Parcheggio ex Sartini: meglio vuoto che utile?

Parcheggio ex Sartini: meglio vuoto che utile?

E' partita una nuova sperimentazione. E sapendo come vanno a finire le sperimentazioni in città c'è da preoccuparsi. Riguarda un'area di sosta preziosa per gli automobilisti alla ricerca di dove lasciare l'auto, che è stata "rieducata" alle solo moto. Secondo voi come starà andando?

Se le bugie hanno le gambe corte, le idee strambe non si reggono neppure in piedi. Perché, ahinoi, è in corso una nuova sperimentazione a danno del parcheggio ex Sartini. I nostrani amministratori, spesso incapaci di gestire l’assessorato a cui sono stati posti in capo, si dilettano pure di esperimenti.
Prove estemporanee che nascono, si dice, provvisorie ma divengono poi definitive con tutte le conseguenze del caso; la chiusura del Ponte Tiberio, la “provvisorietà” dell’uso di via Ducale ed altre idee analoghe che si sono susseguite nell’ultimo abbondante decennio, parlano da sole; improvvisazione e disagi per i riminesi. Idee raffazzonate, mascherate da esperimenti di cui poi, oltretutto, non si vogliono o sanno coglierne i risultati perché il seguito è già scritto. In poche parole la solita presa in giro.
Ma torniamo a quest’ultimo – esperimento – che prevede l’utilizzo del parcheggio fino al 30 settembre solo per i ciclomotori, per via della consistente richiesta in tal senso (!).
Fateci caso, a parte nella prima parte del suddetto parcheggio, il resto è quotidianamente sempre vuoto; un deserto d’asfalto, ma non si tratta del libro di S. A. Cosby dal pari titolo, siamo nella realtà. Nessun ciclomotore anche perché chi usa quel mezzo per recarsi in Centro continua a parcheggiarlo dove lo faceva prima. Forse chi ha ideato questa fulgida pensata dimentica che in Centro non c’è la spiaggia, e che a Rimini non transitano quelle orde di motociclisti che attraversano gli Stati Uniti da parte a parte. Ma anche inaccessibili risultano i quattro parcheggi dedicati alla PS, se non ché qualcuno avvisi che la Questura è stata da tempo trasferita in altro loco e provvisto di quegli spazi.

E questo, casomai ce ne fosse ancora bisogno, dimostra la non conoscenza della città che si amministra, ma ancor peggio il malvezzo di ignorare le esigenze dei cittadini che, malgrado i tentativi garampiani, non accettano di rieducarsi. Oltre alla ideologica avversione per l’auto a prescindere.
E tali necessità si sono palesate subito quando, rimossi gli ostacoli occlusivi in materiale plastico, le auto venivano parcheggiate “a furor di popolo”.

Era un segnale, ma ovviamente rifiutato, tanto da sostituire quei manufatti con altri di cemento inamovibili, frutto dell’ostentata infallibilità e insindacabilità dei regnanti attuali.
Neppure, come più volte detto, vale la vicinanza ad una struttura ASL di importante frequentazione da parte di persone di ogni età e condizione fisica. Quindi in sintesi meglio vuoto che utile, per il resto chi se ne frega.
È vero che questi amministratori esperimentatori attuali, in campagna elettorale promisero di dialogare specie su importanti temi, e quello dei parcheggi lo è assai incombente. Ma a ben vedere pare proprio che essi dialoghino solo con sé stessi, magari dinnanzi ad uno specchio, e neppure tra loro; alternativa al Ponte Tiberio docet.

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