Pacco del mare: “Bagnini in fuga”. Affitti troppo alti e incertezze sulle concessioni

Pacco del mare: “Bagnini in fuga”. Affitti troppo alti e incertezze sulle concessioni

Rassegna stampa. Sogni spezzati dove s'infrange l'onda

Diversi operatori balneari stanno valutando di ritirarsi e non realizzare gli investimenti promessi. La notizia oggi sul Carlino in edicola.

“Dovevano essere fra i protagonisti della nuova ‘cartolina’ di Rimini. Molti dei progetti presentati a Palazzo Garampi per la riqualificazione del lungomare appartengono ai bagnini. Diversi operatori balneari stanno però valutando di ritirarsi e non realizzare gli investimenti promessi”. Lo scrive oggi Manuel Spadazzi sul Carlino.
Pochi giorni fa l’annuncio che lo studio di architettura di Barcellona, Miralles Tagliabue, è a capo di un gruppo di studi e società impegnate a scrivere le linee guida del nuovo parco del mare. Poi altri dettagli sono trapelati nei giorni seguenti: primi interventi nel 2018. Perché dei famosi (ma ignoti) 155 progetti presentati dagli imprenditori in Comune, ben 128 sono stati dichiarati fattibili, 50 dei quali definiti strategici. Ma adesso comincia a prendere piede una convinzione che in molti avevano da tempo e che nel mondo della politica e in quello delle associazioni di categoria, circola in abbondanza.

“In Comune le bocche restano cucite, ma i motivi della ritirata (in alcuni casi già annunciata) dei bagnini sono sostanzialmente due. Da un lato, pesa l’incertezza sulla legge di riforma delle concessioni. Dall’altro, i canoni che il Comune ha stabilito per l’affitto del lungomare ai privati vengono giudicati onerosi dagli operatori”, scrive il Carlino. Che raccoglie le dichiarazioni di Mauro Vanni, presidente della cooperativa bagnini di Rimini sud. “Quando nel 2015 abbiamo partecipato con le manifestazioni di interesse al bando di riqualificazione del lungomare – spiega Vanni – pensavamo onestamente che la legge di riforma delle concessioni sarebbe stata pronta di lì a breve. A oggi c’è soltanto il disegno di legge generale, mancano alcuni aspetti decisivi (a partire dalla durata del periodo transitorio e delle concessioni, ndr) e la legislatura sta per finire…”.

“La legge, va detto, è già stata approvata alla Camera, ma deve ottenere ancora il via libera dal Senato. Per questo motivo, continua Vanni, «alcuni bagnini, specie quelli delle zone dove si partirà nel 2018 coi primi interventi, il tratto fra i piazzale Fellini e Kennedy e lungomare Spadazzi, sono in forte difficoltà. Alcuni non se la sentono di investire sul lungomare, senza avere prima la garanzia di poter continuare a gestire o meno la spiaggia. Anche perché, in gran parte dei nostri progetti, è previsto lo spostamento di servizi dall’arenile sul lungomare». Ecco perché diversi operatori dei tratti interessati dai primi lavori potrebbero rinunciare. «Di fronte all’incertezza sulle concessioni, non se la sentono – conferma Vanni – di fare investimenti così importanti sul lungomare. Perché le cifre stabilite dal Comune per l’affitto del lungomare (da 50 a 99 anni, a seconda delle opere realizzate) sono elevate: si parla di centinaia di migliaia di euro, da pagare in anticipo». La zona di Marina centro è la più cara: per chi vuole realizzare bar, ristoranti e negozi sul lungomare, il canone varia da 1.924 a 2.281 euro a metro quadrati. Per un operatore che vuole realizzare un’attività di 100 metri quadrati, significa dover pagare al Comune (in anticipo) 200mila euro per il solo affitto del lungomare”. Torna alla mente una definizione (forse di conio Bruno Sacchini): pacco del mare?

COMMENTI

DISQUS: 0