Addio alberi: “hanno fatto il deserto intorno a Porta Galliana”

Addio alberi: “hanno fatto il deserto intorno a Porta Galliana”

Le piante non sono state abbattute perché malate e pericolanti, ma per allargare la carreggiata stradale di parte di via Bastioni Settentrionali. Il punto sull'ennesimo sfregio al patrimonio arboreo pubblico e il commento di Antonio Brandi, vicepresidente del Wwf di Rimini.

“Siamo abituati a vedere gli alberi nei parchi come indipendenti e indifferenti l’uno all’altro, ma le piante non sono esseri elementari e rozzi come troppo spesso tendiamo a pensare; al contrario, sono creature intelligenti, capaci di comunicare tra loro per scambiarsi risorse e informazioni anche a grandi distanze, proprio come noi umani, se non meglio”. Lo sostiene e forse è il caso di credergli, il direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, Stefano Mancuso, che insegna arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Firenze. Mancuso, autore di varie pubblicazioni e saggi è anche membro dell’Accademia dei Georgofili. Se dunque le piante comunicano tra loro (lo sostengono altri ricercatori), non vogliamo pensare a quali commenti circolino tra il mondo vegetale di Rimini. Chissà… se potessero, molti alberi se ne fuggirebbero forse a radici levate? Rivolgiamo qualche domanda al professor Antonio Brandi, vice presidente del WWF di Rimini che si intende di tronchi, stami, e fors’anche di flebili sussurri radicali…

Professor Brandi, i parrucchieri sono stati tra gli ultimi esercenti a cui è stato consentito riaprire le attività. È successo anche ai “barbieri delle chiome verdi”. Ha visto che belle rasature hanno fatto in via Bastioni Settentrionali? Non vedevano l’ora di roteare segaccio e cesoia. L’ennesimo sfregio agli alberi. A lei, quanti scalpi risultano essere rimasti sul terreno?
«In totale parrebbero cinque (sette se non fossero solo mera coincidenza i due aceri americani stesi nella porzione di terreno tra la fioreria Dalia e l’angolo della strada a pochi metri da Uni.Rimini S.p.a.; ndr): quattro lecci e un grande ailanto (o albero del Paradiso) che aveva molti anni. Questa è chiaramente una scelta politico-amministrativa. Infatti, gli alberi non sono stati abbattuti perché malati e pericolanti, ma per allargare la carreggiata di parte di via Bastioni Settentrionali. (Determinazione Dirigenziale n. 820 del 20 aprile 2020; ndr)».

Ammesso (ma è solo una nostra ipotesi) che il Comune intenda estendere il doppio senso di marcia, attualmente in essere tra via Clodia e la rotonda Chiara Lubich e arrivare fino a Via dei Cavalieri, si tratterebbe di una cinquantina di metri o poco più. Poi comincia la lunga strettoia che porta al ponte di Tiberio. Valeva la pena abbattere 5 (ma forse sono 7) alberi? Ci sembra un’operazione assurda.
«L’assurdo è anche questo: con l’assessore Montini, negli ultimi giorni ci siamo scambiati una quantità di messaggi per la questione dei platani di piazza Malatesta, ma non è mai è stato accennato nulla riguardo ai tagli che sarebbero stati eseguiti nell’imminenza, in quella zona. Già anni fa anni avevo espresso la mia preoccupazione quando erano stati ventilati i tagli di alcune piante intorno a porta Galliana. Sembrava che la priorità assoluta per Rimini fosse unicamente il recupero della porta e così hanno fatto sparire diversi alberi».

E ora completano l’opera. Si chiude il cerchio. A questo punto è utile citare qualche frase estratta da un post su Facebook del 13 maggio scorso. È del consigliere comunale di maggioranza del gruppo Patto Civico-Italia Viva Davide Frisoni: […] “Poi ad un certo punto c’è da fare il progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’area dello scavo e da quel momento sono rimasto tagliato fuori. […] “Qualche mese dopo mi ritrovo (come voi) di fronte ad una colata di cemento armato con terrazzoni spigolosi e decisamente invasivi (hanno voluto fare il verso al brutalismo di Viganò poco distante?). Chiedo subito di rivedere ed intervenire andando a mitigare l’impatto. Chiedo di usare di più il verde, la natura (promessa fatta all’inizio del progetto). Di tagliare quegli spigoli. Al momento è tutto come “colato” qualche mese fa”. […] “E’ questo che i tecnici del Comune intendono quando pensano ad un recupero e valorizzazione del Bene Storico? E la Soprintendenza ragiona allo stesso modo? Sembra di sì. La Soprintendenza è più preoccupata che il tavolino sia a un metro, trentadue centimetri e tre millimetri distante dall’altro tavolino del bar, piuttosto che questi banali piccoli particolari di cemento armato che tolgono (questi sì) visuale e visibilità adeguata a questo monumento storico! […]”.

