In mezzo agli ombrelloni e sempre più spesso anche per le vie del centro storico, il commercio abusivo non conosce crisi.
La stagione balneare è iniziata e, come del resto tradizionalmente ogni anno, sono ricomparsi in spiaggia venditori e massaggiatori abusivi. Così il fenomeno si completa con i soggetti che operano indisturbati nel Centro Storico, particolarmente attivi nei giorni di mercato e nei pressi dell’Arco di Augusto.
Nel primo caso i “commercianti”, hanno intensificato e affinato la tecnica itinerante “porta a porta”, anzi “ombrellone a ombrellone”, per essere meno visibili alle forze dell’ordine peraltro piuttosto assenti. Tranne qualche temerario non espongono la merce ma, contenuta in borsoni, viene elencata e mostrata ai potenziali acquirenti. Nel secondo caso invece, agiscono comunque indisturbati. E dire che nel febbraio scorso con il solito roboante comunicato, l’Amministrazione cittadina annunciava l’acquisto di due quad, finalizzati alla lotta di quel fenomeno. Costosi oggetti di scena e non altro, perché impossibili da utilizzare tra gli ombrelloni, figuriamoci poi in Centro, ma di forte effetto propagandistico e di scarsa deterrenza per gli abusivi che modificano le loro abitudini in base alle nuove evenienze sopraggiunte.
Quello che le fotografie ritraggono avviene in una giornata – per ora – domenicale, in un ristretto spazio centrale di due o tre stabilimenti balneari tra la zona del Porto e la Rotonda. Ma il fatto è diffuso anche altrove e siamo solo ad inizio stagione.
Più avanti sicuramente, come di rito, assisteremo alle solite notizie circa i sequestri di merce contraffatta, per dimostrare che il malcostume viene perseguito ma ciò avverrà, sicuramente come sempre, in piccola parte rispetto alle sue reali proporzioni.
E così ogni anno va in scena lo stesso spettacolo già visto; stessi attori, stessa conclusione, con la variante del Centro Storico in cui il fenomeno in passato era pressoché inesistente.
Eppure questi “operatori economici” sono sempre gli stessi e negli stessi luoghi. Non rischiano nulla tranne l’improbabile sequestro della merce spesso di infimo valore commerciale, ma visti i piccoli numeri e chissà poi a chi si riconducono, sembra un rischio calcolato ancorché basso. Non occorrono quindi effetti speciali o denari spesi in improbabili attrezzature per debellare questa illegale pratica, ma progettualità, capacità, e la conoscenza e il controllo del territorio, aspetti che ormai a Rimini latitano da tempo immemore.
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