Offrire ai propri dipendenti in busta paga un benefit di 2 grammi di cannabis è una "operazione di marketing disvaloriale". Il presidente di San Patrignano Antonio Tinelli critica duramente l'iniziativa di Black Marketing Guru: “L’emergenza droga in Italia è dimostrata dai numeri e confermata dal veto alla vendita della cannabis ‘light’ da parte del consiglio superiore di Sanità. Non saremo mai clienti di questa azienda”.
“L’uso eccessivo di ‘benefit’, evidentemente distrae e disorienta l’attenzione di quest’azienda che dovrebbe concentrarsi invece sulla costruzione di catene di valore attraverso forti rapporti con il territorio e diventare utili per lo stesso. La reputazione delle aziende nel posizionamento sul mercato deve rispettare non solo logiche di esclusivo profitto d’impresa, ma evolvere verso l’impresa socialmente responsabile”. A sferrare l’attacco è il presidente di San Patrignano Antonio Tinelli che, pur non nominandola direttamente, fa riferimento alla iniziativa della “Black Marketing Guru”, che ha fatto molto discutere.
Le persone muoiono a causa delle dipendenze, distruggono loro stessi e le loro famiglie e questo ha un costo sociale altissimo, ragionano nella comunità che si occupa del recupero di tossicodipendenti. Basta guardare alla cronaca nazionale per constatare come non passi giorno senza che ci siano morti per droga, arresti per spaccio, episodi di violenza legati all’uso di sostanze psicotrope. Se questo non bastasse, pochi giorni fa, il consiglio superiore di sanità ha stabilito che non può essere esclusa la pericolosità della cosiddetta cannabis “light” e ha espresso parere contrario alla vendita.
“È una fortuna che l’azienda riminese in questione si esponga così tanto mediaticamente, in modo che tutti possano leggere la palese contraddizione di un’operazione di marketing disvaloriale”, commenta Tinelli.
L’ultimo report sulle droghe nei Paesi dell’Unione Europea, chiarisce che i decessi causati dall’abuso di sostanze stupefacenti sono il 4% in più rispetto al 2015. La percentuale di persone in carico per uso primario di cocaina è balzata dal 2,3% al 17,8% e quella di chi fa uso primario di cannabis è raddoppiata. E i costi sociali della droga arrivano a superare la cifra record di 17 miliardi di euro. Dall’Osservatorio di San Patrignano, presentato pochi giorni fa in occasione della celebrazione dei 40 anni di attività per il recupero dalla tossicodipendenza, emerge che 1 persona adulta su 10, negli ultimi 12 mesi, ha fatto uso di droghe. Ma più si abbassa l’età, più aumenta la fascia di popolazione a rischio, soprattutto tra la popolazione studentesca: 1 studente su 4 ha fatto uso di almeno una sostanza illegale nell’ultimo anno. Per un ragazzo su due che entra in comunità, il primo contatto con le sostanze stupefacenti avviene già a 14 anni, attraverso la cannabis.
È inaccettabile che l’etica dell’impresa, la deontologia professionale, possano prescindere dalla responsabilità di creare valore e benessere oltre che profitto. Ogni giorno riscontriamo come il valore della reputazione rappresenti il futuro dell’impresa e di come le scelte (o le non scelte) dei consumatori ne siano fortemente influenzate.
“Sicuramente San Patrignano non sarà mai cliente di questa azienda che, piuttosto, invitiamo a farci visita per capire con più profondità il problema e la fragilità che interessa i nostri ragazzi”, conclude San Patrignano. “La settimana scorsa è venuto a trovarci il Presidente della Repubblica, ci ha incoraggiati a proseguire per la nostra strada, ci ha resi più forti di prima. Da noi i ragazzi imparano a non avere più paura della vita, a non nascondersi dietro il falso abbraccio delle droghe, ad essere lucidi e padroni delle loro esistenze. Fuori dalla comunità sogniamo per loro un futuro professionale in un’azienda che punti sulle loro capacità e il loro talento, non sulle loro debolezze”.
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