Il consigliere non pare soddisfatto di come siano trattati porta Galliana e alberi, vero prof. Brandi?
«Se la proposta era di inserire porta Galliana nel verde e poi le hanno fatto il deserto intorno… , non so proprio dove sarà possibile ammirare il verde. Con l’occasione vorrei ricordare anche il pino che manca all’appello dal filare al porto canale. Ho insistito più volte affinché completassero quel filare. Anche quando tagliarono i primi alberi a Porta Galliana, ho chiesto che almeno ripiantassero quel pino. Finora, nulla di fatto. In realtà, qua a Rimini si taglia solo. E poi, dove pensano di ripiantare gli alberi eliminati in questi giorni? Prossimamente lo chiederò all’assessore Montini. Ripete frequentemente di amare molto gli alberi».

È mai possibile che le associazioni ambientaliste debbano sempre stare sul piede di guerra?
«Gli “Uffici” non tengono minimamente conto del patrimonio arboreo pubblico esistente. E la dimostrazione, nero su bianco, è la valutazione di impatto ambientale fatta dalla “Commissione Comunale per il Paesaggio (ci piacerebbe anche sapere chi siano i “tecnici”) sui parchi Cervi, Bondi e Fabbri per il taglio dei 130 alberi inizialmente prospettato. Secondo loro non c’era nessun impatto. Quindi, parere positivo. Si ipotizza il taglio di 130 piante e la commissione che deve tutelare il paesaggio e l’ambiente sostiene che non ci sarà nessuna conseguenza? Nessuna ripercussione? Significa che il verde non conta proprio nulla (per non usare un termine più colorito)».

Perdoni, ma se l’assessore, come pare di capire parlando con diverse persone, spesso non è d’accordo con la Giunta Comunale i cui criteri difficilmente tengono in conto la riqualificazione del patrimonio verde esistente, non dovrebbe, se non rassegnarle, almeno minacciare le proprie dimissioni?
«Questa valutazione non compete a me. Comunque, grazie alla battaglia delle associazioni ambientaliste, il progetto dei “130” è stato rivisto. Il sindaco, tuttavia, solitamente sempre disponibile, non ha mai accettato di riceverci. Non ci ha mai dato nemmeno l’opportunità di consegnargli le oltre 5000 firme raccolte».

Non voler guardare significa negare l’esistenza di qualcosa. Ma quelle “5000”, mica scompaiono…
«Su piazza Malatesta ha invece detto che gli alberi vanno salvati. Ha assunto un preciso impegno».

A proposito: quali sono le ultime notizie da piazza Malatesta? Che si ascolta da “radio platano”?
«Gli “uffici competenti” battono molto sulla sicurezza e sul fatto che se succede qualcosa la responsabilità ricade su di loro. Anni fa volevano recidere il cosiddetto “Platano dei Pompieri” in piazza Malatesta (lato via Poletti) perché lo ritenevano a rischio in quanto si stava reclinando. Facemmo pressioni per potarlo, in modo da evitare un pericoloso “effetto vela”. Pian pianino l’albero si è assestato. Con la pazienza e qualche accorgimento, lo abbiamo salvato. Questo, per dire che prima di tagliare bisogna provarle tutte. I tecnici dicono che verrano rifatte le prove di trazione su alcuni dei platani della piazza».

Ma il Sindaco Andrea Gnassi, di recente è stato piuttosto chiaro e determinato, nella lettera di risposta all’architetto Mancini, quando ha affermato: “sono d’accordissimo con lei: gli alberi di piazza Malatesta non vanno abbattuti. “E Andrea”, parafrasando Marco Antonio nel “Giulio Cesare” di William Shakespeare “è uomo d’onore…”.

COMMENTI

DISQUS: 0