Quando il sindaco Ravaioli diceva “sì all’esproprio della nuova questura”

Quando il sindaco Ravaioli diceva “sì all’esproprio della nuova questura”

Nel febbraio del 2008, un anno abbastanza cruciale per i destini della "nuova questura", il sindaco Ravaioli disse in consiglio comunale che se la situazione non si fosse sbloccata, l'amministrazione sarebbe andata all'esproprio della struttura. Sempre in quell'anno l'allora prefetto Mannino tolse i pochi dubbi rimasti: "è certo che il ministero qualche mese fa ha inviato una lettera per spiegare che tale immobile non gli interessa più". Continuiamo a fare un po' di chiarezza sul mostro edificato e sulle molte responsabilità. Non certo solo statali. Come vorrebbero farci credere adesso da palazzo Garampi. E all'epoca dei fatti di cui ci occupiamo, Gnassi era già coordinatore provinciale del Pd.

Il prefetto di Rimini Domenico Mannino ai primi di gennaio del 2008 saluta la città per trasferirsi a Livorno. Se ne va con un grande e sincero rammarico, quello di “non aver potuto dare alle forze di polizia la sede che meritano, sbloccando la questione della nuova Questura”. Lo dice in tutti i modi, lo riportano la carta stampata e i servizi in video: “Abbiamo tentato di tutto, ma non è stato possibile arrivare ad una soluzione”. Agli inizi del 2008, il prefetto di Rimini, quindi la carica istituzionale che rappresenta lo Stato sul territorio, afferma di averle provate tutte ma invano. “Abbiamo tentato di tutto”.
La Voce di Rimini il 10 gennaio 2008 dedica una pagina al saluto del prefetto Mannino e spiattella lo stato dell’arte in maniera chiarissima: “Il ministero non è più interessato a quell’immobile”.

Dice Mannino: “Vi assicuro che è stato fatto di tutto, dalle trattative amichevoli agli ultimatum, dagli accordi alle minacce, e non è certo colpa del ministro o della prefettura se non è stata consegnata”. Aggiunse sconsolato: “Mi auguro veramente che lo stallo possa risolversi, per il territorio, anche se non ho notizie positive in tal senso”. Perché “è certo che il ministero qualche mese fa ha inviato una lettera per spiegare che tale immobile (la nuova questura, ndr) non gli interessa più”.
Fu una rivelazione perché nessuno sapeva che il ministero avesse maturato questa convinzione.

Ne scrive anche il Carlino: “Il prefetto saluta con un giallo: un’altra questura”. Le parole di Mannino: “Tre mesi fa il ministro dell’Interno ha fatto sapere che non è più interessato a quell’immobile”.
Arriva il nuovo prefetto, Vittorio Saladino, e senza scomporsi più di tanto mette in conto che le trattative sulla questura di via Ugo Bassi potrebbero saltare: “Il nodo da sciogliere non è il prezzo della locazione, questo ostacolo è stato superato da un pezzo”, ma la tempistica: “Abbiamo messo dei paletti per la fine di questo mese. Dopodiché si potrà accettare un ritardo, ad esempio di 20 giorni, ma poi la questione andrà risolta ed è per questo che il questore cerca di trovare altre ipotesi locative. Non siamo disponibili a fare passare ulteriore tempo e le amministrazioni, che si sono peraltro offerte di affittare un quinto della struttura, devono fare pressioni perché ciò avvenga” (La Voce di Rimini, 24 febbraio 2008). Anche il nuovo prefetto Saladino, dunque, ha ben chiaro che la questura è arrivata in un vicolo cieco, al punto che si pone il problema di individuare alternative per dare una casa alla polizia di Stato.

Sì, perché l’altra parte della storia che tutti hanno dimenticato, è questa: ad un certo punto, dopo avere ponderato le oggettive difficoltà per concretizzare il progetto di fare della “nuova questura” la casa della polizia di Stato, si pensa di affittarne una parte a Comune e Provincia. “Garampi ha risposto tendenzialmente di sì”, riporta La Voce, “la Provincia non si sa”. E occuparla almeno in parte concentrando in quella struttura uffici per i quali i due enti pagavano comunque affitti salati, avrebbe significato anche evitare il deperimento e il saccheggio. Ma non accadde nulla. Dichiarava Sauro Nicolini di Cmv, che si era offerto per una soluzione: “Eravamo disponibili ma la nostra lettera non ebbe seguito”.

E infatti i primi atti vandalici non tardano ad arrivare. Quando lo stabile è “pronto per la consegna”, qualcuno entra e apre gli idranti, allagando gli appartamenti destinati a questore e vice. Negli anni seguenti la questura disabitata attirerà sbandati, ladri (tutto il rame e il materiale di valore è sparito) e vandali, fino a ridurla in uno stato disastroso.

