Si scava per realizzare l’isola ecologica e spuntano antiche mura

Si scava per realizzare l’isola ecologica e spuntano antiche mura

All’inizio di via Cavalieri, incrocio con via Bastioni Settentrionali, un altro ritrovamento archeologico.

Rimini non cessa mai di riservare piacevoli sorprese laddove si eseguono scavi per svariati motivi; ovviamente per chi sa coglierle, e non per chi le vive come un fastidioso intralcio ai radiosi e mirabolanti progetti che hanno il fine ultimo di cancellare la storia e l’identità cittadina.
Dopo i ritrovamenti in via Melozzo da Forlì, in cui le indagini archeologiche sono tuttora in corso, altri ne emergono all’inizio di via Cavalieri all’incrocio con via Bastioni Settentrionali. Dalla natura delle strutture murarie, che presentano un paramento a scarpa, potrebbe trattarsi di mura di fortificazione della città verso l’alveo del Marecchia. Sono solo un tecnico, non uno storico, e lascio queste attribuzioni e considerazioni agli eccellenti esperti in questo campo, di cui Rimini vanta non poche figure anche se emarginate. Ma sono convinto che si tratti di rinvenimenti interessanti e meritevoli di più attenzione.
L’occasione dei ritrovamenti è stata la realizzazione di un’isola ecologica interrata, nuova pensata al posto dei tradizionali cassonetti dei rifiuti, come recita l’apposito cartello affisso nella recinzione del cantiere. Personalmente preferirei vedere i cassonetti, piuttosto che sapere che, probabilmente, si manometteranno reperti storici sebbene interrati. Ma l’esempio dello sforacchiamento delle poco distanti mura quattrocentesche a lato del Ponte Tiberio, non lascia molte speranze.

Ora il tema è complesso perché si pongono diversi aspetti a margine. Qualora si decida di intervenire con opere fondali per strutture di qualsivoglia genere in un’area specie nel Centro Storico, si ha già la ragionevole conoscenza di ciò che potrà emergere dagli scavi. Inoltre, i sondaggi preliminari a questo servono. Quindi in questo caso pare ovvio e scontato cercare un altro sito in cui porre le opere invasive.
Poi, una volta eseguiti gli scavi, dato l’ottenimento di una concessione a realizzare l’opera, non si sa che fine faranno questi ritrovamenti; verranno demoliti, in qualche modo intaccati, o salvaguardati seppure ricoperti?
Rammento che al proposito, negli anni passati si rinunciò alla costruzione del parcheggio interrato in Piazza Malatesta, a motivo della ricca presenza di reperti storici ed archeologici riscontrati al di sotto del piano stradale tramite appositi sondaggi preventivi. Ma ora si costruisce una vasca interrata per una pacchiana fontana di circa mille metri quadri.
Il tutto vede una Soprintendenza tollerante con la linea di “riminizzazione” dei nostri beni storici.
Quello che inoltre rammarica è che i comuni cittadini, e in particolare coloro che sono interessati alla vera cultura specie quella cittadina, e che non sono di numero esiguo, non sapranno mai cosa stia emergendo dai vari scavi in atto a Rimini, negando così un diritto all’informazione che non sia quella monocorde che l’amministrazione cittadina ci propina ogni giorno a suo esclusivo interesse e piacimento.
Sogno un modo di amministrare trasparente dove si dia conto di tutto ciò che accade in città, non solo ciò che si desidera finalizzato solo a magnificare il proprio operato. Ma che renda anche conto delle scoperte che riguardano la nostra storia e cultura, con comunicati, eventi dedicati in cui si mostri la storia della storia, perché diversamente appare l’impressione che si voglia celare qualcosa.
Però finché questi avvenimenti verranno vissuti come un fastidio, come le varie analoghe circostanze passate dimostrano, questo non accadrà mai, calpestando così un nostro diritto.
Quindi rassegniamoci all’opacità, fino a quando – e se – illuminati amministratori governeranno Rimini; semmai.

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