Si era dimesso dal consiglio comunale. Ma in tanti pensavano che il suo non sarebbe stato un addio all'impegno politico. Ed ora la "bomba": spiega cosa sta succedendo all'interno dei 5 Stelle a Rimini e rivela che sta preparando, insieme a diversi fuoriusciti dal Movimento, una lista civica. Per battere il sindaco che, dice Camporesi, è tutta propaganda e distintivo.
Ha fatto decollare il Movimento a Rimini. Se alle regionali del 2010 il partito di Beppe Grillo in città aveva ottenuto il 9,58% dei consensi, alle comunali dell’anno dopo, quando Camporesi è candidato sindaco, sale all’11,32%. Alle politiche del 2013 il picco (27,53%), superando il PdL e diventando il secondo partito a Rimini. Al test delle urne dello scorso anno la discesa: 17,11% alle regionali e il 23,59% alle europee. A luglio ha annunciato ufficialmente l’uscita dal partito di Grillo ma già da tempo erano maturate le sue divergenze col Movimento e nel novembre del 2014 si era dimesso dal consiglio comunale. Erano in tanti ad immaginare che il suo non sarebbe stato un addio all’impegno politico. Ed ora la “bomba”: spiega cosa sta succedendo all’interno dei 5 Stelle a Rimini e rivela che sta preparando, insieme a diversi fuoriusciti dal Movimento, una lista civica. Per battere il sindaco che, dice Camporesi, è tutta propaganda e distintivo.
Camporesi, secondo lei come arriva il sindaco Gnassi all’esame elettorale?
Con un bilancio disastroso e per una ragione fondamentale, perché non ha arrestato il declino di Rimini, anzi io credo si sia accentuato. Non penso sia necessario fare l’elenco, tutti sanno che cosa punteggia questo declino, dall’aeroporto che versa nelle condizioni a tutti note e che rischia un’altra chiusura se il Consiglio di Stato dovesse confermare la sentenza del Tar, e fra l’altro…
Dica.
Solo fra parentesi, in consiglio comunale il sottoscritto e i colleghi i problemi dell’aeroporto li hanno evidenziati sin dal 2011, suggerendo anche la soluzione, ovvero la sostituzione del management.
Però il normale cittadino che sfoglia ogni giorno i quotidiani locali si fa l’idea contraria alla sua. Attorno a Gnassi c’è un alone di movimento, azione, opere… L’uomo tende a presentarsi come il nuovo Malatesta che sta regalando un secondo rinascimento a Rimini.
Fra apparenza e sostanza a mio parere il ruolo preponderante lo gioca la prima. I progetti di cui si parla interessano il centro della città e sono molto circoscritti. Il resto lo fa una macchina della comunicazione che lavora a tambur battente sugli effetti speciali e che in buona parte sta riuscendo a creare consenso attorno al sindaco. Anche la scelta di aprire cantieri in centro a ridosso delle elezioni è una strategia propagandistica vecchia come il mondo.
Va invece riconosciuto che Gnassi in parte ha rotto con alcuni della vecchia guardia all’interno del Pd, cercando di dimostrare un certo dinamismo, ma anche in questo caso solo apparente perché Gnassi comunque risponde in maniera determinante ai poteri forti della città, cadendo in contraddizioni evidenti.
Quali?
La principale è la sedicente lotta al cemento. La realtà racconta altro, come dimostrano le 14 palazzine sull’area Acquarena, fronte parco. Poi ci sono i voltafaccia clamorosi come quello sull’acqua pubblica, la cui conclusione è stata un fallimento gigantesco. E l’altro aspetto che colpisce è che al di la dei lustrini e di due o tre interventi significativi che, ripeto, sono circoscritti al centro, emergono dei veri e propri buchi neri.
Ad esempio?
Il tema della sicurezza della città. Non solo quella relativa all’ordine pubblico, con dati preoccupanti, ma anche il piano delle emergenze comunali è arrivato in ritardo, nonostante le sollecitazioni che non sono mancate, rispetto ai tempi di legge che ne prevedevano l’approvazione. E’ pressoché assente una sensibilità legata alla prevenzione e alla mitigazione di eventuali tragedie e cataclismi naturali.
