«Rimini può cambiare se Jamil cambia registro»

«Rimini può cambiare se Jamil cambia registro»

"Tagliare il cordone con la vecchia giunta e con i vecchi portatori di interessi, premiare chi investe soldi propri, non chi aspetta sempre pantalone per fare qualcosa”. Perché “solo le innovazioni generano crescita economica nel medio e nel lungo periodo”. E’ il consiglio, da imprenditore prima di tutto, che Bonfiglio Mariotti rivolge al sindaco, che ha davanti a sé cinque anni impegnativi. Ma in questa intervista si parla anche della competizione elettorale ormai archiviata e del 2026: "Il mio auspicio è che tutta l’opposizione si adoperi per riportare al centro dell’azione politica le condizioni per lo sviluppo della città". E c’è spazio per conoscere meglio l’azienda Bluenext. Fra acquisizioni, nuove sedi, lo sbarco a Milano e le "avance" di investitori e multinazionali.

Con l’acquisizione di Adiuto, Bluenext compie un altro significativo passo avanti. Perché questo “acquisto” e in una ipotetica graduatoria come si colloca oggi la sua azienda nel panorama nazionale del settore in cui opera?
Così cresciamo per vie orizzontali, aggiungendo 6 milioni di fatturato, e verticali contemporaneamente. Adiuto ha i migliori prodotti in Italia per la gestione dei processi aziendali, per gli studi professionali e per la PA, quindi serve ai nostri clienti e serve per acquisirne di nuovi. Sopratutto ha l’unico software italiano per il tracciamento dei prodotti farmaceutici e medicali, applicabile in tutte le altre filiere in cui è obbligatorio, come in quella alimentare. Ha prodotti che, uniti alla nostra capacità strategica e organizzativa, ci porteranno all’estero appena saremo pronti. Nel nostro settore specifico siamo la quinta forza in Italia, siamo molto più piccoli degli altri competitor come Zucchetti o TeamSystrem o le multinazionali, però siamo più bravi e gestiamo meglio.

Bluenex, anche alla luce di quest’ultima acquisizione, dell’apertura di una sede a Milano e dei progetti annunciati di recente (vedi startup nel Bahrein), rimane ancorata a Rimini oppure si muove sempre più avendo come scenario l’Italia e anche i mercati esteri? E in prospettiva potrebbe fare perno sempre di meno su Rimini come sede operativa?
A Rimini c’è la mia famiglia che è coinvolta nella gestione, ci sono i colleghi storici che lavorano per Bluenext da 30 anni e nei quali abbiamo la più grande fiducia, c’è tutto il management, il controllo di gestione, la direzione amministrativa e quella tecnica. Qui stiamo benissimo e avere cinque filiali sparse al sud e al nord non ci crea nessun problema perchè quando integriamo nuove strutture produttive le dotiamo degli stessi strumenti di lavoro da remoto che usiamo tutti. La nuova sede che apriremo nel quartiere di Porta Nuova a Milano risponde sia ad esigenze utilitaristiche, stiamo acquisendo un’altra società in quella città, ma anche di immagine e di logistica. I dirigenti apicali, i commerciali, i clienti e anche noi troveremo più facile arrivare in centro a Milano che a Rimini: due ore di treno da Rimini, una da Torino, da Brescia o da Bologna, quattro da Roma poi cinque minuti a piedi e si è in ufficio. Vogliamo mettere la sostenibilità ecologica o quella economica dimenticandoci le auto, i costi autostradali, la benzina a due euro, l’inquinamento?

Qual è il fatturato della impresa che amministra e quanti dipendenti vi fanno capo complessivamente nelle diverse sedi?
A fine 2021 i nostri ricavi toccheranno i 25 milioni di Euro per arrivare a 30 nel 2022. I dipendenti sono attualmente circa 220 di cui 90 a Rimini e 50 a Catania, le sedi più grandi.

Il Covid ha inciso sulla vostra attività e se sì in che modo?
Il lookdown, inteso come impossibilità di spostarsi da un luogo all’altro del nostro paese e verso l’estero della maggior parte dei lavoratori, ci ha dato la consapevolezza che le aziende come la nostra hanno avuto un ruolo fondamentale nel garantire la prosecuzione delle attività economiche operative durante il Covid: pensiamo a tutta la sanità o la Pubblica Amministrazione, le imprese della logistica, le mense, i trasporti, la filiera agricola. Nessuno avrebbe potuto funzionare senza i nostri software che servono a gestire le attività correnti, che sono serviti per “vedersi” e parlarsi da remoto, per firmare documenti da lontano con le nuove firme remote, per iniziare il telelavoro e poi passare al cosiddetto smart working (in cui si lavora per progetti e il cui avanzamento viene monitorato), per gli avvocati con le udienze processuali da remoto, per le lezioni in DAD ecc. Abbiamo capito che prima o poi, però, questa brutta storia sarebbe finita ma certi strumenti sarebbero rimasti aiutando le imprese a risparmiare tempo e soldi, basti pensare a tutti i costi di trasferta e di conseguenza ci siamo preparati sviluppando nuovi prodotti e migliorando quelli esistenti per i nuovi bisogni. Sopratutto abbiamo iniziato un piano di acquisizioni di altre imprese del nostro settore o vicine. Piano deliberato dal nostro CDA nel novembre del 2020, in piena pandemia.

