Un po’ di chiarezza sui ritardi nei lavori del parco del mare

Un po’ di chiarezza sui ritardi nei lavori del parco del mare

Come può un'amministrazione comunale avviare dei cantieri sul lungomare, che inevitabilmente si ripercuotono su tutte le attività turistiche, e non rispettare la scadenza (com'era accaduto anche lo scorso anno)? E spostando sempre in avanti la data del taglio del nastro con dichiarazioni sulla stampa? Abbiamo chiesto lumi.

Il cosiddetto parco del mare sta riportando notevoli ritardi rispetto ai tempi di attuazione, laddove, come recita il cartello dei lavori, peraltro mai aggiornato alla predetta situazione, gli stessi dovevano iniziarsi il 03/11/2021 e terminarsi il 03/03/2022. Più o meno la stessa cosa era avvenuta anche per i precedenti tratti del parco del mare già inaugurati la scorsa estate fuori tempo massimo. Trattasi quindi di una consolidata tradizione locale.

Il cartello all’ingresso del cantiere, in piazzale Marvelli, con le date di inizio (3.11.2021) e termine (3.3.2022) dei lavori.

La cosa è stata resa nota in un annuncio dell’assessore ai Lavori pubblici Mattia Morolli il 23 febbraio, a otto giorni dalla scadenza temporale dell’ultimazione dei lavori, motivata dal posticipo della consegna della pavimentazione lignea dei camminamenti pedonali, in ragione del periodo pandemico. In vista dell’Adunata degli alpini l’assessore spiegava: «Proprio per questo motivo, perché vogliamo dare un’accelerata, abbiamo concordato con le aziende che lavoreranno anche al sabato e alla domenica. I lavori si svolgono a pieno regime, ma ciò che preoccupa è la difficoltà nel reperimento dei materiali» (Riminitoday, 23.5.2022). Sottolineava che «i materiali stanno impiegando più tempo del previsto, per via dei ritardi accumulati dal Coronavirus, in particolare manca ancora parte del legno per realizzare le passerelle. Una fornitura è arrivata, la seconda non ancora». E comunque «gli sforzi sono per arrivare pronti a quella data dell’8 maggio» (l’Adunata si è tenuta dal 5 all’8 maggio).
Il 26 marzo lo stesso assessore sosteneva «che il legname non è più un problema, che “i lavori stanno rispettando la tabella di marcia” e quindi allo stato attuale le scadenze “saranno rispettate”» (Corriere Rimini). Incredibile ma vero, Morolli giurava che «adesso i problemi sono superati: una spedizione di legno è arrivata e gli operai lo stanno posizionando, un’altra è in viaggio e una terza sta per partire. Allo stato attuale la tabella di marcia è rispettata e riusciremo a concludere nei tempi stabiliti».
A fine marzo un altro aggiustamento di tiro: il consigliere Stefano Brunori presentava una interrogazione per avere lumi sui cantieri del lungomare e Morolli, senza colpo ferire e dimenticandosi che pochi giorni prima aveva sostenuto che il legno non è più un problema, la metteva così: «Ancora manca l’arrivo delle ultime due tranche del legno brasiliano utilizzato per i camminamenti, ma al netto di situazioni impreviste confidiamo di consegnare i lungomare tra il mese di maggio e l’inizio del mese di giugno» (qui).
Dopo tutte queste giravolte diventa difficile fare affidamento sulle dichiarazioni dell’assessore. Da qui la decisione di approfondire le cause dei ritardi. Tanto per cominciare, secondo il cronoprogramma dei lavori, la posa di detto materiale, doveva iniziarsi intorno al 16 febbraio u.s.

Il cronoprogramma dei lavori allegato al progetto esecutivo del terzo tratto.

In data 19/05/2022 con mail abbiamo quindi chiesto spiegazioni all’ufficio stampa del Comune di Rimini, specificando fra l’altro che «seguendo una certa logica del cantiere, al tempo in cui si poteva prevedere la posa della pavimentazione, non erano stati eseguiti neppure i sottostanti massetti cementizi di supporto, per lo meno in quantità tale da dare poi avvio alla fase successiva, ma anche altre opere accessorie erano palesemente in ritardo». L’ufficio stampa ha risposto in tempi rapidi, anche se non a tutti i quesiti posti:

