Prima della viabilità alternativa al ponte di Tiberio sboccerà la pace nel mondo

Prima della viabilità alternativa al ponte di Tiberio sboccerà la pace nel mondo

L'anno non si chiude bene per il progetto dei progetti che Rimini attende per voltare pagina sul traffico caotico del centro storico e sull'inferno di via Ducale. Ci sono prima due o tre cosucce da sbrogliare perché possa andare in porto: la variante alla statale 16, la soppressione dei passaggi a livello e il Metromare che conduce da Cagnoni. E non è uno scherzo.

Chi si sta trovando a leggere questo articolo richiamato da un titolo che mette in relazione una grande aspettativa dell’umanità con una piccola bega che vede palazzo Garampi incartato come non mai, non pensi ad una boutade natalizia. C’è un po’ di ironia ma purtroppo moltissima oggettività. Prima di entrare nel merito occorre però una piccola avvertenza: potrebbe sembrare che Rimini 2.0 ami tenere l’orecchio sulle dichiarazioni dell’assessora Roberta Frisoni, visto che anche ieri è stata la protagonista di un altro articolo (ex area Fox). Ma in realtà le cose non stanno così. Il fatto è che l’assessora gestisce deleghe molto ma molto importanti per la vita di una città e di chi la abita, qual è quella alla mobilità, e dunque è normale che nella hit parade dei pubblici amministratori più mediaticamente gettonati (per meriti e demeriti) ai primi posti ci sia lei e agli ultimi Francesca Mattei o Francesco Bragagni.
E veniamo al sodo. Il candidato sindaco del centrodestra alle ultime elezioni amministrative e consigliere della Lega, Enzo Ceccarelli, nel consiglio comunale di ieri ha tirato fuori la domanda delle cento pistole, che notoriamente è una domanda difficile: ma questa viabilità alternativa alla chiusura del ponte di Tiberio c’è o non c’è? Sta bene o è stata colpita da influenza o, magari anche peggio, dal Covid? E’ spirata oppure respira ancora? Questa formulazione è ovviamente una nostra libera sintesi, ma la sostanza è fedele. Da quando regnava ancora Andrea Sigismondo Gnassi, ha sostanzialmente fatto notare l’esponente dell’opposizione, vari rappresentanti della giunta hanno assicurato queste benedette soluzioni alternative, addirittura già finanziate con 10 milioni di euro, salvo poi dirottare questi euri sul parcheggio Marvelli. Non è che la melina che va avanti da anni, mentre i residenti di via Ducale soffocano nello smog, ha solo lo scopo di prendere tempo, tanto l’obiettivo di creare il Borgo felice è stato raggiunto? Insomma, a ben ascoltare, e leggendo anche tra le righe le parole di Ceccarelli, si è avuta l’impressione che il tema sia stato posto in modo appuntito, anche perché è sfociato nella domanda che non permette sviamenti: qual è il progetto che avete individuato per stappare quel collo di bottiglia chiuso che sta compromettendo la viabilità cittadina? Ed è un progetto finanziato? Due domandine comprensibili anche ad un alunno di prima elementare, per stare dalla parte del sicuro diciamo ad uno studente di prima media.
Ascoltati i quesiti, anche chi scrive ha pensato: stavolta è fatta! L’assessora ha ricevuto un assist fenomenale e dirà una parola chiara e definitiva, affinché il 2022 che si chiude con così gravi preoccupazioni per tutti, ne possa finalmente cancellare una, quella della viabilità alternativa. In fondo che ci vuole? Le domande sono due: qual è il progetto, se è anche finanziato.
Ma i colpi di scena, quando si ha a che fare con la politica, sono sempre dietro l’angolo. Lo ripetono tutti, ma è proprio vero. L’incipit dell’assessora ha fatto subito intuire che … ciccia poca, fumus come per la fogheraccia di San Giuseppe. Ha esordito in questo modo: «Le ripropongo risposte che abbiamo già dato in questa sede sia io che Morolli».
