"Solo chi è intellettualmente pigro o ancorato a certi meccanismi non vede che le cose cambiano e si possono cambiare insieme". Tirato in ballo da Bruno Sacchini, il pittore riminese (nella foto di Giorgio Salvatori) in lista col Patto Civico con Gnassi non si tira indietro: "A me nessuno ha domandato nulla. Il ché non significa che non abbia idee da spendere, tutt’altro! La cultura non deve essere un peso per la collettività anzi deve poter creare economia mirata".
C’è una frase che un mio caro vecchio amico artista fiorentino mi disse all’inizio della mia carriera artistica e che oggi più che mai risuona nel cuore.
“Ricorda Davide, qualsiasi cosa tu debba fare per vivere, anche il mestiere più umile, niente e nessuno ti toglierà mai quello che tu sei… tu sei un artista!”. Era il 1998.
Non è facile né tantomeno semplice far coincidere “l’essere” artista e “fare” l’artista. Molte volte viene la tentazione di mollare tutto per via di tutti i problemi legati alla crisi economica.
In questi anni di duro lavoro ho scoperto che essere un artista per me coincide con essere un uomo. Nei miei quadri racconto me stesso, il mio stupore di bambino e la mia coscienza di adulto, le mie capacità e le mie cadute (e sono tante non lo nego).
Spesso accade che durante la strada si creino opportunità di spendere le proprie capacità e la propria umanità in esperienze che non ti aspetti. E così qualche mese fa alcuni amici, persone che conosco da tempo ed altre nuove conoscenze, mi hanno chiesto di coinvolgermi in queste elezioni comunali. Quindi, partendo da questi atti di stima nei miei confronti ho iniziato a meditarci su.
Sinceramente la politica tradizionalmente concepita è distante mille miglia da me e dalla mia sensibilità. Ma qui si tratta della città che amo, che dipingo e che porto in giro per il mondo raccontandola nelle mie opere.
Certamente il mio impegno in questo cammino è decisamente rivolto alla cultura.
Il problema non riguarda solo la realizzazione di mostre, di gestione degli spazi espositivi ecc… Innanzitutto la cultura è conoscenza. Per affrontare una problematica, un progetto o una visione, occorre partire dal “per chi” lo si fa e non solo dal “perché” lo si deve fare. Questo cambia la prospettiva.
Il “per chi”, implica una condivisione, una relazione.
Questo per me è fare cultura. Detto in altri termini, la cultura è prima di tutto condivisione.
Con questo spirito ho partecipato ad alcuni incontri con alcune liste civiche dove ho cercato di capire dove potevo spendere questo mio progetto culturale e dove era possibile avere margini di lavoro concreti.
Ho scelto di candidarmi nel Patto Civico con Gnassi, Città Metropolitana per questo spazio di condivisione e di libertà. Un patto chiaro, fatto alla luce del sole con il Sindaco. Un luogo dove il contributo di persone che pur venendo da esperienze diverse hanno deciso di condividere un obiettivo: mettere al centro del cambiamento i tanti talenti di professionisti, imprese, associazioni e persone del mondo della cultura.
Solo chi è intellettualmente pigro o ancorato a certi meccanismi non vede che le cose cambiano e si possono cambiare insieme.
Tutti gli altri pensieri, vecchi schemi politici, sotterfugi diplomatici non mi appartengono.
Mi spiace per chi non vede in questo mio tentativo tutta la bontà e la volontà di proposta propositiva.
Io ci provo.
Per quel che concerne il vociferare di accordi segreti sull’affidarmi l’assessorato alla cultura, se proprio devo, preferisco chiederlo direttamente. A me nessuno ha domandato nulla. Il ché non significa che non abbia idee da spendere, tutt’altro!
La cultura non deve essere un peso per la collettività anzi deve poter creare economia mirata.
Davide Frisoni
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