Un albergatore su tre non paga la Tari

Un albergatore su tre non paga la Tari

Due notizie lapidarie oggi fotografano il sistema ricettivo alberghiero di Rimini e dunque la spina dorsale del nostro turismo. La prima: un albergatore su tre non ha pagato la Tari nel 2017. La seconda: i prezzi stracciati praticati da molti alberghi. C'è qualcosa che non va in una destinazione che "gira" a condizione di una evasione diffusa (anche dei tributi) e di prezzi fuori mercato. E la domanda da porsi è: chi vuole aiutare la crescita vera del turismo riminese deve continuare a "drogarne" l'offerta o a riqualificarlo alla radice?

Due notizie lapidarie oggi fotografano il sistema ricettivo alberghiero di Rimini e dunque la spina dorsale del turismo.

La prima: un albergatore su tre non ha pagato la Tari nel 2017. “Secondo le stime del Comune, nel 2017 quasi uno su tre fra i gestori degli hotel, non ha versato il dovuto per la tassa rifiuti: in pratica quasi 300 titolari di altrettante strutture ricettive. L’insoluto totale, per quanto riguarda gli albergatori, ammonta a oltre 2 milioni e 615mila euro”. (Carlino Rimini)

La seconda: prezzi stracciati in 200 hotel. “Degli oltre 600 alberghi di Rimini che vendono le camere on line, quasi un terzo (poco meno di 200) pratica più o meno sistematicamente in certi giorni offerte speciali che vengono considerate, da altri operatori del settore (e dalla stessa associazione albergatori) «fuori mercato».” (Carlino Rimini)

Chi non paga la Tari costringe tutti gli altri che invece la pagano a versare di più per sobbarcarsi anche il “buco” lasciato dagli evasori. Va ricordato che a Rimini gli alberghi hanno una tariffa unitaria di 8,031 €/mq, di poco superiore a quella degli uffici/studi che è di 6,374 €/mq. Poi per gli hotel che rimangono aperti fino a 140 giorni (ma vale anche per pubblici esercizi e ristoranti), addirittura 120 fino allo scorso anno, è previsto uno sconto sulla Tari. E poi: a vantaggio di chi vanno gli eventi a getto quasi continuo che organizza e paga il Comune di Rimini, se non principalmente per il sistema ricettivo, della ristorazione e dei pubblici esercizi? Eventi come flebo ricostituenti, perché pare che Rimini riesca a riempirsi solo nei weekend e con i grandi eventi. Altrimenti, prezzi stracciati.
Il problema dei problemi, che nemmeno il nuovo rinascimento gnassiano sta minimamente scalfendo, è il seguente: l’economia legata al turismo a Rimini si è impoverita notevolmente, i fatturati sono insufficienti. Ricordate i numeri che fornì Mauro Santinato? Mille camere alberghiere a giugno fatturano a Sorrento 197 mila euro, a Jesolo 125 mila, a Lignano Sabbiadoro 113 mila, a Gallipoli 103 mila, a Riccione 112 mila. E a Rimini 78 mila.
C’è qualcosa che non va in una destinazione che “gira” a condizione di una evasione diffusa (anche dei tributi) e di prezzi fuori mercato. E la domanda da porsi è: chi vuole aiutare la crescita vera del turismo riminese deve continuare a “drogarne” l’offerta o a riqualificarlo alla radice?

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