Moretti alla guida di una Camera di Commercio troppo prona al potere politico

Moretti alla guida di una Camera di Commercio troppo prona al potere politico

Se i tagli sui diritti camerali saranno confermati, l'ente disporrà di pochissime risorse e di una macchina gestionale pesante e costosissima, anche

Se i tagli sui diritti camerali saranno confermati, l’ente disporrà di pochissime risorse e di una macchina gestionale pesante e costosissima, anche “sanzionata” dal ministro Saccomanni, come rivelò Rimini 2.0. Una Camera di Commercio che in questi anni ha dato spesso prova di efficienza solo in una cosa: nel sapere accomodarsi dietro al potere politico, sostenendo progetti pensati male e gestiti peggio (dov’era la Camera di Commercio su Aeradria e Palazzi dei congressi?), in una logica consociativa della quale il mondo economico è stato vittima e allo stesso tempo carnefice. Stamattina si è insediato il nuovo consiglio camerale che ha eletto in Fabrizio Moretti (nella foto) il presidente. Per quale stagione? Di certo corta, stando a quanto rivela Gardenghi (Confartigianato).

Bruciato Salvatore Bugli in corsa (una esclusione che all’interessato resta indigeribile), la Cna riesce comunque ad esprimere il presidente della Camera di Commercio di Rimini. Per poco, però, stando almeno a quanto dichiara con una nota ufficiale Mauro Gardenghi, segretario provinciale della Confartigianato: “La Confartigianato oggi ha votato per l’imprenditore Fabrizio Moretti quale nuovo Presidente della Camera di Commercio di Rimini. Lo ha fatto nel segno di una concertazione fra tutte le Associazioni riminesi.
Ciò anche in conseguenza di un preciso impegno personale a dimettersi appena possibile (entro ottobre) da Presidente della CNA, proprio perché il Presidente della Camera di Commercio sia il Presidente di tutti e non di qualcuno”.
Ma, al di là di tutto, si apre un mandato che segnerà un ridimensionamento oggettivo, per causa di forza maggiore, dell’ente camerale. Com’era nelle previsioni, Fabrizio Moretti si è posizionato al comando. La nomina formale è arrivata dal nuovo consiglio, insediatosi questa mattina e che resterà in carica fino al 2019. Manca adesso solo l’elezione del vicepresidente e dei membri di giunta. Il consiglio, in gran parte di nuova nomina, è formato da: Angelini Nicola, Commercio; Annibali Anna Maria, Credito e Assicurazioni; Bianchini Bruno, Turismo; Bonfè Alessandro, Commercio; Brolli Roberto, Cooperazione; Campana Emanuele, Turismo; Castellani Emanuela, Turismo; Crociati Massimo, Artigianato; Farotti Milco, Servizi alle Imprese; Garagnani Barbara, Artigianato; Ginghini Adrio, Consumatori; Giusto Giovanna, Servizi alle Imprese; Gottifredi Massimo, Cooperazione; Guerra Morena, Artigianato; Indino Giovanni, Commercio; Lucchi Giorgio, Trasporti e Spedizioni; Malara Anacleto, Agricoltura; Moretti Fabrizio, Artigianato; Pesaresi Alessandro, Industria; Piccari Valeria, Servizi alle Imprese; Ricci Roberto, Liberi Professionisti; Rinaldis Patrizia, Turismo; Saielli Monica, Commercio; Secchiaroli Brunella, Commercio; Simonetti Gianfranco, Servizi alle Imprese; Urbinati Graziano, Organizzazioni Sindacali; Vescovi Sabrina, Industria; Vici Luca, Industria.
Nella sua prima dichiarazione d’intenti, Moretti compone un libro dei sogni che sarà difficile realizzare, non solo perché, con ogni probabilità, non ci saranno le risorse, ma soprattutto perché l’Ente camerale è una struttura macchinosa, lenta, che costa tantissimo e che “produce” poco, come dimostra la storia di questi anni. Inoltre, spesso e volentieri ha dato prova di sostenere – accomodandosi dietro al potere politico – progetti pensati male e gestiti peggio (dov’era la Camera di Commercio su Aeradria e Palazzi dei congressi?), in una logica consociativa della quale il mondo economico è stato vittima e allo stesso tempo carnefice.
