Quanto manca alla fine del cantiere del parco del mare e alla sosta selvaggia?

Quanto manca alla fine del cantiere del parco del mare e alla sosta selvaggia?

Il sogno di mezza estate di poter finalmente vedere la fine dei lavori nei tratti 2 e 3 del nuovo lungomare, sfuma. Mentre l'invasione di veicoli è ancora il tratto distintivo di Marina centro. Nuovo aggiornamento.

Siamo quasi giunti a metà estate e ormai regna il più profondo silenzio circa lo stato dei lavori, e la loro ultimazione, del cosiddetto parco del mare. Nessun altro annuncio dopo le pessime figure seguite al corollario dei precedenti, tutti puntualmente resi a caso, evidentemente senza un fondamento tecnico e reale.
A che punto siamo quindi? Dato il mutismo istituzionale, ci abbiamo pensato noi con un sopralluogo di aggiornamento domenicale.

Rispetto all’ultima volta qualcosa si è mosso, ma rimane ancora tanto da fare per porre la parola “fine” a questa telenovela tutta riminese. Quello che è certo, e che viene ulteriormente confermato, è che la pavimentazione in legno, o la sua presunta mancanza a motivo della pandemia, non arrecava alcun ostacolo ai lavori che invece sono afflitti ancora da altre cause. Essa è già quasi del tutto posata, tranne che in vari punti e specie in alcune rifiniture ma, come detto, le problematiche sono altre.

Domenica mattina tre operai sotto il sole cocente, realizzavano le parti integrative alla pavimentazione in gres con materiale speciale drenante, ma già nel pomeriggio si notava la loro assenza. Va detto che quella lavorazione attiene ad una larga parte di suolo, e non sembra essere eseguita con particolare celerità ed impiego di manodopera numericamente parlando; visto anche il clamoroso ritardo accumulato dal marzo ad oggi; pare che non ci sia tutta questa fretta.

Poi i soliti indefiniti lavori qua e là, pacchi di materiale in attesa di utilizzo; di fatto un cantiere interrotto da parti accessibili e da percorsi pedonali per la spiaggia, e molto indietro le strade di accesso dai viali Vespucci e Regina Elena. A tal proposito, laddove ultimate, ecco il risultato tutt’altro che decoroso.

E transenne con velari bianchi per nascondere ciò che ancora non piace mostrare.

Poi il solito caos di ciclomotori parcheggiati ovunque, sui marciapiedi e lungo le strade principali, che rendono un’immagine sciatta e trasandata. Qualche giorno fa un quotidiano locale faceva presente della necessità di affrontare il tema della sosta selvaggia, ma a quanto pare il fenomeno non interessa a nessuno oppure lo si tollera dato che costituisce lo spartiacque tra il permettere o meno di recarsi in spiaggia.

Il quadro generale mostra grande incongruenza tra ciò che si vede e quanto si legge a proposito del grande successo dello “shuttle mare”. È difficile capirne la consistenza dell’effettivo utilizzo ma sbirciando meglio dietro i vetri oscurati di alcuni di essi, non si scorgono poi tanti utenti all’interno; e l’enorme massa di auto e ciclomotori arrangiati alla bell’e meglio lo conferma. Mancano dati certi e certificati del numero di utenti, che non si possono certo assumere per veri da semplici e vaghi annunci, confezionati solo al fine di convincere della fondatezza di quelle che invece sono solo teorie. O meglio appaiono come mero elemento per convincere gli autori di quella pensata, piuttosto che coloro a cui sono rivolti.

Oltretutto dato che quel servizio costa ai cittadini, sarebbe ancor più dovuto un rendiconto preciso di costi e benefici, soprattutto per quella trasparenza che un’amministrazione pubblica dovrebbe ai propri cittadini.
Come pure dire con tutta franchezza il perché del fallimento di un’operazione in sé qualificante, ma maldestramente organizzata e gestita. Qui non si vuole criticare la bellezza o meno del cosiddetto parco del mare; la questione estetica è soggettiva, e quindi sempre rispettabile da ogni parte; ma quello che si contesta è il solito sistema tutto riminese di fare le pentole ma non i coperchi.
Di attuare un progetto senza parcheggi al di sotto, in modo leggero e senza la capacità di risolvere quella ovvia criticità che sarebbe derivata dalla cancellazione di centinaia di stalli, e di come sarebbe cambiata di conseguenza la mobilità.

Una visione della città fantasiosa e non corrispondente con la realtà, più volte mostrata, che ha visto spesso successivi tentativi di rimediare a cose mal fatte, con modalità improvvisate dell’ultima ora, estemporanee e inefficaci.
Immagino che quando verranno finalmente ultimati questi lavori si darà, come al solito, grande risonanza con inaugurazioni e scenografie di rito, in cui chi ha fatto pessime figure si beerà del risultato; tanto poi il popolo dimentica tutto.
Resta quindi il mistero di quando questi lavori avranno termine, e se i parcheggi selvaggi seguiranno la stessa sorte… rimaniamo in trepida attesa.
Intanto è certo il capolavoro di degrado; due cartoline in tema di “Tanti saluti da piazza Tripoli”.

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