Negli anni 70 Rimini ospita la rassegna “Città Spazio Scultura” con artisti di caratura internazionale radunati da Giancarlo Valentini. Il centro storico diventa un luogo espositivo di notevole fascino. Della serie: l'arte non è stata scoperta nell'ultimo decennio in città. Si possono ammirare anche le opere dello scultore veneto Giuseppe Castagna. Una di queste ("Due figure") viene acquistata dall'amministrazione comunale e collocata in piazzetta Teatini. Subito dopo viene vandalizzata, più precisamente “decollata”. La notizia è che si trova ancora in quello stato. L'assessore Piscaglia promette il restauro. Speriamo entro breve.
Nel periodo che va dal 1973 al 1980, durante l’estate Rimini ospita importanti mostre di scultura promosse dall’abile grafico riminese Giancarlo Valentini, instancabile motore organizzativo di eventi artistici. Del resto è nato e portato a vivere in mezzo all’arte. Il padre Mario (1904-1980), pittore di rilievo sulla scena riminese, gli ha trasferito il “verbo” per via diretta. In quell’effervescente spazio temporale degli anni ’70, nell’àmbito della rassegna “Città Spazio Scultura” da lui ideata, Valentini riesce a portare nella nostra città artisti di levatura internazionale come Marini, Viani, Minguzzi, Vangi, Consagra, Cascella e molti altri, considerando sia la mostra collettiva d’esordio e le personali, sia quella di chiusura del 1980.
In armonia con l’allora assessore alla Pubblica Istruzione/Sport e Spettacolo Luciano Gambini, i titolari della rassegna (Valentini, il critico d’arte Pier Carlo Santini e l’architetto/designer Giuseppe Davanzo) collocano le opere in vari scorci del centro storico, ma quasi esclusivamente in spazi all’aperto.
Parziale eccezione è la settecentesca Vecchia Pescheria con gli archi a tutto sesto che affacciano su piazza Cavour. Il richiamo culturale per residenti e turisti è notevole. A distanza di quattro decenni, scorrendo i ruolini espositivi di vari scultori di fama mondiale che hanno esposto a Rimini in occasione di “Città Spazio Scultura”, la tappa nell’allora Capitale del Turismo è tuttora puntualmente menzionata a mo’ di nastrino militare appuntato sulle divise da artista.
La mostra “en plein air” del 1978 vede la presenza di una quarantina di opere dello scultore veneto Castagna, alcune delle quali di dimensioni monumentali. Giuseppe (Pino) Castagna, scultore, ceramista e incisore, nasce a Castelgomberto (Vicenza) nel 1932 e muore a Costermano sul Garda (Verona) nel 2017. L’artista partecipa a innumerevoli collettive all’estero e in Italia e a prestigiose rassegne tra cui la Triennale di Milano e la Biennale di Venezia. A sancirne ulteriormente il valore, vanno ricordati gli importanti concorsi internazionali di ceramica di Faenza, Gubbio e Gualdo Tadino.
Negli otto anni della manifestazione riminese il catalogo è curato dall’autorevole critico d’arte Pier Carlo Santini di Lucca. Naturalmente non manca quello dedicato a Pino Castagna. In un passo riferito alle particolarità di alcune opere marmoree dell’artista, si legge che “I segni, i tagli, i solchi, gli interstizi sono parte integrante delle strutture, ma valgono anche talvolta come determinazione o identificazione di nessi tra masse contigue o di mutamenti nel correre dei perimetri. Questi nessi appaiono subito viventi e vivificanti, tanto che tra le forme (tra le figure) v’è stretto dialogo e colloquio”. Il marmoreo “colloquio” che evoca Santini, per quanto riguarda la scultura di piazzetta Teatini si interrompe di lì a breve.
Una delle teste della creazione intitolata “Due figure”, non molto tempo dopo il termine dell’esposizione rotola miseramente a terra, “ghigliottinata” da un bieco quanto incolto vandalismo. Non sarà nemmeno l’unica. Nottetempo, ma questo durante la mostra, anche due composizioni esposte in piazza Cavour, due “pepite” (di ceramica e oro zecchino) forse per “immobil noia” o per un attacco di “labirintite lapidea” ruzzolano giù dalla gradinata del Palazzo dell’Arengo, frantumandosi.
Al termine dell’esposizione del ’78, il Comune di Rimini acquista la scultura “Due figure”, tuttora in piazzetta Teatini, per una cifra estremamente favorevole, come ricorda Giancarlo Valentini. In ogni caso, non si capisce il motivo per cui sia stata lasciata “decollata” per circa quarant’anni. Anche perché la testa mancante esiste ed è custodita in un magazzino del Comune. Nel 2016 l'(ex) assessore alla Cultura Massino Pulini, in accordo con l'(ex) direttore dei Musei di Rimini Maurizio Biordi e l’architetto Andrea Serrau, capo delegazione del Fai locale, progettano di far restaurare la statua di Castagna e approfittare dell’occasione per risistemare piazzetta Teatini posizionandovi anche due opere, una di Antonio Viani (1906-1989) e una di Giuliano Vangi, entrambe dormienti in un deposito comunale. Purtroppo però il direttore dei musei deve rinunciare al proprio incarico per problemi di salute, di lì a poco anche l’assessore alla Cultura rimette il mandato nelle mani del sindaco, scadono i termini per i finanziamenti nel frattempo chiesti e ottenuti dal Fai sicché l’ottima pensata dei tre torna sotto la soffice coltre delle buone intenzioni a riposo.
Ma un occhio di bue pare ora gettare nuova luce sulla statua di Castagna e augurabilmente anche sull’intera piazzetta a pochi metri dal Tempio Malatestiano. In un recente colloquio telefonico in merito al ripristino della scultura, l’assessore alla Cultura del Comune di Rimini, Giampiero Piscaglia, ha affermato che molto presto il progetto verrà ripreso in esame e si valuterà anche la possibilità di attivare “Art Bonus” (sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale) e assicurato inoltre che in tutti i modi l’operazione di restauro, pur senza sbilanciarsi in particolari, si realizzerà certamente in tempi utili. La serietà e la sensibilità artistica riconosciuta all’assessore, sono una solida garanzia. Senza dubbio, non si farà prendere in “Castagna”…
Buon lavoro.
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