Via Castelfidardo: ma si può permettere uno “spettacolo” del genere?

Via Castelfidardo: ma si può permettere uno “spettacolo” del genere?

Muri da periferie metropolitane, porte e balconi a pezzi: un degrado inaccettabile per il centro storico della città.

A Rimini, la ricostruzione urbanistica del dopoguerra non brilla per ordine e stile. Nemmeno per rispetto verso la propria storia, nobilitata nei secoli, da personaggi e avvenimenti di primo piano.
Non fa eccezione largo Antonio Gramsci (ex piazza Santa Rita). Da qui scorgiamo, senza seguire un ordine preciso, alcune case a schiera, qualche villetta e la chiesa di Santa Rita (in realtà dei Santi Bartolomeo e Marino) che racchiude all’interno importanti opere d’arte, mai sufficientemente proposte all’attenzione dell’interesse pubblico. Spostiamo lo sguardo tutt’intorno. La scadente figura del mercato coperto si propone nel solito triste grigiore. Sulle scale di accesso alla pescheria, o appena fuori da essa, un gruppetto stanziale (?!) di zingari, mangia, sbevazza e lorda le panchine coi rifiuti. Tutti i giorni. In contemporanea, una mezza dozzina di parcheggiatori abusivi spadroneggia nel parcheggio. La Polizia Municipale prova di frequente a farli sloggiare. Loro tornano. Agli zingari, invece, nulla si può dire, figuriamoci tentare di cacciarli. Finché non fanno qualcosa di male… Già.

A seguire, l’elencazione prevede la scuola media Alfredo Panzini, forse progettata dopo una notte affollata di incubi, e parte di via Castelfidardo. Al 51 della strada, ecco uno degli scorci meno esaltanti della piazza. Lo scalcagnato edificio è lì in foto, a testimoniarlo.
La facciata, la porta e il balcone evidenziano un degrado inaccettabile per il centro storico della città. Quanti mesi, o giorni, passeranno prima che qualche innocente passante si becchi un calcinaccio sulla testa? Questo, nella più fausta delle ipotesi. Voi, quanto scommettereste?
Non è la prima volta che da questa rubrica segnaliamo situazioni pericolose ancorché inestetiche. E le Istituzioni, non possono mai nulla per tutelare il decoro della città?

Questa rubrica nasce per porre l’attenzione sulle piccole e grandi brutture, gli sfregi al patrimonio ambientale, i molti edifici trascurati (talvolta totalmente abbandonati) della nostra città. Spesso si trovano in pieno centro o nella “vetrina” turistica di Rimini. Non è disfattismo, è amore per la città bella, perché solo accendendo i riflettori sulle brutture c’è la speranza che si possano sanare le “ferite” inferte sia per mano pubblica che privata. Allinearsi al ribasso, giustificare il brutto e arrendersi all’incuria e al degrado urbano, equivarrebbe ad una sconfitta. E se ha perso la città, per dirla con Niccolò Fabi, abbiamo perso un po’ tutti noi. Ci occuperemo anche del bello, di tutto quello che merita di essere segnalato. Coinvolgeremo molto volentieri quanti vorranno inviarci materiale fotografico interessante sull’argomento: redazione@riminiduepuntozero.it

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