Tutti gli abusi sono uguali davanti alla legge? Scoprite le differenze

Tutti gli abusi sono uguali davanti alla legge? Scoprite le differenze

"Dalla Jole" è stato l'ultimo a cadere, ma tanti ce ne sono stati prima e su tanti ci sono già provvedimenti che hanno portato alla chiusura dei locali. Eppure c'è un caso che è lì da 74 anni e nessuno lo tocca. Fotografie e una lettera.

Dalla Jole

Com’era

Com’è

Bar Tricheco

Com’era

Com’è

 

Bizzarro Street Bar

Com’era

Com’è

Anfiteatro romano-Ceis

Com’era

 

Com’è

E così anche il bar Jole alfine ci ha lasciati. Dopo un lungo iter amministrativo è stato demolito in buona parte, in nome di quell’intransigenza al non rispetto delle regole di cui la nostra Amministrazione cittadina si vanta e si bea. L’epilogo di una sorte già subita da alcuni casi riminesi, e che capiterà ad altri forse ancora in iter. Ma ogni qualvolta se ne legge l’evento, ritorna sempre la stessa domanda ricorrente: e il CEIS?
Come ormai è noto, la storia di questa struttura è ben più annosa di quelle già demolite che, seppur sorgevano in aree non consentite o rappresentavano criticità in proposito, comunque non insistevano su di un monumento archeologico e in un’area con strettissimi vincoli connessi.
Tanta enfasi quindi per queste notizie, ma che ogni volta mortificano quella che ormai è divenuta una triste realtà e il clima che le ruota intorno tutto teso a far dimenticare in tutti i modi questa ferita a quel poco di patrimonio artistico riminese che ci è rimasto.
La legge è legge e se di irregolarità si parla, non possono esserci quelle accettate o perseguite a seconda della più o meno validità per cui sono state commesse.
Se poi si sostiene che il CEIS fa parte ormai della storia riminese, beh allora, ad esempio, anche il Tricheco e Jole lo erano; se non altro per un fenomeno di costume e abitudini di “riminesità” che ruotava intorno ad esse fin da molti decenni or sono.
Quindi se questa è la logica, smettiamo di continuare a perpetrare queste differenze perché fanno perdere la credibilità di chi le promuove, e generano la sensazione di essere presi in giro. Ma, forse, chi le mantiene non se ne rende neppure conto. Non ero un avventore delle attività citate, ma basterebbe un minimo di logica per giungere a queste elementari considerazioni.

Salvatore De Vita

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