Se è vero che lo scenario è disastroso, dovrebbe essere facile per un candidato di “opposizione” ribaltare la situazione.
In parte è vero e in parte no. Non è semplice sia perché il Pd è l’unica forza politica che ancora ha una struttura ramificata sul territorio e sia perché la giunta Gnassi spende risorse in autopromozione e la stampa locale spesso si limita a riportare le veline di Palazzo Garampi. Quattro anni e mezzo di manipolazione dell’opinione pubblica hanno un loro peso.
Quando invece con l’amministrazione Ravaioli-Melucci la stampa è stata molto più severa e comunque critica…
Certamente, il quarto potere con Gnassi sembra essere andato in letargo. Fra i motivi che non rendono facile un cambio politico in Comune metto anche la disgregazione delle altre forze politiche, nessuna esclusa. Detto tutto questo, depone invece a favore di un nuovo scenario il fatto che i problemi oggettivi di Rimini possono essere facilmente comunicati e se da un lato è vero che c’è rassegnazione e assopimento, dall’altro c’è molta voglia di rivalsa.
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Quindi non è una partita persa in partenza per l’anti-Gnassi.
Assolutamente no. Se chi risiede nelle zone centrali della città può avere un giudizio positivo sull’amministrazione comunale, in ragione degli interventi avviati e realizzati e della politica degli eventi, fuori dal centro l’appeal del sindaco penso sia molto basso. Un candidato solido e credibile, alternativo a Gnassi, in grado di raccogliere anche i malumori presenti fra gli elettori Pd, sarebbe in grado di arrivare al ballottaggio, e a quel punto il risultato sarebbe ampiamente contendibile.
A suo parere ci sono molti malumori nel Pd sul timoniere di Palazzo Garampi?
Si, ci sono elettori Pd che non se la sentono di appoggiare una persona che, rinviata a giudizio o meno, è considerata poco o tanto responsabile nella gestione di certe partite scottanti, a cominciare dall’aeroporto.
Che idea si sta facendo della forza elettorale dei partiti di opposizione, che, almeno sulla carta, dovrebbero contendere la vittoria a Gnassi o a chi sarà per lui.
Nel fronte centrodestra l’unico partito in crescita è la Lega Nord, in parte anche Fratelli d’Italia perché “accomunato” alla Lega. Ncd rischia di scomparire e Fi non scoppia di salute.
Veniamo al Movimento 5 Stelle: come giudica il lavoro dei suoi ex compagni di viaggio?
Il lavoro dei consiglieri comunali 5 stelle a Rimini mi sembra di buon livello, anche se potrebbe essere migliore.
Più in generale qual è la situazione del Movimento a Rimini?
Il dato più rilevante è che una parte importante della base degli attivisti di più lungo corso, ovvero che hanno iniziato il loro impegno nel 2010 subito dopo le elezioni regionali, diversi di coloro che hanno dato il più importante e forte contributo, ha abbandonato il Movimento.
Questa è una notizia. Ne è certo?
Ovviamente si. Una parte sostanziale degli attivisti riminesi ha lasciato il gruppo e il dato è facilmente verificabile guardando l’elenco degli attivisti ai primi del 2015.
Chi attualmente tira le fila del Movimento a Rimini?
Poche persone, fra queste sicuramente hanno una forte influenza gli stipendiati dall’europarlamentare Marco Affronte. Una incoerenza a mio avviso inammissibile in un Movimento che, dell’influenza nefasta del denaro in politica, ha fatto un argomento di lotta politica per dieci anni.
