Per Ravenna e Cesena le gare sono state indette. Per Parma e Piacenza anche. A Rimini la convenzione con Hera è scaduta nel marzo del 2011. Domani saranno trascorsi sette anni. In consiglio comunale l'assessore Brasini ha detto che il ritardo è di Atersir. Ma nel consiglio dell'Agenzia di regolazione siede Stefano Giannini. Sindaco di Misano nonché segretario provinciale del Pd. Cantone non ha dubbi: "L’Atersir sembra seguire gli eventi politico amministrativi piuttosto che dettare una agenda serrata per giungere in tempi ragionevoli agli affidamenti previsti dalla vigente normativa". E punta il dito contro la "sovrapposizione dei ruoli all’interno del sistema".
L’assessore al bilancio e al patrimonio del Comune di Rimini conosce il sindaco di Misano, nonché segretario provinciale del Pd? Avrà il suo numero di telefono o una mail? Saprà che Stefano Giannini siede nel Consiglio d’ambito di Atersir, che rappresenta l’organo di indirizzo politico-amministrativo di primo livello dell’Agenzia?
Le domande sorgono a raffica dopo avere ascoltato le parole pronunciate dall’assessore Brasini l’8 marzo scorso in consiglio comunale. Il consigliere di Forza Italia, Carlo Rufo Spina, ha illustrato una mozione che aveva per contenuto la strigliata di Anac agli enti locali emiliano-romagnoli, alla Regione, ad Atersir e alla holding Hera sulla gestione dei rifiuti e sulla convenzione scaduta da 7 anni, di cui Riminiduepuntozero si è occupato.
Andiamo con ordine, partendo dalla mozione di Rufo Spina, che fra l’altro risale al luglio dello scorso anno, ma è arrivata al dunque 9 mesi dopo.
Partendo dalla delibera (n. 626 emessa in data 7 giugno 2017) dell’Autorità Nazionale Anticorruzione relativa alla “attività ispettiva eseguita presso la Società Hera Spa e la sua partecipata Herambiente Spa al fine di acquisire elementi conoscitivi sull’attività contrattuale svolta nell’ultimo triennio nell’ambito della gestione del servizio integrato dei rifiuti e alla verifica del ricorso agli istituti delle proroghe e rinnovi”, Rufo Spina ha detto che “il presidente Cantone, esattamente come ha da sempre sostenuto il sottoscritto, dichiara che dal punto di vista della natura giuridica Hera Spa e le sue controllate, benchè formalmente società di capitali di diritto privato, costituiscano in realtà organismi di diritto pubblico, in quanto assoggettata a governance pubblica, così come confermato dal Consiglio di Stato (Cfr. pronuncia del 15.07.2013, V sezione)”. Bene, detto ciò, Anac ha accertato… ed ecco la puntigliosa elencazione del consigliere di Forza Italia:
1) “in merito agli affidamenti in generale, un rilevantissimo ricorso a procedure NON ad evidenza pubblica, con importi medi di ogni affidamento molto spesso superiori al milione di euro;
2) in merito all’affidamento specifico del servizio di gestione dei rifiuti urbani, gestiti da Hera ma pagati dalla nostra Tari, tassa comunale, il regime di prorogatio della convenzione dalla scadenza del 14.03.2011 senza che ad oggi sia stata ancora fissata una data di inizio gara, il quale regime concretizza:
a) un improprio vantaggio per la Società affidataria;
b) la violazione dei principi di efficacia amministrativa, di concorrenza, parità di trattamento e trasparenza;
c) la sottrazione di significative risorse al mercato di riferimento;
3) in merito al rinnovo dei contratti di affidamento, la violazione della normativa vigente da parte di Hera Spa in quanto, ancorchè la previsione del rinnovo fosse prevista nei documenti di gara, non sono mai state fornite adeguate ed analitiche motivazioni che giustificassero il ricorso al rinnovo del piano senza ricorrere invece allo strumento generale del ricorso alla gara;
4) in merito alle gare effettuate, l’ingiustificato ricorso a tempi particolarmente brevi per la presentazione delle offerte, che vìola il principio di proporzionalità e mina i principi di libera concorrenza e parità di trattamento, in quanto induce alla non partecipazione operatori potenzialmente interessati all’appalto;
5) una serie di altri 8 punti di illegittimità e violazioni di varie disposizione di legge, per le quali si rimanda alla lettura della delibera”.
Rufo Spina ha poi fatto presente che la delibera di Anac è stata inviata, oltre che agli enti interessati ed agli organi regionali che dovrebbero esercitare funzioni di regolazione e vigilanza, cioè la Regione Emilia Romagna e Atersir, anche alla Procura della Repubblica presso il Tribunale penale di Bologna e alla Procura regionale della Corte dei Conti “per gli aspetti di rispettiva competenza”.
