Aeroporto “Fellini”: sarà l’anno del decollo?

Aeroporto “Fellini”: sarà l’anno del decollo?

Cosa è lecito attendersi per il 2017 in base al programma dei voli noto ad oggi?

Dalla querelle sui taxi ad alcuni confronti fra la gestione pubblica e quella privata. L'opinione di Mario Pari su passato e presente dello scalo di Rimini.

La struttura aeroportuale è stata indispensabile per il turismo organizzato, che ha beneficiato l’attività privata per lo sviluppo della Riviera. Riteniamo, pertanto, che non siano giustificate le continue critiche sulla capacità amministrativa delle società governate dalla pubblica amministrazione, salvo poi invocare “i fondi pubblici… destinati alla costosa ristrutturazione dello scalo (15/04/2016)”.
Vale la pena ricordare che la gestione pubblica, nel corso di 41 anni, ha registrato solo due disavanzi – nel 1974 e 1975 – dovuti all’eccessivo aumento dell’allora contingenza e alla prima applicazione del contratto nazionale di lavoro, perdita ripianata non dai soci ma dalla gestione.
Dal 1959 al 1988 per investimenti e attività promozionali la società aeroportuale pubblica ha sostenuto una spesa di 10,4 miliardi di lire. Nel novembre 1999, con le proprie riserve, aumentò il capitale sociale di euro 3.180.000. Dal 2006 al 2011 ha effettuato investimenti infrastrutturali per 20,2 milioni di euro.
Riteniamo che le recenti difficoltà gestionali siano da attribuire anche agli investimenti richiesti da ENAC e agli oneri sostenuti per incrementare il traffico (920.641 passeggeri nel 2011), la cui ricaduta economica sul territorio, soggiorno e acquisto di beni esportati, ha superato i 730 milioni di euro a tutto vantaggio della collettività. Al riguardo sono ingiustificate, se non offensive, le affermazioni fatte dall’A.D. della nuova società aeroportuale nella sua lettera del 19 marzo scorso, quando afferma “…che anch’io non proverei simpatia per un soggetto che, arrivato da “fuori”, ha interrotto una prassi gestionale da cui molti hanno tratto vantaggio a scapito della collettività portando alla chiusura dell’aeroporto con un pesantissimo fallimento che ha visto coinvolti una molteplicità di soggetti”. In base a quali considerazioni il nuovo A.D. ha fatto citazioni sostanzialmente pesanti nei confronti di “chi ha tratto vantaggio”?
Cosa può dirci l’A.D. del fallimento della soc. ATAITALIA (servizi di handling aviazione generale aeroporto Linate) della quale è stato amministratore unico?

La gestione privata

Il nuovo terminal. A suo tempo l’attuale struttura fu definita dai nuovi gestori una “piadineria” per la quale l’intento era quello di trasformarla in un “ristorante di lusso”. Nel maggio 2016 sarebbero dovuti iniziare i lavori per il nuovo terminal. Il “ristorante di lusso” è ancora in attesa e ci si accontenta dell’ordinaria manutenzione alla “vecchia piadineria”.

I beni strumentali.
In una lettera del 24 novembre 2014 l’allora Amministratore Unico, oggi Amministratore Delegato, affermò che detti beni erano pressoché inutilizzabili. Dopo oltre due anni di attività sono ancora in uso. “Grazie” ai bandi di gara (andati deserti) promossi dal Curatore Fallimentare per la loro vendita, resta il fatto che il nuovo gestore con la modica spesa di 300.000 euro si è portato a casa tutto il necessario per il buon funzionamento dello scalo.

