Anche il sindaco Pd di Rimini ha censito i nomadi, ma se lo propone Salvini diventa aberrante

Anche il sindaco Pd di Rimini ha censito i nomadi, ma se lo propone Salvini diventa aberrante

Gli amministratori del Pd a Rimini lo hanno fatto il censimento dei nomadi presenti nel campo di via Islanda: e lo hanno messo nero su bianco, parlando proprio di censimento, con tutti i numeri del caso e compilando un documento reso poi pubblico, inviato anche alla stampa. Ma se a voler censire rom e sinti è il ministro leghista Matteo Salvini apriti cielo. Il Partito alla Disperazione monta il caso. Sul nulla.

Il Pd, dopo aver perso gli elettori, ha perso anche la memoria? Oppure ha perso la vergogna? Il Pd, che ha sempre più l’aria di un Partito alla Disperazione, e che occhio e croce si sta allontanando ogni giorno di più dal popolo italiano, ne ha inventata un’altra di battaglie disperate. Quella contro Salvini, reo di aver detto che sui nomadi in Italia è il caos, e proposto il loro censimento o anagrafe, che dovrà essere seguito dalla espulsione degli irregolari.

Cosa scriveva il 6 giugno scorso palazzo Garampi nel comunicato stampa nel quale annunciava l’approvazione da parte della giunta del programma per il superamento di via Islanda? “L’Amministrazione ha avviato un censimento dell’insediamento di via Islanda, per avere un quadro preciso e completo delle presenza di nuclei e famiglie riminesi di etnia Sinti”. Come fai a scattare una fotografia, la più veritiera possibile, se non censisci quella popolazione? Forse basterebbe fermarsi qui per cristallizzare l’idiozia di chi ha sollevato il polverone contro le parole del ministro dell’Interno, ma procediamo.

Andiamo con ordine cominciando dalle dichiarazioni pronunciate dai livelli alti. La proposta di Salvini di un censimento sui Rom “è aberrante”, ha tuonato il segretario reggente del Pd Maurizio Martina. “E’ l’ultimo atto di una escalation di messaggi pericolosi e inaccettabili. Credo ci si debba fermare, perché non è possibile che un grande Paese europeo come l’Italia viva ogni giorno l’ennesima provocazione che non aiuta a risolvere nessun problema ma alimenta invece una spirale di propaganda per me molto pericolosa”.

La vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Elisabetta Gualmini: “L’Emilia-Romagna non fa nessuna schedatura di Rom e Sinti, ed è vergognoso e offensivo anche il solo pensarlo. Dal 1996, e in accordo con le loro associazioni di rappresentanza, prima in forma cartacea poi su supporto informatico, si limita a rilevare presso i Comuni e in forma assolutamente anonima alcuni dati statistici di massima relativi a Rom e Sinti. Si tratta dunque di una forma di monitoraggio, a sostegno della legge regionale approvata nel luglio del 2015 che, in coerenza con le linee guida europee, ha come unico obiettivo quello di superare i cosiddetti grandi campi”. Queste le sue parole in merito al “presunto censimento dei cittadini Rom e Sinti presenti in Emilia-Romagna che l’assessorato starebbe conducendo da tempo”.
E poi: “I dati che chiediamo ai Comuni riguardano il numero di nuclei familiari che vivono nelle aree di sosta, la loro composizione, soprattutto il numero di minori e il loro livello di scolarizzazione. La medesima rilevazione viene fatta anche per altri settori, come è giusto che sia prima di approvare provvedimenti e documenti importanti. E stiamo parlando di una popolazione che in Emilia-Romagna è composta da circa 3000 persone su un totale di 4,5 milioni di residenti ed è italiana per il 95%”. E come fa ad avere queste informazioni dai Comuni senza che questi effettuino un censimento?

E infatti cosa ha scritto l’amministrazione comunale di Rimini nel “Programma per il superamento della situazione abusiva di via Islanda”? Se la vicepresidente Gualmini non lo sa, farebbe bene a leggere il documento a pag. 14:

“Oltre alla ricognizione del quadro normativo e degli strumenti giuridico amministrativi a disposizione una delle prime attività del gruppo di lavoro è stata quella di avere precisa conoscenza di quanti cittadini sono presenti nell’insediamento con un censimento teso a cristallizzare la situazione di occupazione. Al censimento si contano:
11 nuclei famigliari di riminesi di etnia sinti, per un totale di 45 persone, di cui 43 residenti nel Comune di Rimini.
Nello specifico:
5 nuclei sono composti da 6 persone
1 nucleo composto da 5 persone
1 nucleo composto da 3 persone
3 nuclei composti da 2 persone
1 nucleo composto da 1 persona
Sono presenti 13 minori, 3 anziani e una persona con disabilità”.

Questo non è un censimento su base etnica? Oppure se vuoi capire quanti nomadi abitano un territorio, sono i nomadi che devi censire? Però per il Pd ci sono forse censimenti buoni e censimenti cattivi. Quelli che attuano le amministrazioni di sinistra ovviamente sono quelli buoni, anche se – nel caso di Rimini – è dagli anni 90 che gli amministratori di palazzo Garampi buttano cariolate di soldi nei campi nomadi di via Islanda e Portogallo, e il primo è ancora lì e per essere “superato” occorreranno altri 500 mila euro. Nel frattempo ha lasciato che l’area di via Islanda, dove hanno sede diverse aziende, diventasse terra di nessuno.

Ma le dichiarazioni più incredibili (in quanto lui sa che il censimento è stato fatto) le ha esternate il mangiafuoco che fa girare la giostra del comune di Rimini, il sindaco Andrea Gnassi: “Qui a Rimini noi alziamo i circhi, mentre altri alzano muri…”. E infatti gli riesce molto meglio fare il giocoliere con le parole e il contorsionista coi problemi reali di Rimini. La giunta di sinistra di palazzo Garampi per bocca del suo capo spiega: “il nostro obiettivo è la ricognizione della situazione dei campi rom. Intendiamo tutelare prima di tutto migliaia di bambini ai quali non è permesso di frequentare la scuola regolarmente perché si preferisce introdurli alla delinquenza”. E infatti per la ricognizione ha messo in atto un censimento, esattamente come intende fare Salvini. Per una volta che avrebbe potuto dire “abbiamo anticipato Salvini”, non l’ha fatto e si è accodato al coro. Mentre si era appuntato sul petto la medaglia fasulla della lotta all’abusivismo commerciale sull’arenile, correndo un po’ troppo, perché il problema pare ridotto ma tantissimi abusivi continuano a scorrazzare sulla spiaggia.

Insomma, se gli amministratori del Pd fanno il censimento dei nomadi, tutto bene. Se lo propone Salvini è propaganda, strumentalizzazione, eccetera. “Ieri i rifugiati, oggi i Rom, domani le pistole per tutti. Quanto è faticoso essere cattivo”, ha scritto l’uomo, forse l’unico, che fino a ieri si era dimostrato mite e ragionevole, Paolo Gentiloni. Sarà il caldo. Oppure la solita disperazione, che fa perdere la calma a tutti. Anche ai migliori del Pd.

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