operatori dell’agro-alimentare».

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