In quindici anni - tre mandati amministrativi completi - il centro-sinistra non è riuscito a portare a casa nemmeno l’inizio dei lavori per la variante della SS9 nella martoriata frazione di Rimini. Eppure a pochi giorni dal voto affigge cartelloni dai toni trionfalistici.
«Santa Giustina Nuova viabilità e parcheggi»: questo lo slogan del manifestone affisso da Anthea per conto del Comune di Rimini, con tanto di colori distintivi (verde pisello, rosso, viola, azzurro) della campagna di comunicazione “fila-dritto” dell’epoca gnassiana al tramonto.
Come vediamo nella foto, scattata in questi giorni, il cartellone pubblicitario è stato affisso dalle autorità in posizione molto visibile lungo la via Emilia, all’altezza della chiesa parrocchiale della frazione. Ben visibile, appunto, dagli oltre 26mila veicoli (di cui circa mille mezzi pesanti) che transitano ogni giorno nel tratto di strada SS9 tra Rimini e Santa Giustina [dati della Regione Emilia-Romagna, fonte: tabella 41, pagina 236 del Rapporto annuale 2017 – Settore stradale].
Dopo esserci stropicciati gli occhi rileggiamo il cartellone: «Santa Giustina Nuova viabilità e parcheggi». Ma allora arriva finalmente la «nuova viabilità», cioè la variante? Arriva la soluzione ai problemi che affliggono da anni i residenti e i conducenti di veicoli, e che hanno portato a tante proteste?
La risposta è no, non arriva la variante, bensì una riqualificazione della piazza del paese con la sistemazione di 17 posti auto.
Ma torniamo al problema dei quasi trentamila mezzi in transito ogni giorno dell’anno a Santa Giustina e cerchiamo di capire a che punto siamo con la vera nuova viabilità, facendo un po’ di moviola.
Secondo quanto riusciamo a ricostruire dagli atti ufficiali, il primo documento significativo da parte di palazzo Garampi è l’approvazione dello studio di fattibilità del giugno 2014 (sindaco Gnassi, assente la allora vicesindaca Gloria Lisi). Si legge nell’atto che «la nuova viabilità in località Santa Giustina è oggetto di attenzioni da parte dell’Amministrazione Comunale fin dall’anno 2006 quando è stato studiato il tracciato per collegare la Strada Statale n. 9 “Emilia” alla nuova strada di Gronda in territorio del Comune di Santarcangelo di Romagna». Complimenti, dunque, al centro-sinistra riminese che nel 2006 si è accorto del problema, e, trascorsi ben sette anni di tempo, provvede a emanare non la soluzione, ma uno studio di fattibilità. Calcolati 10 milioni di euro di spesa, da mettere a carico del Comune di Rimini: opera pubblica inserita «con urgenza» «nel Programma Triennale dei Lavori Pubblici 2014–2016 all’annualità 2015 con l’approvazione del Bilancio di previsione 2014».
Che cosa è successo dopo il 2014? Non è facile capirlo, ci limitiamo a quello che dicono le carte. Troviamo anzitutto una serie di slittamenti:
i lavori vengono spostati dall’annualità 2015 all’annualità 2016, sempre nel programma triennale 2015/2017 e sempre per 10 milioni;
poi vengono dilazionati nel programma triennale 2016/2018, per l’anno 2017, con un importo di spesa più basso (8,7 milioni);
poi, misteriosamente, nel piano triennale successivo (2017/2019) l’opera non viene più menzionata;
poi torna a dare segno di sé nel triennale 2018/2020, per l’anno 2019, ma con la nota «finanziato da ANAS», importo 8,7 milioni.
Insomma, dal 2014 al 2019 non succede nulla di concreto, solo slittamenti nei tempi, accollamento del finanziamento ad altro ente pubblico e ribasso dell’importo. Niente male…
Della variante di Santa Giustina si occupa poi il DUP (documento unico di programmazione) 2019/2021. Il documento parla di «fondi ministeriali per un importo complessivo di 11,8 milioni di euro», e di «opere inserite nel Piano Investimenti 2017-2019 dell’A.n.a.s. S.p.A. e l’erogazione delle somme da parte del Ministero delle Infrastrutture è condizionata dall’obbligo di concludere le gare di appalto e avviare i lavori nell’anno 2019».