Lei è a capo di un’azienda appetibile e credo non le siano mancate le offerte di acquisto, mettendola nelle condizioni di vivere molto bene di rendita e di togliersi i pensieri che la gestione di una realtà dinamica e impegnativa come Bluenext comporta: ha mai pensato di tirare i remi in barca?
In realtà è da un pò che non uso più la barca a remi o a motore, troppo lente o inquinanti. Adesso vado a Vela con il mio team Bluenext con cui facciamo regate portando in tutta Italia il nostro brand e allo stesso tempo divertendoci nei fine settimana. Battute a parte, i nostri trend di crescita a due cifre da almeno cinque anni e la redditività molto alta avvicinano continuamente investitori o multinazionali intenzionate ad acquistare Bluenext. Con quasi 200.000 clienti, prodotti tecnologicamente molto più evoluti di quelli dei nostri competitor, bilanci perfetti frutto di una gestione oculata e di un controllo costante dei costi e liquidità adeguata, è logico che avvenga. Le offerte vanno da 13 a 20 volte l’Ebit, l’utile prima delle imposte dell’azienda. Ma ai Consigli di Amministrazione e alle assemblee partecipa tutta la mia famiglia, secondo una tradizione poco usata nelle PMI e siamo tutti d’accordo nel guardare ad un futuro che veda protagonisti noi e i nostri colleghi di ogni parte d’Italia. D’altra parte ci divertiamo, raccogliendo i frutti di 5 anni di investimenti in nuovi prodotti e tecnologie innovative, senza mai dividere gli utili, lasciandoli a disposizione dell’azienda e delle sue necessità. Una liquidità che ci ha permesso, per esempio, di non mettere nessuno in cassa integrazione durante il Covid.

Oltre ad essere presidente di Bluenext e di Assosoftware lei ha scelto di non rimanere alla finestra rispetto ai temi sociali, economici e politici riminesi. Quale futuro vede per la lista che ha puntato su Gloria Lisi e di cui anche lei ha fatto parte, dopo un risultato elettorale non banale ma al di sotto delle aspettative. Su cosa pensa debbano impegnarsi nei prossimi 5 anni i due consiglieri comunali di “Gloria Lisi per Rimini” insieme al gruppo più vasto che si è costituito in vista del voto di ottobre?
Emerge sempre più evidente come l’impresa stia assumendo un ruolo di guida nei comportamenti sociali ed etici, ogni attività può avere un impatto positivo o negativo nei confronti della collettività. Se dai il giusto stipendio ai dipendenti e se mantieni per loro le giuste garanzie previste dalla legge o non lo fai, sono due cose diverse. Se paghi la giusta aliquota di tasse che lo stato ti impone o non lo fai, se con la tua attività crei casino nel tuo territorio o ti mantieni nell’alveo delle regole, se eserciti forzature nei confronti delle Amministrazioni o ti ritagli il tuo spazio e basta, sono tutti comportamenti che influiscono nel benessere o nel malessere del tuo territorio. Gloria Lisi era l’unica che rappresentava questi valori, l’ho aiutata in campagna elettorale perchè la ritengo la migliore opportunità per Rimini. Se valutiamo un solo mese di campagna elettorale partendo da zero, il 9% raggiunto e due consiglieri eletti, direi che il risultato è buono. Si poteva fare meglio, certamente. Ma ho fatto una esperienza molto formativa, ho conosciuto persone di grande fede e capacità strategiche, in ogni schieramento. Ora Brunori e la Lisi si sono assunti un onere non da poco, dare continuità a ciò che era nel programma elettorale. A volte Rimini sa essere un territorio ostile per fare impresa: mercato del turismo in affanno, burocrazia, tassazione eccessiva, regole poco chiare e sopratutto un corporativismo deteriore che blocca lo sviluppo. Il mio auspicio è che tutta l’opposizione si adoperi per riportare al centro dell’azione politica le condizioni per lo sviluppo.

Vede uno spazio per un lavoro “comune” di tutti coloro che oggi si collocano all’apposizione, anche in vista della prossima tornata elettorale nel 2026, e a quali condizioni?
Credo ci sia un grande spazio, anzi una intera casa. Queste elezioni sono state vinte con qualche centinaia di voti di scarto, quale occasione migliore per provarci seriamente. E c’è un altro fatto fondamentale: la qualità dei consiglieri eletti, dalla Lisi a Brunori, a quelli della Lega come De Sio, Andrea Pari, Zoccarato o a quelli di FDI, tutte persone che hanno rispetto delle istituzioni e degli altri, con poca voglia di urlare e molta di costruire.

La giunta che si è insediata poco più di due mesi fa per ora non ha avuto guizzi di nessun tipo. E’ presto, si dirà, ma se il buongiorno si vede dal mattino è lecito nutrire qualche dubbio. E’ opinione abbastanza diffusa che non si vedranno particolari variazioni rispetto al solco già tracciato nei dieci anni precedenti e nemmeno svolte epocali. Le premesse per andare nella direzione di risolvere le piaghe antiche di Rimini (mobilità, parcheggi, turismo e offerta ricettiva di basso livello, anfiteatro romano sempre ostaggio del Ceis, ecc.) non ci sono. Per la serie consigli non richiesti: cosa si sente di suggerire a Jamil per imprimere la svolta di cui la città ha bisogno?
A dire la verità considero Jamil Shadegolvad un’ottima persona: quando uno si commuove celebrando il matrimonio di due amici è già tanta roba, dal mio punto di vista. E sono certo che sarà un sindaco autorevole. Quello che gli direi è che ogni analisi storica ed economica mostra che le innovazioni e solo le innovazioni generano crescita economica nel medio e nel lungo periodo: quindi di tagliare il cordone con la vecchia giunta e con i vecchi portatori di interessi, di premiare chi investe soldi propri, non chi aspetta sempre pantalone per fare qualcosa, chi costituisce società ad hoc solo per intercettare i fondi del PNRR, che sempre debito statale è, chi aspetta le mucillagini per fare i bagni negli alberghi o una Pandemia per ristrutturare con i fondi pubblici le attività.

Fotografia: Bonfiglio Mariotti e l’equipaggio della barca a vela We Bluenext Team.

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