Forza Italia alza il velo sulle liste d'attesa nella chirurgia riminese, cioè negli ospedali di Rimini, Riccione, Cattolica, Santarcangelo e Novafeltria. Commenta Nicola Marcello: "I tagli al personale e la riduzione dell’attività operatoria certificano il fallimento dell’Ausl unica, che ha fatto solo danni".
Forza Italia alza il velo sulle liste d’attesa nella chirurgia riminese, cioè negli ospedali di Rimini, Riccione, Cattolica, Santarcangelo e Novafeltria. I dati sul territorio provinciale li spiattella oggi (ne riferisce il Carlino) il consigliere comunale Nicola Marcello.
In 579 attendono di essere operati dal 2017 fra Rimini, Santarcangelo, Novafeltria, 29 a Riccione e Cattolica. Se invece si passa all’anno in corso, si sale a 2.974, così ripartiti: a Rimini (che ovviamente ha la fetta più consistente), Novafeltria e Santarcangelo 1.929, ai quali si sommano i 1.045 di Riccione e Cattolica. E qui è la chirurgia della spalla ad avere una lista chilometrica: 785 pazienti in totale, compresi 26 in fila dal 2017.
Si parla di interventi non prioritari, ma il quadro descritto porta a galla carenze e problemi. Non piccoli, secondo Marcello. «Se da una parte è vero che la chirurgia alla spalla ha molti pazienti anche da fuori provincia – osserva Marcello – dall’altra l’elevata lista d’attesa è anche il risultato delle decisioni dell’Ausl. Al primario Giuseppe Porcellini (che è diventato professore associato all’università di Modena) sono state ridotte le sedute operatorie, e si sta pensando di ridurle ancora».
Ancora, la chirurgia generale a Rimini ha una coda bella lunga (534), ortopedia 539, urologia 462, parecchi dei quali (125) in attesa dallo scorso anno.
«Alcuni bravissimi medici – continua Marcello – sono stati spinti a lavorare nel privato. Avevamo eccellenze in ortopedia e in oculistica, ora non è più così. Diversi primari in pensione non sono stati sostituiti e sono stati accorpati reparti». Non solo. «Non hanno aiutato le incertezze sugli ospedali di Cattolica, Novafeltria, per non parlare del reparto di senologia di Santarcangelo guidato da Samorani, che l’Ausl sta depotenziando». «I tagli al personale e la riduzione dell’attività operatoria certificano il fallimento dell’Ausl unica, che ha fatto solo danni».
A riprova si può leggere la cronaca di Forlì (sempre sul Carlino di oggi), dove un altro azzurro, Luca Bartolini, tira fuori i dati che a livello di Regione sono stati chiesti e ottenuti da Gaelazzo Bignami. Sono 3.345 le persone in lista d’attesa per un’operazione all’ospedale Morgagni-Pierantoni: 1.163 aspettano dal 2017, 2.182 da quest’anno. Il giudizio politico finale batte sempre sull’Ausl unica: «Mi dicevano che ero io a non capire dove stava andando il mondo e che la fusione di quattro aziende sanitarie avrebbe risolto tutti i problemi. Allora io proposi di creare Ausl unificate in tutta l’Emilia Romagna: così non andò, perché noi facemmo da cavia, con questi risultati». La sostanza è che «è stato creato un carrozzone con regìa bolognese, con Ausl territoriali che non dialogano fra loro. Il disagio di tutto questo ricade poi sul personale e sui cittadini. Bologna continua a trattare la Romagna come una sua colonia. Dovrebbero investire sia sull’organizzazione che sul personale».
Altre notizie sui quotidiani riminesi di oggi. Finisce dopo 32 ore la fuga del ragazzino scomparso: è stato ritrovato a Cervia Lorenzo Pausi, sparito dopo la bocciatura all’esame di guida. A primavera partono i lavori di riqualificazione di Rimini nord, l’asse parallelo alla ferrovia, e il principale riguarderà il tratto da via Diredaua a viale Mazzini. Il titolare del Bounty lancia una nuova app riservata ai locali, si chiama “Pienissimo” ed è già stata “sposata” da oltre 50 locali. I “voti” ai locali saranno raccolti in maniera più organica rispetto a quanto non avvenga su TripAdvisor, attraverso dei questionari. Oggi si alza il sipario sull’Opera di Natale, centro storico blindato. Il centro islamico di Borgo Marina paga le luminarie. Il nautofono torna a suonare.
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