Sembra di capire che l’area del Movimento 5 Stelle esprima diverse potenziali candidature, almeno tre. Una potrebbe essere riconducibile a Sonia Toni, ex moglie di Beppe Grillo. Un’altra agli attuali consiglieri comunali, una terza la sua…
Sonia Toni oggettivamente non si è mai vista nel Movimento a Rimini, laddove la partecipazione è stata sempre considerata un elemento dirimente, e a mio parere avrebbe potuto continuare a rimanere in silenzio per evitare anche solo lontanamente sospetti di nepotismo. Per la verità non è la prima volta che lancia provocazioni simili ma, quando io ero nel Movimento, non le risposi nemmeno.
Ritiene possibile un “blitz” di qualcuno in vista delle elezioni, una fuga in avanti, mettendo in campo figure anche totalmente nuove e slegate dal Movimento di Rimini?
Difficile ma non impossibile e d’altra parte il Movimento funziona così….
Come?
Se dentro il MeetUp c’è una persona che è in contatto diretto con Grillo, e gode della sua fiducia, quella persona può anche buttare fuori tutti gli altri, farsi dare il logo e andare alle elezioni. Basta vedere cosa è successo anche in altre città, ad esempio a Bologna. Io me ne sono andato anche per questa ragione. La conduzione del Movimento assomiglia ad un regime dittatoriale, io ed altri l’abbiamo capito qualche anno fa, ed anzi abbiamo contribuito a farlo emergere con la manifestazione del marzo 2012.
Quindi la signora Toni potrebbe fare questa operazione…
Tenderei ad escluderlo. Magari non lei ma qualcuno vicino a Grillo o Casaleggio, anche per interposta persona. D’altra parte quello che ha sostenuto sulla mancanza di un candidato è vero, occorre dargliene atto.
E c’è anche la candidatura di Luigi Camporesi?
E’ presto per parlare di candidatura e non sono solo io a deciderlo. Di certo posso dire di essere disposto a metterci la faccia e di impegnarmi come ho sempre fatto, il resto lo vedremo insieme. Io ed altri fuoriusciti dal Movimento abbiamo cominciato un confronto e ci stiamo organizzando per presentare una lista civica.
Da dove prendete le mosse?
Dal credere nei valori che ci hanno uniti e che sono stati ampiamente disattesi e contraddetti dal Movimento 5 Stelle.
Quando l’ufficializzazione?
A breve presenteremo una nostra lista che avrà la caratteristica di un ritorno al passato, cioè alle origini del Movimento. Nel 2009, di punto in bianco, Grillo cambiò le regole, ma prima di quel momento le alleanze politiche non erano bandite. La lista civica alla quale stiamo lavorando sarà aperta ad alleanze con altre liste civiche, mentre si sta discutendo se e come accettare anche alleanze o appoggi esterni da parte dei partiti politici.
Vi collocherete in un’area precisa, centrodestra o centrosinistra?
No, vogliamo rimanere neutrali rispetto ai due schieramenti. Per noi non è possibile ragionare in termini di destra e sinistra.
Lei ha partecipato al lavoro di Dreamini, pensate anche a loro come possibili alleanze?
Per la verità ho collaborato con chi, mosso da intenzioni serie, me lo ha chiesto: oltre a Dreamini sul tema della privatizzazione del sistema fieristico-congressuale, anche con Cuore di Rimini a proposito degli scavi sull’area Acquarena. Comunque se da Dreamini emergerà la decisione di un impegno alle prossime amministrative, la risposta è assolutamente si.
Nella logica degli apparentamenti la vostra lista civica dove è disposta ad arrivare? Intendo sulle alleanze politiche.
Come ho spiegato, siamo sicuramente aperti alle liste civiche, il resto è prematuro dirlo. Personalmente sono dell’idea che si dovrebbe lavorare per creare un gruppo locale di persone che hanno dimostrato di essere coerenti, di non avere tratto vantaggi dalla politica, di non essere in vendita e che non si fanno intimorire. Una realtà autorevole e con una buona reputazione, insomma, svincolata da tutti quei poteri che a Rimini fanno il bello e cattivo tempo. Sarebbe un soggetto che si candida a vincere le elezioni del prossimo anno a Rimini.
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