Il servizio taxi.
Dalle notizie stampa del mese di marzo si è avuta l’impressione che il servizio taxi all’aeroporto potesse mettere in crisi lo sviluppo turistico della Riviera. Il motivo: a detta della Presidente della società di gestione le tariffe sono troppo alte, pertanto la “tassa” di 2 euro pagata dai taxisti alla società veniva elevata a 5 euro per ogni singolo servizio di entrata o uscita con passeggeri a bordo.
Alcune osservazioni. Le tariffe dei taxi sono approvate dal Comune che, ne siamo certi, ha maggior conoscenza della Presidente aeroportuale della situazione socio-economica del territorio. Sembra quindi improprio il raffronto del costo chilometrico con le grandi città dove il taxi ha un maggiore utilizzo.
Il “balzello”: negli aeroporti della regione risulterebbe che: Parma non applica nessuna “tassa”, Bologna 0,50 agli arrivi, gratuito per le partenze. Fuori Regione: Pescara, Ancona, Bergamo nessuna tassa; Milano Linate e Malpensa 1 euro; Roma 0,74 per ogni tassista che carica a Fiumicino e Ciampino, gratuito per le partenze. A Rimini si applica il “balzello” più alto per il servizio taxi negli aeroporti? Sembra, con la rinuncia ai 5 euro, che sia tornato il sereno.

Le risultanze di gestione

Chi ha avuto una lunga esperienza nel settore aeroportuale e turistico, non può non augurare positivi risultati a chi gestisce un aeroporto. Va però evidenziato che nei due anni di gestione, a differenza di quanto annunciato, a Rimini non si sono fatti investimenti, le cui spese incidono sulla gestione, né per l’infrastruttura, né per i beni strumentali. Conseguentemente sembra improprio sottolineare che altri aeroporti con traffico maggiore, ma con investimenti, hanno registrato risultati di gestione inferiori.

Consuntivo attività 2016. Dai dati di traffico 2016 pubblicati da ENAC risulta che a Rimini il movimento (arrivi + partenze) è stato di 2.099 aerei (+66,6%) e 233.918 passeggeri (+50,8%), zero merci. Il traffico passeggeri nazionale ha rappresentato lo 0,57%. La tipologia di traffico è stata effettuata per il 91,8% con vettori tradizionali e charter, 8,6% vettori low-cost.
In raffronto con i 10 mesi di gestione 2014 del Curatore Fallimentare, il movimento passeggeri di 473.103 ha registrato una perdita del 51%. La nuova gestione, a differenza di quanto avveniva in passato, non pubblica mensilmente le statistiche (non sono un segreto di Stato) per cui non si è in grado di suddividere i passeggeri per Paese di provenienza.

Abbandoni e contenzioso. La società Airiminum 2014 s.r.l. venne costituita il 09 luglio 2014, qualche giorno prima della scadenza del bando ENAC, per partecipare alla gara finalizzata alla gestione dello scalo. Successivamente (ottobre 2014) entrarono nella società aeroportuale un gruppo di imprenditori riminesi: Aircoop, il T.O. Italcamel, il gruppo Ferretti che, con la s.r.l. “Rimini partecipazioni”, acquistarono il 23,7% del capitale di Airiminum 2014. Nel settembre 2016 “Rimini partecipazioni” esce, lasciando ai soli soci venuti da “fuori” la gestione dell’aeroporto.
Sono stati interrotti i rapporti di lavoro con l’ex Direttore Generale passato allo scalo di Trieste; con il consulente commerciale avente un’ottima conoscenza del mercato russo; con la persona riminese che fu incaricata da Airiminum di effettuare, come previsto dal bando, il sopralluogo alla struttura aeroportuale prima della gara, poi assunta in azienda; con il Responsabile dei servizi di sicurezza.

Il contenzioso con l’Aero Club. Dal 1959 al 1962 l’Aero club, oltre a svolgere il compito di scuola di volo, ha fornito i servizi d’assistenza agli aeromobili in arrivo all’aeroporto. Dal settembre 2013 opera come sub-concessionario nell’area concessa dal Governo italiano alla Repubblica di San Marino. Con apposita ordinanza la direzione regionale di ENAC, non più titolata ad agire in detta area, ha disposto di destinare il sedime concesso alla Repubblica a parcheggio auto in uso al nuovo gestore, costringendo l’Aero club – per evitare di essere estromesso – di presentare ricorso al TAR regionale.