Sugli incipit c’è tutto uno studio, una tradizione di pensiero. Come lo attacchi un discorso rivela come lo chiuderai. Obama, per fare un esempio, come esordì nel suo discorso di insediamento? Così: «My fellow citizens, I stand here today humbled by the task before us, grateful for the trust you have bestowed, mindful of the sacrifices borne by our ancestors». Invece l’assessora è partita col riciclo (“ripropongo risposte che abbiamo già dato”) e ha tirato in ballo il collega di Viserba, mentre Obama insegna che bisogna subito rendere omaggio agli antenati, e ai loro sacrifici («the sacrifices borne by our ancestors»), e dunque avrebbe dovuto nominare Andrea Gnassi.
Ma poi dopo questo passetto falso iniziale, ha proseguito allo stesso modo, menando il can per l’aia. Fino alla dichiarazione quasi incredibile, ma siccome i nostri occhi hanno visto e le nostre orecchie hanno udito, siamo costretti a riferirvelo. L’assessora ha detto che «le soluzioni progettuali sono al vaglio» (avete presente? Quel vaglio che va avanti da cinque anni e che per non allungare inutilmente questo articolo vi linkiamo qui) e «che ce ne sono diverse» e che adesso vengono analizzate dagli amministratori comunali «anche alla luce di alcune sopravvenienze che si sono registrate in questi mesi». Panico. Cosa è successo di nuovo? Che cosa ci era sfuggito? Semplice: la viabilità alternativa era praticamente cosa fatta, in Comune ce l’avevano lì a portata di mano, dopo tanti anni erano riusciti a mettere a fuoco tutto. Poi però, e tu guarda il diavolo maledetto, sono capitate tre cose tra capo e collo di questi amministratori, che l’assessora ha minuziosamente elencato.
Primo: è cambiato il tracciato del Metromare che collegherà la stazione con la Fiera, abbandonando le Celle (anche i pini ringraziano) per incanalarsi lungo la ferrovia. Beh, perché non ci hanno pensato prima, direte voi, visto che anche l’opposizione l’aveva suggerito e pure Melucci? Non si accettano polemiche.
Secondo: Rfi vuole sopprimere i passaggi a livello sulla linea Rimini-Ravenna. Avete presente quegli ostacoli che incrementano ulteriormente la frattura fra monte e mare rappresentata dalla strada ferrata, del cui superamento si chiacchiera da mezzo secolo? Quelli.
Terzo: c’è la variante alla statale 16, che la città attende da trent’anni ma che adesso è lì lì per materializzarsi (l’assessora ha un po’ tirato le orecchie ad Anas sui ritardi) e dunque… tutto ciò «ha delle implicazioni sulla viabilità alternativa». E vuoi che non sia così? Ha ragione lei. Solo chi non ha studiato non sa che una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia invece del sole.
Dunque, ha concluso l’assessora dopo questo lungo viaggio senza mai un momento di sosta (forse per la carenza di parcheggi): «Questi elementi di quadro infrastrutturale generale mi sembra fondamentale che vengano definiti per poter anche noi al meglio procedere con la definizione della progettazione che abbiamo in campo. Comunque, nel corso del prossimo anno sicuramente, alla luce dei chiarimenti che attendiamo, in primis sulla variante alla statale 16, saremo in grado di essere più puntuali sulle alternative progettuali che l’amministrazione comunale sta vagliando». In via Ducale devono attendere la variante alla statale 16, ben che vada. Se andrà male, anche la soppressione dei passaggi a livello e il Metromare che conduce da Cagnoni.
Ve l’avevamo premesso: se parti col piede storto finisci che inciampi e cadi. E qui la caduta, anche noi che – com’è noto – ci atteniamo scrupolosamente al motto di Lamberto Sechi (i fatti separati dalle opinioni), la dobbiamo registrare. Poi però abbiamo anche una opinione: sarà più facile veder sbocciare la pace nel mondo che non a Rimini la viabilità alternativa al ponte di Tiberio. Merry Christmas.

Fotografia (tratta dallo streaming della seduta): un momento dell’intervento dell’assessora Frisoni in risposta alla interrogazione di Ceccarelli, con a fianco un sindaco pensieroso, e dietro la presidente del consiglio comunale meno pensierosa.

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