Ai diversi problemi che interessano il quartiere si aggiungono piccoli comportamenti di scarso rispetto per persone e luoghi: marciapiedi occupati dalle biciclette in via San Nicolò.
Percorrendo a piedi la Via San Nicolò, di giorno ovviamente, dato quanto riportato dai quotidiani circa la presenza notturna di donnine di malaffare, risulta difficoltoso transitare sui marciapiedi. Questa volta non per lo stato di conservazione, ma perché divenuti di fatto parcheggi per biciclette. Per quante volte si possa transitare per quella via, i velocipedi sono sempre lì negli stessi posti, assicurati saldamente ai pali della segnaletica ma anche appoggiati ai muri dei fabbricati prospettanti i marciapiede in altre vie limitrofe. Il mal vezzo non solo avviene in spregio a coloro che sono costretti a muoversi con una carrozzina, ma rende disagevole anche il transito ai comuni pedoni. E questo è solo un piccolo tassello del mosaico che compone lo stato di quel quartiere.
Evidentemente nessuno si cura del problema forse perché ormai questa è considerata una zona persa della città che, nonostante l’attivismo di qualche storico residente, è stata abbandonata a se stessa. In passato ho abitato nell’area considerata come il Borgo Marina e ho visto il progressivo spopolamento dei residenti, delle attività commerciali e il decadimento che ne è conseguito. Per il resto basta transitarci oggi.
Era abbastanza logico che ciò avrebbe dovuto costituire un campanello d’allarme, perché il fenomeno del declino del Centro Storico parte dalle aree limitrofe e si propaga via via verso il cuore della città. Quasi un assedio che lavora nel tempo e dilaga in mancanza di contro misure per ostacolarlo. La riprova? La denuncia di questi giorni a proposito della presenza di sbandati e alcolizzati nell’area del mercato coperto e Via IV Novembre, e dei loro comportamenti. Anche qui frutto dell’esasperazione, o amore, degli abitanti per il loro quartiere, dato che, pure in questo caso, la situazione prospera indisturbata da tempo.
Sarebbe ora di riflettere su questi argomenti, magari per salvare il salvabile, e non concentrarsi solo su operazioni scenografiche che dovrebbero cambiare il volto della città, salvo poi leggerci in vetta alle tristi classifiche non certo per invidiabili primati di qualità della vita. Oltre a risparmiarci le solite penose e funamboliche arrampicate sugli specchi, per dimostrare che quelle graduatorie sono viziate. Ma per fare questo ci vogliono idee e capacità, ed è più facile fare altro.
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