Previsione 2017

Il programma voli pubblicato su internet (primi di aprile) da Airiminum 2014 consente, secondo le nostre valutazioni, salvo errori e variazioni, di effettuare una prima stima dell’attività così ripartita:
passeggeri in arrivo dall’estero: 132.000;
passeggeri in partenza da Rimini per l’estero: 1.500.
Totale: 133.500.

Il movimento (arrivi+partenze) può essere valutato in circa 267.000 passeggeri, con un incremento rispetto al 2016 del 13%. I collegamenti previsti nel periodo aprile-settembre sono effettuati nella misura del 60% con voli charter. Gli arrivi dalla Germania, con il solo collegamento da Francoforte, diminuiscono del 40% rispetto al 2015. Dai 13 Paesi dell’Europa Occidentale nella prossima stagione sono previsti solo 3 collegamenti: Germania, Finlandia, Lussemburgo. Quelli dalla Russia, raffrontati ai 10 mesi del 2014, passano da 208.117 a circa 85.000 (-59%).

I nuovi presunti mercati (Gran Bretagna con Ryanair nel “cassetto”, Vietnam, tigri asiatiche, Cina, incremento dalla Russia, Nord Europa) dovrebbero, nelle enunciazioni dell’A.D., risollevare le sorti dell’aeroporto e, a questo proposito, il 15 maggio la nuova gestione presenterà a “1.540 persone come operare in una logica di profit sharing” (convegno: “First Adriatic Travel Forum – Rimini aeroporto e la governance del traffico turistico da Germania, Russia e Cina nella costa adriatica centrale”).
Sono circa 30 anni che parliamo solo tra di noi e, al momento, con l’intento di meglio valorizzare le iniziative si ricorre all’uso di termini inglesi. In passato, per conoscere gli umori dei mercati esteri, si organizzavano, con la collaborazione e la presenza del Ministro del Turismo, i convegni internazionali delle agenzie di viaggio europee. Oggi che la competenza è stata trasferita alle Regioni, non sarebbe il caso di riprendere l’iniziativa?
Per un esame sul turismo proveniente dall’estero riteniamo sia necessaria una riflessione relativa agli arrivi dai 13 Paesi dell’Europa Occidentale. Nel 1987 in Italia sono stati 17.127.063; in provincia 613.183, quota di mercato 4%. Nel 2010: Italia 24.321.715 (+61%); provincia 332.105 (-46%); (2016: 385.000), quota di mercato 1,37% (-66%).
Sarebbe positivo se le predette valutazioni (che non sono il Vangelo) favorissero l’apertura di un dibattito che considerasse non tanto gli slogan quanto iniziative supportate dai numeri.
Ai fini del rapporto pubblico/privato sarebbe oltremodo utile e opportuno, come hanno fatto le altre tre società partecipanti alla gara dell’ENAC, che anche Airiminum 2014 rendesse pubbliche le soluzioni proposte ai 4 quesiti del bando: progetto della struttura organizzativa; strategie societarie finalizzare allo sviluppo dell’attività aeroportuale e previsioni di traffico per il periodo concessorio; piano degli investimenti; piano economico finanziario – soluzioni che hanno consentito di vincere la gara con il massimo del punteggio.
La gestione trentennale, certamente in attivo, dovrebbe prevedere anche le risorse finanziarie per l’infrastruttura e per l’incremento del traffico. E’ quindi logico che i finanziamenti pubblici, nazionali e/o regionali, dovranno essere finalizzati al miglioramento del territorio.
Si dice che la Romagna è la terra dell’ospitalità. Si dice anche che i romagnoli non amano correre dietro alle farfalle.

Mario Pari

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