“Il progetto del lungomare richiede materiali ad alte prestazioni. La tipologia di legno utilizzato per questa opera è di provenienza sudamericana e di particolare pregio, questo porta la sua produzione ed il relativo stoccaggio ad una quantità controllata e non elevata. Le sue peculiari caratteristiche fisico/meccaniche lo portano ad essere un legno con una fase di essiccazione più lenta e rispetto ad altri.
Dall’ordine di produzione all’arrivo in Italia le fasi sono le seguenti: recupero e taglio tronco, essicazione del tavolame, piallatura, trasporto al Porto, verifica Ente Statale, prenotazione posto nave, trasferimento a porto europeo, trasferimento a stabilimento produttivo italiano, ripiallatura, intestatura in lunghezza, oliatura e poi per ultimo la cantierizzazione con posa in opera. Che sia una sola azienda o più aziende ad occuparsi della filiera, le fasi e i tempi non potrebbero essere comunque abbreviati. Gli ordini sono stati evasi a novembre 2021, circa sei mesi fa.
A tutto questo vanno aggiunti i “tagli” nelle rotte delle navi che stanno di fatto paralizzando gli scambi internazionali del commercio già da qualche mese. Le prenotazioni del posto container per il legno ad esempio, slitta facilmente di 30-40 giorni rispetto al programma.
Queste informazioni sono facilmente recuperabili da qualsiasi azienda europea che si occupi di importazione di container di legname dal Sud America.
La fornitura sul mercato interno europeo è stata valutata, ma la qualità del materiale non è risultata adeguata al progetto del Parco Mare, soprattutto in relazione al tasso di umidità.”

Pur comprendendo tutto ciò riportato, qualcosa però, come si suol dire, non torna, e nello specifico si può così riassumere:

Un’impresa organizzata, e qui non vi è alcun dubbio che quelle operanti in cantiere lo siano, in fase di partecipazione ad una gara d’appalto, conduce precise indagini economiche di mercato per potere formulare le valutazioni di costo delle varie categorie dei lavori. E in quel momento invia ai fornitori interpellati le precise caratteristiche del materiale quali da capitolato dei lavori e, soprattutto, le tempistiche di consegna specie se le stesse debbono avvenire in tempi stringenti come nel nostro caso (5 mesi per completare i lavori); nel frangente quindi si apprendono le eventuali criticità che si possono palesare. Come pure se le forniture, come nel caso del legno, si debbano acquistare in Europa o direttamente nel luogo di provenienza del materiale stesso. Va detto inoltre che allora si era già in periodo pandemico.
– Successivamente in caso di acquisizione dell’appalto le stesse ditte, di cui l’efficiente organizzazione come detto è indubbia, emettono immediatamente gli ordinativi dei materiali che attengono allo stesso, sia per fissarne il prezzo che la consegna. E qui, ancora una volta, vengono a conoscenza delle criticità che eventualmente potranno intervenire. Ritengo plausibile che date le penali a cui è soggetta la ditta Appaltatrice in caso di inottemperanza dei tempi contrattuali, la stessa si premunisca e si tuteli in pari modo con i propri fornitori; dati, come già detto, i tempi strettissimi. Ma anche che aggiornino continuamente la Stazione Appaltante dell’evolversi della situazione, e non alla data prossima alla fine dei lavori. Nella risposta dell’Amministrazione, si legge che tale ordinativo fu fatto già nel mese di novembre 2021, ma solo il 23 febbraio 2022 è stato reso noto il ritardo circa la consegna del materiale della pavimentazione lignea, massaranduba.
– Da informazioni assunte presso importanti fornitori di quel materiale, e per quantità del caso, risulta che, oltre ad avere già nei primi tre mesi del corrente anno in magazzino una certa disponibilità dello stesso, vi sono stati effettivamente dei ritardi ma non più di 30 giorni per altre consegne. Anche per legnami provenienti dal Sud America.
A nostro avviso, inoltre, al momento in cui era prevista la posa delle pavimentazioni in questione, non erano stati neppure realizzati i massetti cementizi di supporto, e va rilevato che nella citata risposta l’argomento non solo non è stato trattato, ma neppure confutato.
Proprio con queste motivazioni chiedevamo ragione del ritardo della consegna dei lavori, qualora non dipendente dalle cause accampate.
Mi pare che oggi la pavimentazione, peraltro in corso, non sia l’unica ostativa al termine dei lavori, in un cantiere che mostra ancora delle lavorazioni da eseguirsi indipendenti da questa e non interferenti con la stessa.
Quindi come stanno realmente le cose? Sarebbe pregevole che con lo stesso modo in cui l’amministrazione cittadina annuncia i propri, a loro dire, esaltanti risultati, facesse poi altrettanto quando intervengono problematiche di qualsiasi natura che riguardano il proprio operato, e nel caso specifico i lavori pubblici.

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