Quanti alberi verranno abbattuti col Metromare dalla stazione alla Fiera?

Quanti alberi verranno abbattuti col Metromare dalla stazione alla Fiera?

Pietro Porcinai. Suo il progetto "verde" di ampliamento del parco di Marina centro. Così come nel grande parco delle golene del fiume Marecchia. Sempre suo l'intervento sui viali Principe Amedeo, Tiberio e Matteotti. Questi ultimi attraversati dal secondo tratto del Trc. Poniamo il problema e chiediamo trasparenza prima che sia troppo tardi: Comune e Provincia, volete spiegare alla città quali conseguenze avrà sugli alberi, diversi dei quali sembrano avere un destino già segnato? E che ne sarà di quelli che portano la firma del “più illustre architetto del paesaggio dell'Italia del XX secolo”?

Il Comune dica adesso che ne sarà delle alberature esistenti
Ci stiamo, purtroppo, abituando alla scarsa trasparenza che accompagna le decisioni pubbliche importanti. I progetti si conoscono solo quando vengono realizzati e ormai a quel punto non c’è più nulla da fare. Al massimo l’amministrazione comunale ci delizia con dei comunicati stampa raccontandoci poco o nulla e solo ciò che è comodo far sapere. Sempre più spesso nemmeno il consiglio comunale, dove siedono i rappresentanti dei cittadini, ha la possibilità di pronunciarsi. E’ già accaduto tutto questo. In piazza Malatesta e un po’ con tutta la creazione del museo Fellini, così come sui lungomare di Rimini nord e sud col parco del mare. Opere costose, impattanti, che la città dovrà tenersi a lungo e che hanno avuto (nella città del piano strategico) una condivisione pari a zero. Il confronto non abita più qui, sono lontani i tempi nei quali i partiti politici portavano le decisioni nei quartieri.

Ora c’è in ballo il secondo tratto del Metromare, che arriva dopo il primo costato lacrime e sangue in termini di devastazione del tessuto urbano. Dovrà collegare la stazione ferroviaria con la Fiera (già collegata dalla linea ferroviaria) e, naturalmente, chi di dovere ha già praticamente deciso tutto. Lo scorso settembre la giunta comunale ha approvato lo schema di convenzione tra Comune di Rimini e Società Patrimonio Mobilità Provincia di Rimini P.M.R. per la realizzazione del secondo stralcio. E’ di circa un mese fa la notizia che la conferenza Stato-Regioni e la conferenza unificata hanno approvato lo schema di riparto tra le Regioni, quei 3,6 miliardi destinati dal governo al trasporto rapido di massa, fra i quali ci sono anche i 49 milioni di euro per il prolungamento verso nord del Metromare, poco più di 4 chilometri da piazzale Cesare Battisti, viale Matteotti, XXIII Settembre, via Emilia, con veicoli filoviari full electric.
Ma cosa si sa di questo “nuovo” Metromare? Come cambierà la mobilità, già al collasso, di Rimini? Andrà a devastare irreparabilmente il paesaggio? Quanti e quali alberi saranno abbattuti nella città che sconta già un deficit di verde pubblico pari a circa 200 ettari? Non lo sappiamo e continueremo probabilmente a non saperlo fino a quando non vedremo la trama svelata nei cantieri aperti. Sappiamo solo che il corridoio che verrà ricavato sarà di 5 metri, per arrivare a 10 in corrispondenza delle fermate, per consentire l’incrocio dei veicoli. E le fermate intermedie saranno 12, oltre ai due capolinea. Dai documenti a nostra conoscenza (e in particolare dalla relazione tecnica, progetto di fattibilità tecnica-economica) risulta che «gli interventi di adeguamento dell’infrastruttura esistente alla nuova configurazione prevista, andranno a interessare alcune alberature presenti lungo la viabilità coinvolta. Nell’ottica della massima tutela e salvaguardia del patrimonio arboreo, si è cercato di ottimizzare la progettazione dell’opera e si è valutata e adottata ogni possibile azione atta a minimizzare l’impatto in tal senso». Si legge anche: «Numerosi esemplari risultano di classe C nell’ambito delle “Classi di Propensione al Cedimento” ovvero presentano un fattore di sicurezza naturale sensibilmente ridotto in una scala di classificazione in cui il rischio maggiore è presentato dall’appartenza alla categoria D». Come dire che siccome presentano dei problemi di sicurezza la loro morte sarà meno importante? «Si evidenzia in particolare che lungo la Via Matteotti, dove sono previsti il maggior numero di abbattimenti, circa la metà di questi sono di classe C, quindi in parte già potenzialmente destinati ad un abbattimento in tempi compatibili con quelli di realizzazione dell’opera in oggetto». Naturalmente le grandi chiome verrano rimpiazzate: «per ogni abbattimento effettuato verrà garantita la ripiantumazione compensativa di almeno due piante/essenze arboree la cui specie sarà scelta, in relazione all’influenza marina (vento e areosol marino) e in funzione della loro adattabilità all’ubicazione prevista». Ma può essere considerato sufficiente sostituire alberi così grandi con alberelli che impiegheranno decenni prima di arrivare alla statura di quelli rasi al suolo? Sul tema cosa pensano le associazioni ambientaliste?

Tanti e splendidi pini anche nel tratto di via XXIII Settembre, che fine faranno?