Eppure non succede nulla. Infatti il Comune ri-pubblica, successivamente, un nuovo DUP 2020/2022, dove, a pagina 140, compare tale e quale una frase del DUP precedente: «l’avvio della procedura espropriativa e la redazione del livello esecutivo per procedere possibilmente nei primi mesi dell’anno 2019 con la pubblicazione del bando per l’affidamento dell’appalto di lavori all’offerta economicamente più vantaggiosa».
Da notare l’imbarazzante copia-incolla: una frase riguardante lavori da iniziare nel 2019 e non iniziati, viene ripetuta nella programmazione 2020/2022 per una data già inutilmente trascorsa («primi mesi dell’anno 2019»).
Le fonti di queste notizie sono le seguenti pagine ufficiali del Comune di Rimini:
Comune di Rimini programma triennale dei lavori pubblici 2015-2017 (qui)
Comune di Rimini programma triennale dei lavori pubblici 2016-2018 (qui)
Comune di Rimini programma triennale dei lavori pubblici 2018-2020 (qui)
Comune di Rimini. Nota di aggiornamento al documento unico di programmazione 2019-2021 (qui)
Comune di Rimini. Nota di aggiornamento al documento unico di programmazione 2019-2021 (qui)
Comunque sia, tutti sanno che nel corso del 2019 non è successo assolutamente nulla. Purtroppo, non è successo nulla nemmeno dopo, visto che fra l’altro è scoppiata un’epidemia.
L’amministrazione comunale di Rimini non contempla l’opera pubblica di Santa Giustina nemmeno nel programma triennale lavori pubblici 2021/2023.
Eppure, nella primavera 2021, palazzo Garampi dà un annuncio: «Nuova circonvallazione Santa Giustina, pubblicati sul sito di Anas gli atti del progetto – La società Anas ha comunicato l’avvio del procedimento di approvazione del progetto definitivo della nuova circonvallazione via Emilia – Santa Giustina» [fonte].
Sono trascorsi quattro mesi dall’annuncio del Comune. Oggi a che punto siamo? Qual è lo stato effettivo della faccenda Santa Giustina dal punto di vista dell’ente pubblico che deve realizzare la variante? A domanda, l’ANAS risponde: «l’intervento relativo alla variante alla SS9 nell’abitato di Santa Giustina, nel Comune di Rimini, è contenuto all’interno del Contratto di Programma ANAS 2016-2020 e, allo stato attuale, sono in corso le attività di progettazione definitiva al termine delle quali seguirà l’acquisizione di tutti i pareri, nulla osta ed autorizzazioni necessari per l’appalto dei lavori».
Conclusione: le amministrazioni di centro-sinistra hanno «avuto attenzioni» (lo scrivono loro) per il problema di Santa Giustina dal lontano 2006 ma fino al 2021, cioè dopo quindici anni e tre mandati amministrativi completi (Ravaioli, Gnassi, Gnassi), non hanno portato a casa nemmeno l’inizio dei lavori. Hanno promesso di spendere 10 milioni di euro per l’opera pubblica, non hanno mantenuto la promessa di farla in proprio, poi hanno sbolognato la variante stradale allo Stato che la farà (verbo al futuro) con i suoi finanziamenti e con i suoi tempi.
Parentesi: quanto è insidioso oggi il tracciato della via Emilia all’interno del territorio di Rimini? Dai dati del Comune, sappiamo che nel 2010 gli incidenti furono 41 con 48 feriti. Nel 2019 (anno pre-Covid) gli incidenti registrati sono stati 33 con 47 feriti. Durante gli ultimi due mandati amministrativi del centro-sinistra, quindi, non c’è stato alcun sensibile miglioramento in termini di feriti, ma nemmeno nel numero dei sinistri perché questa strada è ancora ai primissimi posti fra quelle più pericolose di Rimini, insieme alla Nuova Circonvallazione, alla Marecchiese e alla Flaminia.
La vera soluzione di un problema annoso non è ancora alle viste. Il cartellone «Santa Giustina Nuova viabilità e parcheggi» è un altro film. Siamo, appunto, come si dice, al cinema.
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