E' atteso per la prossima settimana il closing, cioè il passaggio definitivo della storica banca di Rimini a Crédit Agricole. Chi spara sui vertici?
“Voi, amministratori della Cassa di Risparmio, vi siete studiati di apparire alla platea come i fautori della prosperità cittadina, ma nel fatto tutti sentono che siete rimasti sordi ai bisogni del paese, avete inaridito le fonti normali dei redditi…” Chi fra i tanti attuali critici di banca Carim pronuncia queste parole? Suspense.
Le bacchettate ai vertici della banca riminese non escono dalla bocca di qualche protagonista della scena odierna. Risalgono al 1912. Carim aveva aperto il suo primo sportello nei locali del municipio, correva l’anno 1841, nel 1866 si trasferiva presso la “casa Galli” e poi decideva di dotarsi di una sede importante. L’incarico fu affidato all’architetto Paolito Somazzi e nel 1912 avvenne l’inaugurazione degli uffici all’interno del palazzo che è anche l’attuale sede di piazza Ferrari. Scoppiò il finimondo per la spesa sostenuta dalla banca per quella “opera di lusso da nessun bisogno reclamata” e che anzi sottrae risorse “all’utile pubblico”. Ad alzare la voce furono diversi partiti politici: repubblicani, socialisti e partito radicale, ma anche la Camera del lavoro soffiò sul fuoco.
La Cassa di Risparmio, al tempo presieduta da Michele Franchini, rispose che l’investimento non superava le 700 mila lire (i critici avevano parlato di 1 milione). Il clima di scontro fu talmente acceso che saltò l’inaugurazione fissata per metà settembre. Nel declinare l’invito, il deputato del locale collegio, Federico Gottorno, inviò questo telegramma: “Dopo quindici giorni di strombazzati avvisi di feste inaugurazione vostra nuova residenza, solo ora ricordate mandarmi invio. Grazie di questo studiato ritardo del quale sono lieto offrendomi occasione non associarmi alla festa del vostro lussuoso edifizio che offende riminesi sofferenti mancanti letto ospedale e pane”. Se le davano di santa ragione anche agli esordi, e si discuteva solo della sede. Oggi, che in gioco c’è ben altro, il silenzio è imbarazzante.
Cassa di Risparmio cominciò il viaggio in piazza Ferrari, nel gennaio 1913 tenne l’assemblea generale degli azionisti e in pochi mesi, fra novembre 1912 e gennaio 1913, raccolse depositi per 857.708 lire.
A giorni si avrà il passaggio definitivo di Carim a Crédit Agricole Cariparma, il closing è atteso prima di Natale, pare entro la prima metà della settimana prossima. Si chiude una storia nata a Rimini 177 anni fa e se ne apre un’altra, della quale ancora non si conosce quasi nulla. La ricordiamo anche con l’elenco dei presidenti che si sono succeduti: dal primo, Sallustio Ferrari Banditi, all’ultimo del vecchio corso, Sido Bonfatti, che – stando alle voci – potrebbe essere riconfermato. Sembra che Crédit Agricole voglia inserire nel nuovo cda due rappresentanti della attuale governance riminese, mentre un unico direttore generale potrebbe avere la conduzione di Carim e CarispCesena. Chissà. Per scoprire le carte manca davvero poco.
Sallustio Ferrari Banditi 1841-1846
Gianfrancesco Guerrieri 1847-1849
Sallustio Ferrari Banditi 1850-1851
Gaetano Battaglini 1852-1857
Gianfrancesco Guerrieri 1858-1882
Carlo Spina 1883-1888
Giuseppe Farina 1889-1890
Carlo Graziani Cisterni 1891-1892
Filippo Vitali 1892-1898
Michele Franchini 1898-1918
Pietro Palloni 1918-1928
Rodolfo Bruscagli (commissario) 1928-1929
Gustavo Babboni 1929-1934
Mario Albini 1934-1943
Eugenio Bianchini (commissario) 1943-1944
Luigi Silvestrini 1944-1956
Luciano Ugolini 1956-1972
Franco Montebelli 1977-1987
Giuseppe Gemmani 1987-1997
Fernando Maria Pelliccioni 1998-2007
Giuliano Ioni 2007-2010
Amministrazione straordinaria 2010-2012
Sido Bonfatti: 2012-2017
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