Zona stazione: il degrado non è mai Terminator

Zona stazione: il degrado non è mai Terminator

Quattro passi alla luce del sole in piazzale Cesare Battisti e dintorni lasciano allibiti. Di sera, invece, meglio evitare. Fotogrammi impietosi di un pezzo di città che continua a peggiorare.

Dallo scorso marzo è noto che la società National Drink S.r.l. si è aggiudicata la concessione dell’ex bar Terminator in piazzale Cesare Battisti. L’immobile si trova accanto al sottopasso pedonale del Grattacielo ed è proprietà del Comune di Rimini. A carico dell’aggiudicatario sono stabiliti gli interventi di recupero della struttura e la riqualificazione dello spazio esterno che comprende l’area verde del “Giardino Silver Sirotti”. Il piccolo parco è dedicato a un eroe: il giovane controllore forlivese, morto per salvare alcuni passeggeri intrappolati in un vagone incendiato. Il treno è l’Italicus: 4 agosto del 1974.
Attraverso il bando, il Comune si toglie la dolorosa e onerosa spina che da anni ha conficcata nel fianco. Il contratto prevede che nel locale e nel giardino di pertinenza si svolgano anche attività culturali per dare alla zona, in costante sfacelo, una sferzata di normalità. I titolari della S.r.l. beneficeranno per i 18 anni a venire di un affitto a canone agevolato. Un “do ut des” apparentemente utile a entrambe le parti. Vero è che riportare in vita la struttura semidistrutta e il giardino avvilito da anni di sciatteria, è impresa dispendiosa. Le manovre di ripristino cominciano di lì a breve e a distanza di quasi otto mesi abbiamo fatto un giro da quelle parti. Scattiamo qualche foto per aggiornarvi sull’andamento delle operazioni.

Il risultato dei “click” è quello che vi mostriamo: il locale è “fermo con le quattro frecce”, come direbbe il simpatico Brumotti di Striscia la Notizia. Si è inceppato qualche ingranaggio? Nel quartiere si mormora di problemi tecnici e burocratici sopravvenuti a ostacolare i lavori. Inoltre, le forze dell’ordine a presidio del rione sono in numero insufficiente. E qui, con i ceffi che girano, di forza pubblica ce ne vorrebbe a iosa. Il perimetro della città compreso tra Piazzale Cesare Battisti, parte di corso Papa Giovanni XXIII, via Raffaele Tosi e a seguire via Oberdan fino a parte di via Dante, è in balìa di sbandati, clandestini, spacciatori e cialtroni senza quartiere. Si ha l’impressione che Rimini si sia fatta trovare impreparata ad arginare l’effervescente cocktail d’illegalità espresso da delinquenza autoctona e d’importazione. Tra le persone perbene domina lo sconforto. Poco alla volta, il peloso, malinteso senso di accoglienza, presenta il conto. Percorrere le strade attorno alla stazione di sera, è poco rassicurante. Aleggia la sensazione che sia terra di nessuno. Di giorno, poco cambia; e le ferite provocate dal decadimento urbano risultano ancora più visibili.

All’assetata fontana piena di foglie secche del giardino Silver Sirotti, fanno eco le cavernose spoglie del bar in ristrutturazione. Il Kebab è chiuso. Bene, ammesso che rientri anch’esso nel piano di recupero culturale.

La carcassa dell’ex SerT (Servizi per le Tossicodipendenze) nella vicina via Tonti, si contende il primato della vergogna con la sequela di biciclette cannibalizzate e arrugginite, appena fuori dalla stazione. La perversa installazione ferrosa è un indegno biglietto da visita della città. Ma Rimini si presenta in questo modo, ai turisti appena scesi dal treno.

Perché non rimuovere a forza quegli orrendi catenacci davanti alla stazione?
A poche decine di metri è da poco funzionante un deposito per bici. Nuovo di zecca. E meno male.
Omettiamo volutamente di descrivere l’indecenza, finora tollerata dalle autorità, di alcuni bazar di c.so Giovanni XXIII e vie limitrofe. Di recente, Palazzo Garampi, per voce dell’assessore alla Polizia Municipale Jamil Sadegholvaad, ha asserito di voler intervenire con grande efficacia sul decoro urbano e sulla sicurezza della città.

Cominciassero a farlo, una buona volta.
Il quadro generale del quartiere, in sostanza, non è affatto confortante e i gagliardi intenti cultural-eno-gastronomici sbandierati, sembrano già a un passo dal naufragio. Comunque sia, l’entusiasmo della primavera, a quasi otto mesi di distanza, ci pare irrimediabilmente… “Terminator”.

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