La seppia coi fagioli patrimonio dell’Umanità

La seppia coi fagioli patrimonio dell’Umanità

L'amore tra il mare e la terra: un grande piatto della nostra tradizione. Si avvicina la sua consacrazione definitiva.

Dopo una notte travagliata ed insonne, mi son deciso a compiere un passo importante per le sorti della cucina nazional-popolare. Portare all’attenzione del grande pubblico, del mondo dell’informazione e della cultura, dei politici, delle autorità civili, militari e religiose, insomma del popolo bue e dei potenti, degli atei e dei miscredenti, che nulla può competere con un piatto che pochi conoscono, ma rappresenta la vetta sublime della nostra cultura gastronomica: la seppia coi fagioli.
Nella storia d’Italia il mandamento di Coriano viene indicato come uno dei più poveri della Penisola (Jacini: la grande inchiesta parlamentare del Regno d’Italia che dal 1877 al 1880 esaminò le condizioni della agricoltura Italiana).
A Coriano come sostengo da tempo è nata la Piada. Qui, ancora oggi si cucina la seppia coi fagioli: l’amore tra il mare e la terra. La seppia (Sepia officinalis L, 1758) in dialetto “sipa” era una volta un pesce (mollusco) povero e quando arrivava la stagione veniva portata in campagna e venduta ai contadini che rispettavano il venerdì magro, per fede e per miseria. Il fagiolo (Phaseolus vulgaris L, 1758) arriva dalle Americhe grazie a Cristoforo Colombo e agli Spagnoli e Portoghesi; piano piano diventa in alcune regioni d’Italia il piatto umile e forte del rurale. La fantasia aiuta chi ha poco o nulla e dall’incontro fortunato è nato un grande piatto della nostra tradizione. La consacrazione definitiva è prevista per Domenica 18 Agosto. State parati.
Rurali sempre.

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