Lo abbiamo scritto lo scorso luglio che i primi segnali trapelati non sono incoraggianti, da diversi punti di vista compreso quello ambientale: che di alberi ne debbano sparire è pressoché una certezza. Quanti e quali, lo abbiamo chiesto ad Arpae, che a giugno, in occasione della conferenza dei servizi, ha già cominciato ad esprimersi. Questa la risposta dell’ufficio stampa di Arpae: «Sul progetto, il Comune di Rimini ha indetto la Conferenza dei servizi preliminare e ha svolto la prima seduta a giugno 2021. In tale occasione Arpae ha inviato una nota alla Provincia di Rimini, quale contributo istruttorio sulla Valutazione della sostenibilità ambientale e territoriale (Valsat), i cui contenuti sono stati integrati in una nota della Provincia trasmessa alla Conferenza. Nella nota si evidenziava, tra le altre cose, la necessità di ulteriori approfondimenti per alcune misure trattate solo marginalmente nella relazione illustrativa e relazione tecnica (“ad esempio rinviando alla fase esecutiva la definizione degli interventi di abbattimento degli alberi di prima e seconda grandezza e delle azioni di mitigazione”). Da quanto rilevato a giugno, non è evidente in cosa consiste l’intervento di abbattimento degli alberi, e quindi non è noto quanti e quali alberi è previsto possano essere abbattuti. La procedura di valutazione ambientale è comunque appena avviata e quindi gli impatti ambientali non sono stati valutati in modo definitivo da Arpae».
Ringraziamo Arpae per la risposta, fra l’altro anche rapida, ma il tema resta del tutto aperto. L’assessore Montini, con delega alla transizione ecologica, vuole spiegare nel dettaglio all’opinione pubblica – adesso e non ad alberi rasi al suolo – cioè mappe del percorso alla mano, cosa accadrà alle alberature esistenti, e in particolare ai pini che portano la firma di Pietro Porcinai? (Rimini 2.0)

PIETRO PORCINAI IL PIÙ ILLUSTRE ARCHITETTO DEL PAESAGGIO DELL’ITALIA del XX SECOLO

Pietro Porcinai (Firenze 1910-1986) è considerato “il più illustre architetto del paesaggio dell’Italia del XX secolo” come scrive Ludovico Pratesi che cita inoltre “la Bibbia dell’architettura dei giardini”, il The Oxford Companion to Gardens di Sir Geoffrey e Lady Susan Jellicoe, dove l’unico italiano citato è appunto Pietro Porcinai. Oltre 111.000 interventi di giardini, parchi urbani, aree industriali, autostrade, aree agricole in tutta Italia, in Europa, in Arabia Saudita, in Abu Dhabi. L’intervento più prestigioso a Parigi, chiamato da Richard Rogers e Renzo Piano per il Centro Pompidou.

1948 PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL PARCO DI MARINA CENTRO

A San Lorenzo in Coreggiano nella villa Des Vergers Ruspoli rinnovò il giardino negli anni 1938-1946, come hanno illustrato Rosita Copioli ed Emmanuele Mussoni
A Rimini nel 1948 venne coinvolto nella questione del Kursaal. Gli chiesero se l’eventuale distruzione del Kursaal avrebbe recato danni alle piante del giardino circostante. E un anno dopo gli chiesero un “Progetto di ampliamento del parco Marina Centro”, oggi piazzale Fellini.
Porcinai salvò le piante superstiti, previde una “Area armonicamente suddivisa in spazi destinati a piantagione di alberi, masse di cespuglio, prati in pianoletti ombreggiati di sosta, riparo e svago…pini d’Aleppo e tamerici e protezione temporanee di pioppi… masse di sottobosco, cespugli di lecci, pitosforo, ginepro del tipo sabina prostrata e cineraria marittima prati di aragrosys cylindrica e tappeti di oxaòis federibunda rossa.” [Consiglio Comunale del 5 I 1949, presso palazzo Garampi]. Naturalmente oggi sarà rimasto poco di quell’ordinamento.

1949 RICOSTITUZIONE DELLE FLORA DEI VIALI PRINCIPE AMEDEO, TIBERIO E MATTEOTTI

Gli chiesero anche come piantumare i viali Principe Amedeo, Matteotti e Tiberio nel Borgo San Giuliano. Come sono rimasti, forse ancora per poco, con platani il primo, pini di Aleppo i due del Borgo.
Non mi intendo di pini, credo che siano pini di Aleppo, ma non ho trovato le pigne per confermarne l’identità. Mi sembrano tutti pini sterili, in verità non ho mai visto pigne di questi pini dei due viali del Borgo. Capisco la pericolosità di pigne di quel peso che cadono da altezze oltre i dieci metri, potrebbero essere fatali se colpiscono una persona.

Quello che mi affascina è la concretizzazione di un principio di Porcinai:
“sono fissato con l’idea che i paesaggi debbano essere opera non solo di ingegneri e architetti, ma anche di tutti gli artisti, e quindi anche degli scultori.”
Nei due viali, soprattutto in viale Matteotti ci sono pini inclinati, a zig-zag, a bruschi passaggi di direzione di tronchi e rami che fanno pensare a un dipinto futurista. Un quadro di Umberto Boccioni, il nostro grande Boccioni, nato da genitori morcianesi, mostra tronchi di alberi piegati dal vento.

1973 L’INTERVENTO DI PORCINAI NEL GRANDE PARCO DELLE GOLENE DEL FIUME MARECCHIA

In un primo momento affidato al “brutalista” Vittoriano Viganò [Consiglio Comunale del 21 VI 1972] responsabile della sistemazione del ponte romano – nel senso di: adesso ti sistemo io -, nella Giunta del 7 agosto 1973 [anche gli Atti di Giunta presso palazzo Garampi] a Pietro Porcinai venne affidata la “piantumazione di massima di un parco pubblico in terreni golenali del Fiume Marecchia.”

Il risultato lo vediamo: grandi prati e gruppi di alberi in gran parte preesistenti, flora di fiume. C’è anche un appezzamento di terreno dove tutto cresce come Natura comanda – non ho però la certezza che sia una sua prescrizione.
Lettori meglio attrezzati di chi scrive potrebbero farcelo sapere.

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