Ma la notizia ormai sepolta è un’altra: nel febbraio del 2008 il sindaco Alberto Ravaioli dichiara in consiglio comunale (rispondendo ad una interrogazione di Alessandro Ravaglioli che reclamava di “attivare da parte dell’amministrazione comunale la necessaria procedure d’esproprio” per entrare in possesso della questura) che se la situazione non si fosse sbloccata, non sarebbero rimasti che i “percorsi giuridici” e uno “potrebbe essere l’applicazione di quell’atto per andare all’esproprio. Noi siamo disponibili, assieme al ministero dell’Interno, nel caso non si riuscisse a chiudere la vicenda, ad andare in quella direzione”. La vicenda non si è chiusa ma l’esproprio non è avvenuto. E l’obiettivo che si sarebbe potuto centrare in quegli anni, quando la questura era da poco terminata, è diventato sempre più difficile da realizzare in seguito. Una tesi, quella dell’esproprio, non nuova per i nostri lettori: “Io continuo ad essere convinto che nel 2008 l’amministrazione comunale avrebbe dovuto espropriare o acquisire la nuova Questura”. Così ci disse l’avvocato Davide Lombardi nella intervista pubblicata su Rimini 2.0.

Ci provano pure il presidente e il vicepresidente della Provincia, Nando Fabbri e Maurizio Taromina, che incontrano l’allora vicepremier Francesco Rutelli a Roma sul tema questura. Il presidente del Consiglio era Romano Prodi, l’altro vicepremier rispondeva al nome di Massimo D’Alema. Fabbri e Taormina tornarono a casa con la convinzione di un Rutelli “molto partecipe e preoccupato”. In presenza dei due rappresentanti della Provincia, telefonò in diretta al ministro dell’Interno Giuliano Amato trovandolo però impegnato con una delegazione estera. “Rutelli ci ha detto che l’avrebbe richiamato nel giro di mezz’ora, per trovare soluzioni definitive”. E infatti…

Il problema è che la politica ha la memoria corta e l’informazione soffre della stessa mancanza di fosforo. Così quando l’assessore Jamil Sadegholvaad posa col cartello “vergogna” davanti alla “nuova questura” e dice che è tutta colpa dello Stato, e quando va in tour nella struttura insieme al sindaco Gnassi (il 26 giugno scorso) ed entrambi si mostrano con espressione stupita davanti alla distruzione degli spazi interni e all’allagamento degli spazi esterni, come si fa a non mettersi a ridere e a titolare: “Da dove arrivano questi due?”
Perché il sindaco e l’assessore che vogliono toccare con mano «il deprecabile stato di abbandono e degrado della nuova Questura» nell’anno del Signore 2019, offrono due sole possibilità di commento: 1) significa che fino ad oggi non hanno amministrato la città di Rimini; 2) considerano i riminesi dei bevitori di fake news.
Prima di tutto perché negli anni caldi in cui l’amministrazione di palazzo Garampi non decise di espropriare la nuova questura, Gnassi era il coordinatore provinciale del Pd e in questa veste probabilmente avrà sentito parlare di nuova questura e di problematiche connesse.

Ma poi, da quanti anni circolano video che documentano la situazione all’interno e all’esterno della questura? Uno l’abbiamo realizzato anche noi (gennaio 2015) di Rimini 2.0 e forse è stato uno dei primi. Il curatore fallimentare Guerrino Mosconi ci ha organizzato una conferenza stampa dentro la nuova questura proprio per mostrare urbi et orbi lo sfacelo e chiedere anche al comune di afferrare il toro per le corna. Ne elenchiamo alcuni dei vari video reperibili in rete e tutti legati al periodo del secondo mandato della giunta Gnassi:

23 aprile 2015: Vandali in azione, a fuoco la nuova Questura di Rimini 

14 marzo 2016: In volo con il drone sulla nuova Questura di Rimini, ecco il complesso abbandonato

09 maggio 2016: Nuova Questura di Rimini sempre più nel degrado. E ora c’è il pericolo zanzare

5 agosto 2016: Nuova questura: trasferta romana pe ril sindaco Gnassi

8 nov 2017: Maxi-blitz delle forze dell’ordine nella “nuova questura”

15 gennaio 2018: Rimini, nuova Questura ancora abitata da senzatetto e sbandati

6 febbraio 2018: Nuova questura, andata deserta l’asta da 10 milioni

Nonostante tutta questa abbondanza di informazione, ha riferito il Carlino del 26 giugno scorso, “ieri mattina il sindaco e l’assessore alla Sicurezza Jamil Sadegholvaad sono andati in via Bassi, per vedere da vicino le condizioni in cui versa la nuova Questura. La visita, durata un’ora, stavolta non si è limitata alle sole aree esterne: sindaco e assessore hanno voluto ispezionare anche gli interni. «Non sarà una notizia nuova per i riminesi, ma quello che abbiamo trovato dentro purtroppo è disarmante. Le porte non esistono praticamente più: o sono state rubate o divelte. Stessa situazione per i controsoffitti, le vetrate e per gli impianti – attacca Sadegholvaad – L’immobile di via Bassi è un monumento al degrado…”. Esatto, non è una notizia nuova. Ed è vecchia anche la notizia del rimpallo di responsabilità e delle decisioni che non arrivano. Da nessuno.

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