La mozione di Rufo Spina terminava così:
“Impegna il sindaco e la giunta comunale:
1) ad adottare misure opportune per rimediare alle gravissime criticità e violazioni evidenziate dalla relazione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione;
2) a fissare la gara ad evidenza pubblica, con congruo anticipo, per l’affidamento del servizio comunale di gestione dei rifiuti urbani;
3) a verificare se il proprio comportamento negligente durante l’Amministrazione Gnassi, ininterrottamente dal 2011 ad oggi, coincidente con il periodo di affidamento in prorogatio ad Hera, a causa dell’assenza totale di concorrenza, abbia causato un danno economico ai cittadini riminesi che si sono visti lievitare la tassa rifiuti, oggi Tari, in modo intollerabile;
4) ad attuare un servizio più efficiente, più economico e in piena concorrenza, che possa portare ad una drastica diminuzione della Tari;
5) a verificare se la posizione del Comune di Rimini non sia in totale conflitto di interessi, nella veste di appaltante il servizio, controllore del servizio, proprietario della Società appaltatrice del servizio e percettore di cospicui dividenti annuali dalla Società appaltatrice.”
Gli ha risposto l’assessore Brasini, argomentando che “se la stazione appaltante è in ritardo sulle gare, non c’entrano il Comune ed Hera, l’autorità è Atersir” e poi “si tratta di gare europee e quindi per nulla semplici. Stiamo bandendo la gara per il servizio idrico, dove ci sono 5 concorrenti di cui 2 stranieri, si parla di lotti di centinaia di milioni di euro. La posizione del Comune è molto chiara: noi siamo favorevoli assolutamente a fare le gare europee in tutti i settori”. Ha anche aggiunto di non voler fare il difensore di Hera, ma intanto ha informato il consiglio che “Hera ha impugnato puntualmente e controdedotto tutte le questioni che Anac ha sollevato e quindi non so quale sarà la sorte della delibera di Anac”.
Ma va detto che le proroghe sono decise dai Comuni e Cantone scrive che “il prolungarsi del regime di prorogatio delle convenzioni di affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani ad Hera spa, determinato da una complessa e rallentata gestione delle fasi propedeutiche alle gare, concretizza: un improprio vantaggio per la società affidataria; la violazione dei principi di efficacia e speditezza dell’azione amministrativa; la sottrazione di significative risorse al mercato di riferimento”.
Prima che l’aula si pronunciasse sulla mozione, dai banchi dell’opposizione hanno preso la parola anche Gioenzo Renzi e Gennaro Mauro. Il primo per dire che “vige il monopolio e chi ne paga le conseguenze è sempre l’utente. C’è una sovrapposizione di interessi: il Comune è socio di Hera, partecipa agli utili di Hera (un paio di milioni di euro all’anno) e dovrebbe essere contraltare di Hera. Possibile? No. Atersir è emanazione della Regione e politicamente di tutte le amministrazioni locali”.
Gennaro Mauro si è rivolto all’assessore Brasini così: “Assessore, lei non è ascoltato da Atersir. Le gare per i bacini territoriali di Parma, Cesena, Ravenna e Piacenza sono partite, perché a Rimini non è successa la stessa cosa? Lei assessore ha dimenticato di dire che il segretario provinciale del Pd è il referente di Rimini in Atersir. L’amministrazione comunale di Rimini spinga su Giannini affinché venga fatta la gara”. E in effetti basta andare sulla home page del sito di Atersir per vedere che le gare sono state concretizzate per Parma, Piacenza, Cesena e Ravenna. Critiche dirette da parte di Mauro ad Atersir: “Non mi pare che faccia bene il proprio lavoro perché si limita a recepire il costo del servizio da Hera e lo ribalta sui vari bacini e sulle tasche dei cittadini, non tutti però, solo di quelli che pagano”. Ha infine evidenziato che “Hera è controllata dalle amministrazioni, che hanno tutto l’interesse perché questo sistema venga conservato, ma a discapito di un miglior servizio e di costi competitivi“.
La pensa più o meno così anche Cantone, che nella famosa delibera ha scritto che “l’Atersir sembra seguire gli eventi politico amministrativi piuttosto che dettare una agenda serrata per giungere in tempi ragionevoli agli affidamenti previsti dalla vigente normativa e secondo le indicazioni dei comuni coinvolti”. Ed ha messo nero su bianco il problema che sta alla radice: “La costante sovrapposizione dei ruoli all’interno del sistema, i comuni infatti svolgono contemporaneamente i ruoli: a. di committenti come partecipanti al sub ambito; b. di fornitori come soci di Hera spa e controllanti di Herambiente spa; c. di regolatori e controllori come partecipanti – decisori di Atesir”.
Come ha votato il consiglio sulla mozione Rufo Spina? 24 i presenti, contrari 16 (Bellucci Giorgia, Bertozzi, Casadei, De Leonardis, Di Natale, Falcioni, Frisoni Lucilla, Gianfreda, Grassi, Magrini, Muratori, Pasini, Petrucci, Piccari, Vinci e Zamagni), favorevoli 8 (Bellucci Andrea, Camporesi, Marcello, Mauri, Mauro, Pecci, Renzi e Zoccarato).
In attesa che Atersir decida, attaccatevi alla prorogatio.
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