Quanto è costato l'albero di Natale allestito in piazza Cavour fra dicembre e gennaio? Per dircelo hanno atteso l'intervento del Difensore Civico regionale. E così siamo venuti a saperlo in piena estate. Viva la trasparenza. E buon Ferragosto.
Nell’articolo del 10 dicembre scorso, mi rammarico per non aver avuto risposta alcuna in merito alle informazioni richieste sull’abete natalizio di piazza Cavour. In chiusura scrivo: «Nel frattempo, in attesa della prossima diligenza con la posta, rimaniamo in trepidante attesa di comunicazioni ufficiali da parte di Anthea. Non appena avremo le sospirate notizie, vi terremo informati. Sarete da queste parti, verso Ferragosto?»
Quattro domande sull’albero di Natale di piazza Cavour
Le tre righe blandamente ironiche si sono rivelate una grottesca profezia tanto che in redazione mi hanno scherzosamente definito «veggente» perché Anthea (società partecipata del Comune di Rimini che si occupa anche del verde pubblico cittadino), immagino “obtorto gula”, alla fine è stata costretta (poi spiegherò perché) a darmi le agognate risposte. La cosa accade, manco a farlo apposta, il giorno 9, nell’imminenza del fatidico 15 di agosto. Neanche mago Merlino…
Flash back. All’epoca, quando apprendo che Cesenatico ha utilizzato uno degli abeti abbattuti dal disastroso tornado del 30 ottobre scorso, vorrei sapere se per caso anche Rimini abbia avuto lo stesso comportamento virtuoso. A nulla valgono le telefonate all’ufficio preposto alla comunicazione di Anthea, molto prossimo alla cifra cinematografica di Michelangelo Antonioni, regista dell’incomunicabilità. E neppure le lettere di posta elettronica certificata spedite alla succitata società e in seguito all’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) sortiscono l’effetto desiderato. E pensare che quando vado a lamentarmi per il comportamento di Anthea, all’URP mi consigliano di mandare a loro tutto l’incartamento. Naturalmente con PEC. «Così siamo obbligati a risponderle entro trenta giorni», mi dicono.
Davanti a un “ghe pensi mi” di cotanta meneghina efficienza, mi scapicollo a casa per spedire il materiale. Non li ho più sentiti. La terminologia calcistica riassumerebbe il comportamento con una semplice parola: autogol. La vicenda, dapprima paradossale, ora si tuffa a piè pari nel ridicolo. Morale: per far valere il sacrosanto diritto a uno straccio di risposta ho dovuto rimettere tutto il carteggio alla cura del Difensore Civico. Il Quale, sia detto a chiare lettere, ha svolto egregiamente la propria funzione.
E’ grazie a lui se il 9 agosto ci è pervenuta una comunicazione dell’amministratore unico di Anthea il cui incipit recita: “In riscontro alla richiesta di pari oggetto (richiesta informazione su spese per abete Festività Natalizie 2018) dell’Ufficio del Difensore Civico della Regione Emilia Romagna, si comunica quanto segue”.
Fino a quel momento sono state ignorate le più elementari regole della cortesia, del rispetto e della trasparenza che si dovrebbe a qualsiasi cittadino. Se poi le domande sono finalizzate a ragguagliare i lettori di un giornale, la condotta è ancora più grave: sottende un atteggiamento menefreghista e arrogante verso i mezzi di informazione.
Che sia perché alcuni di questi non sono avvezzi a strusciare la lingua sulle terga di chichessia?
Sta di fatto che, circa 8 mesi dopo, apprendiamo – ripetiamolo: grazie al Difensore Civico regionale – che “per la fornitura, trasporto e collocazione dell’abete, Anthea ha sostenuto un costo di euro 3.600” ed “è stato acquistato presso un produttore Casentino”.
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