Un altro deficit di 660mila euro per Società Palazzo dei Congressi

Un altro deficit di 660mila euro per Società Palazzo dei Congressi

A fine anno la sentenza della causa in corso con la ditta costruttrice del Palas che chiede 54,5 milioni.

Nel 2016 la Società Palazzo dei Congressi ha perso per strada 660mila euro: a tanto ammonta il deficit del conto economico, reso pubblico dalla holding comunale che detiene per conto di palazzo Garampi 12 partecipazioni in altrettante aziende.
Finita la primavera, è questo il momento in cui i nodi delle società pubbliche vengono al pettine, stanti gli obblighi di trasparenza dei bilanci. Al pettine per modo di dire, visto che ci sono molte limitazioni: infatti Rimini Holding ad oggi ha caricato sul web i bilanci di solo 4 società su 12, e cioè Anthea, Hera, Romagna Acque e, appunto, Palazzo dei Congressi.
A quando i conti di Amir, Caar, Rimini Reservation, Rimini Congressi, Amfa, Start Romagna, fallimento Aeradria, Riminiterme? I cittadini attendono fiduciosi.
Torniamo alla società dell’astronave congressuale. Sia i revisori dei conti che quelli indipendenti hanno dato via libera all’approvazione del bilancio, ma non si può certo dire che le carte analizzate dai tecnici siano entusiasmanti. Tutt’altro.
Il presidente Marino Gabellini nell’assemblea del 3 maggio ha informato i soci presenti (Rimini Congressi, Rimini Holding, Camera di Commercio, Provincia, assenti invece Cagnoni per IEG e Nicoletti per Aia Palas) che la causa in essere con l’impresa costruttrice Co.fe.ly s.p.a. si allungherà fino all’udienza fissata in ottobre, data l’integrazione della perizia disposta dal giudice. “La decisione sarà nota probabilmente alla fine del presente esercizio”.
Un problema non da poco, perché – come avvisano i revisori indipendenti di Auditing Italia nella loro relazione – la causa “verte sul riconoscimento da parte di Co.fe.ly di riserve tecniche per circa 44,6 milioni di euro oltre a circa 9,9 milioni di euro per lavori eseguiti”, totale 54,5 milioni, mentre di converso Palazzo dei Congressi ha avanzato “richieste danni a vario titolo per oltre 21 milioni di euro”.
Specifica Auditing Italia: “a fronte delle richieste pervenute, la Società (Palazzo dei Congressi, ndr) in esercizi precedenti ha effettuato prudenzialmente accantonamenti al fondo rischi del passivo patrimoniale per un importo complessivo pari a circa 7 milioni di euro”.
Il fatturato, sostanzialmente il canone di affitto del Palas, ha portato in cassa 1,7 milioni. Tuttavia il bilancio è in pesante perdita per 658.882 euro. Nella società si consolano con questa frase: “tale risultato è nettamente migliorato rispetto a quello dell’anno precedente (quasi 814mila euro) essenzialmente per effetto dei minori oneri finanziari gravanti sul prestito infragruppo”. In effetti la Società Palazzo dei Congressi segna perdite via via in diminuzione. Erano 2 milioni nel 2013, calate a 1,8 milioni nel 2014. Se questo può consolare, nel 2011 (anno dell’entrata in funzione del nuovo Palas) la perdita fu di 4,2 milioni e nel 2012 scese a quota 2,8 milioni.
La situazione debitoria: totale debiti 37,5 milioni, di cui 25,5 milioni verso le banche, 5,8 milioni verso soci per finanziamenti, 6 milioni verso fornitori, questi ultimi in scadenza entro 12 mesi.
Fra i crediti di 2,2 milioni di euro, spiccano quelli “maturati verso il socio Italian Exhibition Group S.p.A. prevalentemente per la locazione del Palazzo dei Congressi”: mezzo milione di euro in scadenza entro il 2017.
La nota integrativa al bilancio ufficializza il prossimo aumento di capitale: “la controllante Rimini Congressi srl ha in corso un’operazione di aumento di capitale finalizzata alla successiva operazione di aumento di capitale” della Società Palazzo dei Congressi “mediante conferimento, nel corso del 2017, delle risorse liquide ritenute sufficienti a garantire l’estinzione del debito residuo nei confronti dell’impresa costruttrice”.
Fin qui i conti. Il resto è – o meglio dovrebbe essere – politica.
In un precedente articolo, avevamo dato conto del parere dell’assessore Brasini (“il debito della Società del Palazzo dei Congressi è pienamente sostenibile”), mentre era di diverso avviso il consigliere di Obiettivo Civico Luigi Camporesi (“Anche per Aeradria avevate assicurato che non ci sarebbero stati problemi, mentre poi è fallita”).

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