“Se chi ci sta governando ci consentirà di lavorare e sviluppare le nostre capacità ed idee, le linee guida su cui dovremo operare saranno: sostegno al credito per le imprese che possono riprendersi dalla crisi e garantire sviluppo e occupazione, formare e favorire lo start up di giovani imprese, accompagnare e favorire l’ingresso dei giovani laureati nelle imprese, favorire l’orientamento e la conoscenza del mondo delle imprese nelle scuole, sviluppare la cultura e le buone prassi di responsabilità sociale, favorire la digitalizzazione del territorio e delle imprese, lo sviluppo delle ICT, favorire i progetti di innovazione, ricerca e sviluppo, in collaborazione con università, tecnopoli, laboratori tecnologici, stimolare e accompagnare le imprese verso percorsi di internazionalizzazione, favorire gli scambi di conoscenza culturali ed imprenditoriali con gli altri paesi del mondo, sostegno allo sviluppo del polo universitario ed al dialogo e collaborazione con le imprese, progettazione, sostegno e sviluppo degli asset strategici del territorio in collaborazione con gli enti, ma in un ottica di start up degli obiettivi strategici, e non di gestione in monopolio incondizionato”, elenca Moretti. Peccato che i primi a dimostrare di essere capaci di lavorare dovrebbero essere i soggetti che siedono sulle poltrone della Camera di Commercio.
“È per me un vero onore ricoprire un ruolo tanto prestigioso, trovarmi alla guida di una squadra così importante che rappresenta tutto il tessuto economico e sociale del nostro territorio. Lo ritengo un traguardo di gratificazione non solo personale ma che voglio dedicare con rispetto e stima a tutte le persone amiche che mi hanno accompagnato nel mio cammino di formazione e crescita professionale, in azienda, in associazione e nei vari contesti economici e sociali in cui ho avuto il piacere di collaborare e condividere un percorso.
Ogni traguardo è un punto di partenza ed una sfida importante che vuole guardare verso nuovi orizzonti”, spiega Moretti.
“Da qualche anno stiamo attraversando un momento talmente difficile che ci ha colto tutti alquanto impreparati, rispetto al passato oggi è molto più difficile determinare dei programmi e porsi degli obiettivi certi. Viviamo un momento di trasformazioni politiche, economiche e sociali talmente radicali e veloci che ci impongono una capacità di adattamento inusitati. La pressione al cambiamento che si percepisce, a tutti i livelli sociali, è talmente forte che ci trova a volte impreparati. Dobbiamo essere molto attenti nel ponderare scelte ed azioni in quanto il cambiamento necessariamente non può essere sempre e per forza, a tutti i costi positivo. Certo non possiamo essere statici e burocratici, dobbiamo agire nell’interesse di una possibile ricrescita della nostra economia, delle imprese, dare lavoro e opportunità alle nuove generazioni, dare continuità alle idee e progetti che si sono dimostrati vincenti, pensare a nuove modalità che abbiano una visione di sviluppo del nostro territorio, ma uno sviluppo consapevole, attento al rispetto dell’ambiente e della qualità della vita. Solo un territorio in cui sia piacevole vivere, funzionale, socialmente equilibrato e rispettoso, dove possa regnare la legalità e la sicurezza, che abbia capacità di dialogo e comunicazione con il mondo intero, può essere attrattivo per nuovi flussi economici e turistici”.
Inevitabile, poi, il riferimento alle casse sempre più vuote: “Ma come pensare a tutto questo nel momento in cui le risorse sempre più vengono a meno, dove ci troviamo a subire tagli incondizionati senza possibilità di dialogo e mediazione, dove i corpi sociali intermedi sono considerati carrozzoni obsoleti ed inutili a prescindere? Certamente proseguiremo su un percorso già prefigurato di alleanza con i territori vicini che consenta di fare sistema, ma che tenga nel giusto valore le eccellenze e le capacità che ogni territorio sa esprimere. Non posso però non fare riferimento al Decreto Legge del Governo Renzi, in sede di conversione, che prevede il taglio del 50% del diritto annuale, la principale fonte di entrata delle Camere di commercio, a partire dal 2015. Un taglio orizzontale del tutto inappropriato, per le modalità e i tempi con cui viene imposto agli enti camerali, che non vivono di trasferimenti statali, prima cioè di una Riforma del Sistema Camerale che dovrà stabilire le funzioni delle Camere e la distribuzione delle stesse sul territorio. A livello nazionale, in questo momento, stiamo lavorando per proporre emendamenti al Decreto e c’è grande attesa per le decisioni che verranno prese dal Governo”.

Rimini 2.0 aveva intervistato Moretti nei giorni caldi nei quali montava la fronda a Bugli.

COMMENTI

DISQUS: 0